CONFERENZA STAMPA 12 LUGLIO 2022
Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha tenuto una conferenza stampa insieme ai Ministri del Lavoro e delle Politiche sociali Orlando e dello Sviluppo economico Giorgetti
MARIO DRAGHI
Conferenza stampa del Presidente Draghi con i Ministri Orlando e Giorgetti
12 Luglio 2022
Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha tenuto una conferenza stampa insieme ai Ministri del Lavoro e delle Politiche sociali Orlando e dello Sviluppo economico Giorgetti
https://youtu.be/sA5loMpMzuw
PIERPAOLO BOMBARDIERI
❗Con Draghi c’è stato un incontro che ha segnato un’apertura del governo su una serie di temi ma rimangono senza risposta altri 3 dossier importanti: la riforma del welfare, delle pensioni e il lavoro povero.
Abbiamo poi ribadito per noi alcune necessità:
?ridare potere d’acquisto a lavoratori e pensionati tagliando il cuneo fiscale per aumentare il netto in busta paga;
?rinnovare i contratti scaduti;
?intervenire su chi sta facendo speculazioni.
?Per recuperare ulteriori risorse necessarie noi abbiamo proposto di estendere l’extratassa sugli extra profitti a tutte le aziende, non solo quelle del settore energia.
➡️ C’è, inoltre, il problema del lavoro precario da risolvere.
Per noi bisogna riaffermare un principio: il lavoro a tempo indeterminato deve costare meno del lavoro a tempo determinato!
Seguiamo l’esempio del modello spagnolo limitando l’utilizzo dei contratti a tempo determinato. Con questa misura le assunzioni in Spagna sono aumentate del 70%. Si può fare anche da noi.
?️Lo abbiamo ribadito poco fa su Rai Radio 1
https://www.facebook.com/PPBombardieri/videos/772047353934852/
Conferenza stampa del Presidente Draghi con i Ministri Orlando e Giorgetti
Martedì, 12 Luglio 2022
Introduzione del Presidente Draghi
Buonasera a tutti,
al centro di questa conferenza stampa c’è l’incontro che abbiamo avuto oggi con i sindacati, un incontro positivo. Voglio subito ringraziare Maurizio Landini Luigi Sbarra, Pierpaolo Bombardieri per la loro disponibilità e il loro contributo.
Grazie anche ai ministri che hanno partecipato, Giancarlo Giorgetti e Andrea Orlando che sono qui con me in conferenza stampa, poi Renato Brunetta e Stefano Patuanelli.
Nei mesi scorsi ho auspicato che potesse esserci un nuovo Patto sociale per gestire la fase che stiamo attraversando e che attraverseremo nei prossimi mesi. Lo scopo del Patto è la continuazione della crescita e, sostanzialmente, la protezione e la tutela del potere d’acquisto di lavoratori, pensionati, delle famiglie. L’economia italiana continua a crescere ma le previsioni sono piene di rischi. Primi tra tutti l’aumento del costo della vita. Complessivamente la nostra economia, anche rispetto a quelle di altri grandi Paesi dell’Eurozona, al momento sta andando meglio delle attese. Ma sarei esitante ad estrapolare questo nei prossimi trimestri, per i rischi che ci sono e che sono davanti ai nostri occhi. L’inflazione erode il potere d’acquisto delle famiglie, soprattutto per quelle più deboli, e aumenta i costi di produzione delle imprese soprattutto nel settore manifatturiero. Dobbiamo intervenire per sostenere l’occupazione e anche per affrontare le disuguaglianze, che in questi periodi di alta inflazione si aggravano rapidamente. E dobbiamo naturalmente difendere pensioni e salari. Da lì nasce anche l’idea di questo incontro stamattina.
Per far questo occorre essere insieme, occorre un coinvolgimento pieno del Governo con le parti sociali. Nella riunione di oggi abbiamo stabilito prima di tutto un metodo di lavoro, prevediamo degli incontri su una serie di temi: l’energia prima di tutto; la trasformazione di alcuni settori produttivi particolarmente importanti come l’automotive e l’acciaio; poi gli incontri sul Piano nazionale di Ripresa e resilienza, in realtà esiste un tavolo permanente per questi incontri sul Pnrr ma si vuole renderlo più attivo e anche più importante; poi la legge di bilancio e anche un tavolo sul precariato, alla luce degli ultimi dati emersi in questi in questi ultimi giorni.
