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MADONNA DELLE GRAZIE, MURO LUCANO IN FESTA

A Capodigiano sorge il Santuario; la Madonna con Gesù Bambino fu protagonista di uno dei miracoli con San Garardo

Il Santuario della Madonna delle Grazie di Capodigiano, frazione di Muro Lucano, torna in festa.  Dopo gli anni di fermo, dovuti alla pandemia, si torna a celebrare una ricorrenza sentita ai muresi, quella della Madonna delle Grazie. Sante Messe, e liturgia si uniscono alla fede profonda dei fedeli che si recano ai piedi della Vergine e del suo Bambino.

Il Santuario è un luogo di doppia valenza religiosa: la statua che troneggia dietro l’altare è difatti protagonista di uno dei miracoli che riguardano il Santo Patrono della Basilicata, Gerardo Majella di Muro Lucano.

Qui difatti nel 1732, a soli sei anni, Gerardo riceve un panino bianco dalle mani di un “bambino che sorride” e sullo sfondo si vede una bella Signora.

All’interno della Chiesa frammenti di affreschi medievali (tra i quali un Angelo e una Madonna in trono tra due Santi non identificabili), la statua 400esca della Madonna delle Grazie collocata sull’altare maggiore, e di grande pregio artistico la tela dipinta da Louis Moser da Vienna, che ricorda le apparizioni della Madonna e del Bambino Gesù con il panino bianco a San Gerardo: il pittore nel 1943 usò come modello per il dipinto, proprio un bambino di Muro, oggi ancora vivente.

Nella giornata delle celebrazioni non mancano luminarie e attività di festa. Una giornata che si ripete e si rinnova da centinaia di anni, in un luogo che ha vissuto profonde trasformazioni: Nel Numistrone, il dott. Martuscelli racconta che dove oggi sorge il Santuario, “v’era un sito a meno e delizioso. Annose querce incoronano le alture che circondano il piano ove è la chiesa… all’ombra di quegli alberi maestosi dopo che si udì la messa e ritornò la processione, si imbandiscono mense sull’erba. Nel vespro si torna in chiesa, dopo di che si balla sui prati fino all’ora tarda”. 

Con un balzo ancor più indietro nel tempo, questa Chiesa fu edificata tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo su un luogo di culto preesistente, precisamente un antico tempio pagano nel quale si venerava il dio Giano. Il costruttore fu il maestro Sarolo da Muro, celebre architetto e costruttore che ha realizzato numerosi edifici di culto in Basilicata.

Leoni e l’ara sacrificale funeraria, databili all’età imperiale romana, abbelliscono i due ingressi, dotati di portoni istoriati in bronzo.

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