L’AVVOCATO DONATELLO GENOVESE RICORDA IL PROFESSORE ANTIMO DI GERONIMO
Eri una persona socievole e gioviale e rendevi spassose le giornate dell’intera classe. Le nostre gag teatrali suscitavano la generale ilarità nei nostri compagni
AD ANTIMO
Mio caro Amico,
mai avrei immaginato che la Tua meravigliosa e geniale esistenza potesse infrangersi improvvisamente in un caldo giorno d’estate, come un bicchiere di cristallo caduto su un pavimento di granito.
Stento ancora a credere che Tu non sia più di questo mondo e non posso fare a meno di pensarTi, giorno e notte, in preda all’angoscia e alla tristezza.
La tua prematura scomparsa ha avuto una vasta eco sui social e tanti hanno ricordato le Tue qualità eccezionali, di uomo brillante, fattivo e impegnato nel sociale.
Ma io ho avuto un grande privilegio, che voglio testimoniare: quello di averti frequentato quotidianamente per cinque lunghi anni scolastici, essendo stato il Tuo compagno di banco al Liceo classico di Potenza.
E, in quel meraviglioso periodo della nostra vita, di avere ricevuto molto dalla tua umanità, dalla tua cultura e dalla tua intelligenza.
Eri una persona socievole e gioviale e rendevi spassose le giornate dell’intera classe.
Le nostre gag teatrali suscitavano la generale ilarità nei nostri compagni.
Avevamo in comune la grande passione per la musica.
Benché io fossi uno strimpellatore dilettante e tu un talentoso studente di violino presso il locale Conservatorio (dove Ti saresti presto diplomato a pieni voti).
Mi parlavi di tanti argomenti musicali complicati e incomprensibili, come ad esempio della dodecafonia shoemberghiana. Era bello vederti suonare nei saggi musicali in cui, ogni tanto, ti cimentavi. Eri, per me, in tale ambito, un mostro sacro.
Mi sorprendesti profondamente quella volta in cui, nella palestra della scuola, mi difendesti come un leone dalle angherie di un bullo prepotente, affrontandolo a viso aperto e costringendolo a battere in ritirata.
Eri così, leale, generoso ed altruista.
E, fino all’ultimo, Ti sei sacrificato per il bene altrui
Le nostre giornate a scuola erano meravigliose.
Ho raccolto e serbato come in uno scrigno prezioso le Tue confidenze su aspirazioni, amori, delusioni, amarezze.
E tu hai fatto altrettanto con le mie, nonostante la mia naturale ritrosia ad aprirmi.
Anche dopo i tempi del liceo abbiamo continuato a sentirci e a ritrovarci, spesso assieme agli altri compagni, in un clima gioioso e spensierato.
Mi hai stupito anche quella volta in cui, nel giorno del mio matrimonio, Ti sei presentato senza preavviso col Tuo violino alla cerimonia religiosa ed hai intonato magistralmente brani bellissimi e toccanti, come l’Ave Maria e l’Aria sulla quarta corda.
Anche se la musica era la Tua grande passione, dicevi, mestamente, che
“carmina non dant panem”
“le poesie non danno pane”
per cui hai avuto il coraggio e la capacità d’intraprendere un nuovo percorso professionale, foriero di maggiori soddisfazioni.
Così, dopo il diploma in violino e l’esperienza dell’insegnamento scolastico
Ti sei laureato in giurisprudenza ed hai iniziato ad occuparti brillantemente dei problemi della scuola, diventando un autorevole riferimento per i lavoratori scolastici ed un combattivo rappresentante sindacale.
Mi hai letteralmente sbalordito quando hai preso a collaborare col quotidiano Italia Oggi e con la Treccani e quando hai persino pubblicato una monografia di diritto scolastico con la Giuffrè.
Ti ho sempre tributato la mia ammirazione per questi prestigiosi risultati.
Nonostante ciò, hai mantenuto sempre una profonda umiltà, indice di grande intelligenza, di umanistica temperanza e di un marcato spessore culturale.
Ci capitava spesso di confrontarci su questioni scolastiche.
Ho ancora impressa nella mente la Tua voce, il giorno prima del tragico evento, quando mi hai telefonato per sentire il mio punto di vista su una questione che Ti stava a cuore.
Lasci a chiunque Ti abbia conosciuto una grande lezione umana, morale, politica e intellettuale.
Ne sono testimonianza i numerosi e corali messaggi di cordoglio apparsi sul Tuo profilo social.
Sono certo che i Tuoi bravissimi figli, Marco e Carlo, saranno valenti continuatori delle Tue grandi passioni: la Musica e il Diritto.
Per quanto mi riguarda, sarai sempre parte del mio cuore e spiritualmente al mio fianco, come tanti anni fa.