Inoltre abbiamo presentato ai sindacati le linee su cui intendiamo muoverci su alcuni temi chiave: i contratti collettivi e il cuneo fiscale, la riduzione del carico fiscale per i lavoratori. Abbiamo concordato di rivederci tra due settimane, quando il Governo presenterà un provvedimento che è stato definito dal Sottosegretario Garofoli “corposo”. In quell’occasione, prima di discuterlo con il Consiglio dei Ministri e prima di prendere le decisioni, avremo un altro incontro con le forze sociali.
Voglio ricordare inoltre che il governo non è che non ha fatto nulla, ha fatto già molto per famiglie e imprese. Abbiamo stanziato 33 miliardi di euro: un tempo erano cifre di una o due finanziarie e ora sono stati gli stanziamenti necessari per contrastare e mitigare l’effetto che l’aumento dei prezzi dell’energia ha avuto soprattutto sui più fragili, sui più deboli. Nella scorsa legge di Bilancio abbiamo approvato un esonero contributivo per i lavoratori dipendenti con retribuzioni inferiori ai 35 mila euro, abbiamo sostenuto i redditi di 28 milioni di italiani tra pensionati, lavoratori dipendenti, autonomi con un contributo di 200 euro ciascuno.
Ora è importante però mettere in campo misure strutturali per incrementare i salari, per incrementare il netto salariale. Un nostro obiettivo prioritario, come dico da tempo, è ridurre il carico fiscale sui lavoratori a partire dai salari più bassi. Su questo intendiamo intervenire in maniera decisa anche grazie agli spazi che contiamo di trovare all’interno della finanza pubblica, perché non vogliamo che – a seguito di queste decisioni – aumentino i tassi di interesse. In altre parole decidiamo di spendere di più poi ci ritroviamo che li spendiamo di più per tassi di interesse sempre più alti.
L’altra questione che è stata discussa riguarda il rinnovo dei contratti collettivi. La contrattazione collettiva è uno dei punti di forza del nostro modello industriale, quindi non è accettabile che alcuni contratti siano scaduti da tre anni, alcuni addirittura da nove anni. Negli ultimi mesi ci sono stati importanti rinnovi per esempio nel settore chimico e farmaceutico, ora dobbiamo rinnovare i contratti scaduti come quelli nel commercio e nei servizi.
L’altro tema è stato su come affrontare la questione di un salario che copra tutti i lavoratori, perché oggi non tutte le categorie di lavoratori sono coperte dai contratti collettivi. E i lavoratori che non sono coperti dai contratti collettivi vivono in una situazione di incertezza, di vulnerabilità. Noi tutti, il governo e le parti sociali, dobbiamo agire nell’interesse di questi lavoratori. A livello europeo è stata approvata in Commissione la Direttiva sul salario minimo e il governo intende muoversi in questa direzione.
(Su questo punto il ministro Orlando ha poi spiegato nel dettaglio la proposta sul salario minimo).
Domande
Paola Lo Mele (Ansa): La scorsa settimana Giuseppe Conte le ha consegnato un documento in 9 punti, che sono le priorità del Movimento e che hanno il loro fulcro soprattutto sulla protezione dei salari delle famiglie, dei lavoratori. Gli esiti dell’incontro di oggi con i sindacati, e gli annunci fatti in questa conferenza stampa, possono essere interpretati anche come una prima risposta alle istanze sollevate dal Movimento 5 Stelle?
Presidente Draghi: Quando ho letto quella lettera ho trovato molti punti di convergenza con quella che è l’agenda di Governo, l’incontro di oggi e i temi discussi con i sindacati sono esattamente in quella direzione. Sono punti che era necessario comunque sollevare. Oggi tra le confederazioni sindacali si nota l’accettazione di un’ipotesi di salario minimo, dove il riferimento viene fatto non a una soglia precisa ma al Trattamento economico complessivo previsto dalle contrattazioni più diffuse. Su questa piattaforma il Ministro Orlando ha verificato oggi nell’incontro che c’è una convergenza delle tre confederazioni sindacali. C’è insieme l’esigenza effettivamente di fare qualcosa per il lavoro povero. I numeri dell’Istat e i numeri dell’INPS di questi giorni sono drammatici da questo punto di vista, e questo in un contesto che sicuramente è destinato a peggiorare per l’inflazione che c’è. Quindi un intervento del Governo era assolutamente importante, necessario e se questo coincide anche con l’agenda che mi ha dato Conte bene, sono anche molto contento io e forse anche lui.
