IL LIQUIDATORE SI FA LA SEGRETARIA
Consorzio Asi Potenza, Fiengo: affidamenti, incarichi e consulenze esterne
Sul Consorzio Asi di Potenza, posto in liquidazione dal marzo dell’anno scorso, ancora intatta la certezza dell’incertezza: non solo permane, ma «è destinata a permanere», fine sconosciuto, la situazione inerente alla procedura di liquidazione. Calcolando che come da relativa legge regionale, il termine della liquidazione è previsto al 27 maggio 2024, allo stato attuale delle cose si potrebbe quasi arrischiare la previsione che servirà anche, in toto o in parte, la proroga di altri 2 anni. Parole ufficiali, quelle del «è destinata a permanere», del liquidatore Giuseppe Fiengo il cui compenso non è dato sapere con precisione.
COMPENSO DEL LIQUIDATORE: MISTERI DI FIENGO L’avvocato nato a Cambridge e residente a Roma col «preliminare di notula» dello studio legale Associato Campagnola-Fiengo-Galano ha deciso di passare all’incasso per il compenso del periodo dal 29 novembre 2021 al 28 maggio scorso, ma il contenuto della notula è ignoto o più precisamente la documentazione è depositata presso gli uffici consortili, per cui chi è interessato può andare a visionarla fisicamente. Ma al di là del compenso, la situazione all’Asi riporta di un anno “ricco”, per il liquidatore Fiengo, di affidamenti esterni, conferimenti incarichi, consulenze e persino assunzioni.
ARCHIVIO ASI, L’AFFIDAMENTO ALLA SPIX IN 3 ATTI Per Fiengo l’anno in corso è cominciato sotto i peggiori presagi, intendendo con ciò i pasticci burocratici. Ci sono voluti ben 3 atti per un affidamento via preventivo, valore economico sconosciuto, ovvero pubblicamente omesso, alla Spix Italia Srl che ha sede legale in Sant’Angelo Le Fratte. Ben 3 atti: affidamento, sospensione dell’affidamento e revoca della sospensione. Se il contratto stilato davvero previa acquisizione di preventivo, chissà perchè ricevutolo, la Spix, che deve riordinare l’archivio storico e corrente dell’Asi, ha espresso perplessità in ordine allo stesso, tanto che alla fine è stato riformulato. Misteri di Fiengo.
LIQUIDATORE CAPITOLINO, SEGRETARIA ANCHE Avvocato romano, segretaria pure. Consorzio in liquidazione, ma, tra le altre, c’è una «dipendente neo-assunta»: la «Sig.ra Anna Rosa». Il liquidatore Fiengo già si era avvalso delle prestazioni di Rosa, la novità, ora, è contrattuale. Il compito è la scrittura di testi della corrispondenza e l’«indispensabile» coordinamento e trasmissione della posta in arrivo e partenza. Per questo Fiengo ha messo nero su bianco la necessità di una segretaria. Segretaria che lavora in «una stanza con le dotazioni informatiche ed operative» gentilmente messa a disposizione dallo Studio Legale Associato C.F.G. di Roma. Rosa assunta a tempo pieno, a supporto del liquidatore e per tutta la durata della procedura di liquidazione del Consorzio.
IL “SEGRETARIO” PER I RIMASTI Di diritto e di rovescio, quasi, ma non lo è, verrebbe facile la tentazione del parallelismo con la diligenza del buon padre di famiglia. Fiengo ha una segretaria, ma ha pensato anche ai suoi. Il personale consortile è transitato in parte presso Acquedotto Lucano S.p.A. e in parte presso l’Apibas. Due le eccezioni: rimasti nella struttura commissariale, i dirigenti Guido Bonifacio e Angelo Marzano. Ed ecco la consulenza tecnica, ovvero l’incarico semestrale, per ora, al geometra Gerardo Luciano Laurita preso, a mille e 200 euro al mese, oltre Iva e cassa se dovute, per lo svolgimento dell’attività di consulenza-service con funzioni di supporto al dirigente tecnico nella istruttoria delle pratiche inerenti i procedimenti relativi alle attività istituzionali rimaste in capo all’Ente in liquidazione.
