BARDI, CASO PERFETTO DI ETEROGENESI DEI FINI
Tacco&Spillo
Tutto ci saremmo aspettati da questo centrodestra minimale e gaffettaro tranne che l’esibizione fatua e rovesciata delle citazioni, su cui pure abbiamo frequentazioni di pagine d’autore che farebbero tremare i polsi e che invece vengono usate per sciacquare il merito delle questioni sollevate col cazzeggio dialettico come accaduto con la replichetta del settantenne Vito Bardi al sottosegretario Giuseppe Moles. Ora a sentire la strampalata teoria del governatore è stato addirittura l’eccesso di condivisione a far arrivare “l’eterogenesi dei fini” dalle parti di FI, partito dal quale Bardi era pronto ad uscire per svolazzare sulle praterie parlamentari di FdI e che solo l’assassinio politico e giustizialista contro Gianni Rosa ha scongiurato. Eppure se c’è un campo dove regna l’eterogenesi dei fini è proprio quello del governo Bardi dove le azioni hanno prodotto sempre un conseguimento di fini diversi da quelli prefissati e su cui ormai è presente una vera e propria letteratura scientifica che va dalle nomine effettuate che hanno disastrato la Basilicata al ventaglio di leggi impugnate, ai fiduciari scelti, ai trombati risarciti con posticini fino ai provvedimenti flop. Ha scritto Roberto D’Agostino: “Sono un caso perfetto di eterogenesi dei fini”.