Mario De Pizzo (Tg1): Buonasera Presidente. Ha parlato di molti rischi per la crescita, però ha illustrato anche la linea di intervento del governo per proteggere famiglie ed imprese. Ci può dire se si interverrà già prima della Legge di Bilancio – ha detto anche che ci sarà un intervento corposo – e con quali priorità. Grazie.
Presidente Draghi: Sì, ci sarà un intervento prima della fine di luglio che riguarderà prima di tutto mezzi e strumenti per mitigare l’effetto dell’aumento del prezzo dell’energia. I dettagli sono in corso di valutazione, le aree di intervento sono comunque simili a quelle già trattate nel passato – bollette, accise per la benzina e il gasolio -, ma ci saranno anche interventi che sono proporzionati – come la scorsa volta d’altronde – alla ricchezza, al reddito dell’individuo. Le cose sono ancora in discussione e oggetto di valutazione. Alcune di queste valutazioni sono oggettivamente complesse, ma l’intenzione e la determinazione del governo c’è, l’avete verificata: non si spendono 33 miliardi in questa direzione se non ci fosse stata una convinzione del governo a lavorare per aiutare le famiglie italiane a superare questo momento difficile.
Stefano Cappellini (la Repubblica): Buonasera Presidente, una domanda relativa soprattutto all’incontro di stamattina con i sindacati. Tra le proposte che sono state discusse al tavolo e anche tra le proposte che, poco fa, lei illustrava, si è ragionato di coperture e soprattutto con coperture provvisorie: extra deficit, si è parlato di tasse sugli extra profitti, evasione fiscale, comunque tutte entrate aleatorie per definizione. Le chiedo se è pensabile in prospettiva di continuare a intervenire con dei pacchetti così robusti di provvedimenti senza pensare a entrate strutturali, se è sostenibile nel medio periodo. E poi, visto che ha incontrato Enrico Letta poco fa, immagino che abbiate parlato della situazione di crisi o di pre-crisi con il Movimento 5 Stelle, volevo capire se Enrico Letta che è, almeno sulla carta, un alleato Giuseppe Conte le ha dato qualche buona notizia sulla condotta dei 5 Stelle in vista della fiducia al senato. Grazie.
Presidente Draghi: Con Enrico Letta abbiamo parlato semplicemente della prospettiva, della situazione, ma non mi ha dato buone o cattive notizie. Sull’altra questione, lei ha parlato di entrate aleatorie: no, non sono entrate aleatorie, queste entrate esistono solo che non sono strutturali. Sull’evasione fiscale? Noi non l’abbiamo mai usata come possibilità di entrata e non ne abbiamo parlato stamattina. L’evasione fiscale deve essere perseguita per sé stessa, non può essere utilizzata in anticipo rispetto a quando viene effettivamente realizzata e i soldi si sono incassati tra l’altro, perché c’è una differenza tra accertamento e incasso. Però su un piano sostanziale della discussione, quello che è venuto fuori è che è necessario fare interventi strutturali, è che gli interventi ad hoc ora trovano meno logica, meno spiegazione. Perché? Perché gli interventi ad hoc sono giustificati – parlo di interventi ad hoc per tutelare il potere d’acquisto – quando l’inflazione è effettivamente un fenomeno temporaneo. Ma quando comincia a essere un fenomeno stabile – magari forse non durerà tantissimo ma durerà abbastanza – in quel caso gli interventi devono essere strutturali; in più devono essere strutturali perché bisogna anche preservare la competitività delle aziende italiane. Il costo del lavoro, quindi, deve essere diminuito e, nello stesso tempo, il netto per il lavoratore deve crescere. Gli interventi di cui abbiamo parlato sono interventi tutti a favore del lavoratore però in questa fase. L’altra questione è che sono interventi urgenti. ‘Urgenti e strutturali’ sono le caratteristiche di molta parte della discussione che abbiamo fatto oggi; in altre parole, molti interventi potranno aver luogo nella Legge di bilancio ma certamente altri interventi devono esser fatti prima.