LA COMMERCIALISTA TRIPALDI, LASCIA O RADDOPPIA: LA SECONDA Nel dicembre scorso l’affidamento «con urgenza» in favore della commercialista Domenica Cristina Tripaldi per adempimenti connessi alla tenuta della contabilità della liquidazione: costo annuo pari a 84mila euro oltre spese forfettarie in misura del 12,5%, cassa ed Iva, nonché il rimborso delle spese vive anticipate per conto dell’Asi. Come dire, il centrodestra, forse, faceva meglio a nominare direttamente Tripaldi quale liquidatore dell’Asi che non Fiengo che poi a sua volta ha incaricato la Tripaldi. Chiuso col botto il 2021, per Tripaldi, buoni segnali anche nel 2022. Fiengo, ai ricevuti avvisi di accertamenti per imposta Imu notificati ai Comuni di Baragiano (per gli anni 2017, 2018, 2019, 2020 e 2021), Balvano (per gli anni 2015 e 2021) e Sant’Angelo Le fratte (per l’anno 2021), ha reagito pensando all’impugnazione degli stessi davanti alla Commissione Tributaria Provinciale di Potenza. Siccome il commercialista ce l’aveva in casa, e avendo la stessa dato disponibilità, via libera all’incarico da 7 mila e 500 euro base, oltre a rimborso forfettario, contributo previdenziale integrativo, Iva e spese vive necessarie all’espletamento del mandato e al netto della ritenuta d’acconto, in favore di Domenica Cristina Tripaldi per la presentazione del ricorso avverso gli avvisi di accertamento citati.
S’INCASSA (DOPO 10 ANNI) DA ENI E SI SPERA DI INCASSARE DA FCA Soldi: tra contestazioni e incassi, non mancano all’ex Consorzio Asi, le “curiosità”. A distanza di oltre 10 anni, conclusa, a giugno scorso, la pratica Eni. Com’è noto, l’Eni SpA è insediata nell’area industriale di Viggiano con l’impianto estrattivo di idrocarburi denominato Cova. Nel lontano giugno del 2011, la multinazionale petrolifera, nell’ambito delle procedure interne di sistemazione patrimoniale segnalò all’Asi che all’interno e all’esterno dell’area del Cova, alcune particelle non erano state incluse nei precedenti atti di passaggio di proprietà. Per questo, ne richiedeva la formale acquisizione. L’Asi, a distanza di oltre 10 anni, ha verificato le lacune della compravendita e comunicato all’Eni che il prezzo unitario di vendita dei suoli di proprietà consortile, è di complessivi 215 mila e 918 euro. Visto che le aree esterne in questione, a oggi, sono prevalentemente utilizzate a verde e parzialmente interessate da infrastrutture consortili, comunque per non pregiudicare l’esercizio delle stesse, i terreni passano all’Eni, ma l’Eni deve garantire al Consorzio e ed o ai suoi aventi causa, l’accesso per la manutenzione proprio delle infrastrutture. Dall’Eni all’Fca già protagonista con Asi di un incrocio di sentenze della Giustizia amministrativa. Fca, che pare ignorare le richieste di pagamento inoltrate, è debitrice del Consorzio di somme superiori ad un milione di euro per la fornitura di acqua ad uso civile e industriale, nonché dei servizi di depurazione delle acque reflue e utilizzo del raccordo ferroviario e via discorrendo. Per cui, citazione in giudizio, davanti al Tribunale di Potenza, della società Fca Italy SpA, con la speranza della condanna al pagamento sia delle somme dovute che del risarcimento dei danni prodotti al Consorzio. La pratica, affidata all’avvocato Alfonso Papa Malatesta dello studio associato Visentini Marchetti e Associati di Roma che ha sede nella centralissima piazza Barberini. Per gli ex dipendenti consortili, nel frattempo, ancora non è completamente chiuso il caso del Trattamento di fine rapporto. Ma questa, è un’altra storia.