MATERA RACCONTA IL SUO “GIORNO PIÙ LUNGO”
Dal carro trionfale ai cavalieri della Bruna, la città rivive i momenti più suggestivi della festa del 2 luglio
Sono ancora vive, il giorno dopo la festa della Madonna Bruna, le immagini, le emozioni e le sensazioni di quello che è da sempre il giorno più lungo e più atteso dai materani
Ne riviviamo insieme alcuni momenti come quelli della sera della festa allorché si accendono le luminarie in una sinfonia di variegati colori e con le loro artistiche geometrie sembrano quasi trapuntare il cielo di ricami luminescenti.
Come non ripensare ancora allo spettacolo imperdibile che ha trasformato la grande architettura della galleria di luci di piazza Vittorio Veneto, in un enorme nave che fluttuava sopra una marea di folla plaudente. A migliaia le persone affluite per la festa della Bruna e la sensazione era come se tutte volessero a tutti i costi recuperare il tempo perduto nei due anni di pandemia.
E poi torniamo ad accendere per un attimo i riflettori sul carro trionfale. Lo abbiamo visto decine di volte, quando si trovava nella fabbrica Michelangelo Pentasuglia, e lo abbiamo descritto in tutte le sue peculiarità e dettagli, ma vederlo la sera del 2 luglio in movimento, avanzare poderoso e farsi spazio tra la folla resta un’altra indescrivibile emozione indissolubilmente legata alla festa della Bruna e che torniamo a rivivere interamente e intensamente, ma di certo non senza portarci nel cuore un grande scrupolo misto a un enorme senso di gratitudine e affetto per i sei muli chiamati a un notevole sforzo nel trainare il possente manufatto di ferro e cartapesta.
E come non ripensare a tutti quegli sguardi di grandi e piccoli, rivolti al carro, ai cavalieri, alle luminarie. Sembrava che ogni divario di età si annullasse completamente e tutti ammiravano quei colori e quelle luci, con divertimento sincero e spensierato lasciandosi dietro per qualche ora tutti i problemi quotidiani.
La festa del 2 luglio è tradizione e in quanto tale è anche un momento in cui si pensa a coloro che ci hanno preceduto. Molti di loro oggi non ci sono più e ci piace pensare che guardino la festa della Madonna Bruna dall’alto godendo di una prospettiva favolosa non solo come visuale ma anche come vicinanza alla Vergine Maria, ma tanti altri invece ci sono ancora e non rinunciano per nessuna cosa al mondo all’abitudine storica di sedersi con le loro seggiole sulla strada in prima fila per salutare la Madonna al suo passaggio e ammirare ancora una volta il carro trionfale.
Tra i momenti più indimenticabili della festa è quasi impossibile non tornare agli assaltatori del carro, al loro l’impeto giovanile, all’entusiasmo, l’esuberanza incontenibile e gli accordi e le alleanze fatte sottobanco con altri team di assaltatori. Si preparano da anni, aspettano dietro le transenne da ore pronti a quell’unico irripetibile istante in cui dovranno lanciarsi sul carro. Di fronte a loro, pronti a contenere il dirimpette assalto al carro ci sono decine di agenti di polizia che fanno del loro meglio per impedire ai giovanni atti sconsiderati e pericolosi.
Ma la festa della Bruna è fatta anche di tanti momenti particolari come ad esempio quelli in cui la verace natura delle persone viene fuori e in proposito ne ricordiamo uno curioso. È il momento del passaggio del corteo in piazza Vittorio Veneto. Ad un tratto si levano fischi e buu. Considerando che i cavalieri, il carro trionfale e il clero non sono ancora arrivati, che la banda è piaciuta tantissimo e ha ricevuto solo applausi e che nessuno fischierebbe mai ai gonfaloni della confraternita dei pastori e dell’associazione Madonna della Bruna, e considerato che non si fischia nemmeno alle forze dell’ordine, beh! resta solo un’ultima categoria che in quel momento attraversa la piazza e che probabilmente è la destinataria dei fischi.
Un applauso si leva poi in favore di tutti gli organizzatori, e un grandissimo boato in onore di Maria Santissima della Bruna, perché il 2 luglio è la festa che Matera e i materani dedicano alla loro patrona e protettrice, una festa che appartiene alla gente materana e alle più profonde e radicate tradizioni di un popolo e di una civiltà e di questo anche la Madonna ne è consapevole e ora ella guarda e protegge con ancor maggior premura i suoi cittadini che, conclusa la festa, hanno già iniziato a lavorare e con ardore a preparare il carro trionfale per il prossimo anno.