Carmelo Caruso (Il Foglio): Presidente, se giovedì il M5S deciderà di non votare il Dl Aiuti molto probabilmente Lei sarà chiamato a ripresentarsi nuovamente alle Camere per verificare se il suo governo gode ancora della maggioranza. Le volevo chiedere: è pronto a ripresentarsi e verificare se il governo gode ancora della maggioranza?
Presidente Draghi: Darò la risposta per punti. Primo: lo chieda al presidente Mattarella; secondo: ho già detto che per me non c’è un Governo senza 5 Stelle; terzo: ho già detto che per me non c’è un governo Draghi altro che l’attuale. Quindi questa è la situazione. Ma guardate questa situazione di fibrillazione il governo l’ha affrontata abbastanza bene. Continua a lavorare, oggi abbiamo avviato questa intensa fase di partecipazione, di coinvolgimento con le parti sociali. Abbiamo lavorato su provvedimenti nei giorni scorsi, affronteremo i problemi dell’Ilva. E poi naturalmente provvedimenti per tutelare il potere d’acquisto dei lavoratori, la competitività delle imprese, più in generale anche il potere d’acquisto dei pensionati. Per cui queste fibrillazioni sono importanti perché riguardano l’esistenza del governo, ma diventano ancora più importanti se il governo pur esistendo non riuscisse a lavorare. Questo è il punto fondamentale, il governo ora riesce a lavorare. Qualora si verificasse una situazione in cui il governo non riesce a lavorare, lo dico anche per tanti altri che dicono che a settembre faranno sfracelli, che minacciano cose terribili eccetera: un governo con ultimatum non lavora, a quel punto il governo perde il suo senso di esistere.
Monica Guerzoni (Corriere della Sera): Volevo sapere se questi che minacciano sfracelli sono gli esponenti della Lega, Matteo Salvini. Se lei è preoccupato anche per l’atteggiamento dei leghisti.
Presidente Draghi: Io ho fatto un esempio, lei può mettere il nome che preferisce sull’esempio. Il punto è questo: se si ha la sensazione che è proprio una sofferenza straordinaria stare in questo governo, che si fa fatica, che non si ha nessun piacere, non si deriva nessuna soddisfazione da quello che il governo fa, bisogna essere chiari. In altre parole, ripeto, se il governo riesce a lavorare continua, se non riesce a lavorare non continua.
Wanda Marra (Il Fatto Quotidiano): Vorrei tornare sull’economia, sarebbe interessante capire quali misure entrano in questo decreto di fine luglio e quali entrano nella legge di bilancio. Inoltre, questa mattina i sindacati non si sono detti del tutto soddisfatti anche rispetto alle cifre di cui si parla, che sono 13 miliardi. Quindi, visto che lei ha parlato di fibrillazione e di contentezza di stare dentro questo governo, vorrei capire lei cosa pensa di “offrire” a chi ha posto delle questioni.
Presidente Draghi: Le ripeto quello che ho detto prima: è previsto un decreto molto corposo a fine mese, che evidentemente parte da 33 miliardi già spesi, quindi continua ad investire somme significative nei settori a cui ho accennato e forse ci saranno anche altre misure.
Poi verranno altre misure strutturali nella legge di bilancio, non mi chieda di anticipare cose che devono ancora essere discusse e decise. Però la determinazione è questa.
Wanda Marra: Se lei rimanda alla legge di bilancio, il rischio è che poi si ricominci il gioco che c’è adesso, che altre forze politiche a settembre mettano in discussione quello che magari sta pensando di fare in vista dell’autunno.
Presidente Draghi: Certamente, ha perfettamente ragione. Infatti ho detto che devono essere strutturali e urgenti. Quello che si può fare in questo decreto alla fine del mese è molto di urgente e probabilmente poco di strutturale. La parte strutturale avviene in legge di bilancio, però noi siamo consapevoli di questa urgenza. Ma non tanto per anticipare l’azione di un governo futuro, perché questo non sarebbe nelle opzioni costituzionali di questo governo. Ma semplicemente perché va fatto, sono cose che il Paese chiede, gli Italiani vogliono, perché è normale che si facciano, perché l’economia ha bisogno che si facciano, e anche la giustizia sociale ha bisogno che si facciano.
Alessandra Migliaccio (Bloomberg): Come conciliare la protezione dei lavoratori e i rischi relativi all’inflazione, con salari che aumentano in un modo che potrebbe diventare un rischio per l’inflazione? Una questione a cui guarda con attenzione la Banca Centrale Europea. Bisogna tutelare le famiglie, non possiamo lasciare i lavoratori senza aiuto, senza aumentare i salari, però la Banca Centrale ha detto di guardare con grandissima attenzione all’aumento eventuale di salari per tutti in tutta Europa. L’Italia come si comporterà in questo senso? Inoltre vorrei chiedere quanti aiuti possiamo ancora dare senza arrivare a uno scostamento di bilancio?
Presidente Draghi: Ciò che è importante evitare è che si inneschi una spirale tra aumento dei prezzi e aumento dei salari. Questo è quello a cui guardano la Banca Centrale Europea e tutte le banche centrali. Nel nostro caso il costo netto del lavoro, la retribuzione in termini reali, è molto bassa, molto bassa rispetto alla storia, negli ultimi 20-30 anni come abbiamo visto dai dati è diminuita, ed è molto bassa rispetto agli altri Paesi europei. Questo ha una sua spiegazione in 20 anni di minore produttività, ma non ha tutta la spiegazione in questo, c’è una grossa fetta che non è spiegata dalla differenza di produttività. Quindi le misure che sono state anticipate per sommi capi oggi sono misure che tendono ad aiutare il lavoratore e anche il pensionato a tutelare il potere d’acquisto dall’aumento dell’inflazione, ma non sono misure che innescano una spirale di salari-prezzi. In questo senso queste misure, come quelle anche che abbiamo preso finora, sono perfettamente compatibili con una politica monetaria anti-inflazionistica. Sulla seconda domanda, riguardo allo scostamento di bilancio, le risponderò come al solito: per ora non lo vediamo necessario, cioè pensiamo di fare tutte le cose che abbiamo in mente di fare, a cui ho accennato, senza prevedere uno scostamento di bilancio.
Susanna Turco (L’Espresso): Il collega Caruso prima aveva chiesto circa il futuro, lei ha risposto “Lo chieda a Mattarella”. Io non ho capito cos’è che bisognerebbe chiedere a Mattarella.
Presidente Draghi: Il rinvio alle Camere. Se ci sarà. Io ho risposto “lo chieda al Presidente della Repubblica”.
Alessandro Barbera (La Stampa): L’intervento che contate di fare entro la fine del mese sembra tanto un anticipo di Legge finanziaria piuttosto importante. Le volevo chiedere se c’è un significato politico, se per caso questo intervento serve a mettere il Paese in sicurezza nella misura in cui poi in autunno ci dovesse essere eventualmente una crisi di governo. Inoltre, Le volevo chiedere se pensa che il Paese eventualmente potrebbe permettersi di andare al voto in autunno invece di votare la finanziaria regolarmente.
Presidente Draghi: In merito alla seconda domanda, non commento scenari ipotetici, anche perché essendo uno degli attori in questa storia non è un giudizio oggettivo, distaccato. Sono parte di quel che succede.
Sulla prima domanda, ovvero se questo è un anticipo di finanziaria, allora anche il precedente decreto e quello anche prima erano anticipi della finanziaria. No, sono risposte che si devono dare immediatamente, non è pensabile aspettare ottobre, novembre, dicembre, la Legge di Bilancio. A quel punto l’effetto di diminuzione del reddito, del potere d’acquisto, dell’inflazione si è pienamente esercitato senza alcun aiuto, alcuna azione mitigatrice di questo intervento.
C’è anche una considerazione da fare: se si perde potere d’acquisto per grosse dimensioni e per tanto tempo, questo ha un effetto sui consumi. Noi questo lo vediamo già in altri Paesi: i consumi cominciano a flettere. Negli stessi Stati Uniti, dove le cose vanno ancora meglio, nonostante l’inflazione sia più alta, questo effetto è marcato e naturalmente i consumi sono la parte più importante della domanda. Quando flettono i consumi, tutta la domanda, e quindi il resto del sistema, va in declino.
Barbara Fiammeri (Sole24Ore): Lei ha detto che oggi non possiamo avere delle cifre, perché sono oggetto di confronto. Le chiedo però, vista la situazione, visti i rischi che lei stesso ha paventato per i prossimi trimestri: non ritiene che a differenza di quanto avvenuto nell’emergenza Covid-19 stia venendo meno, sotto il punto di vista del sostegno economico, un ruolo da parte dell’Europa? È possibile che questo rischio porti, come sta già avvenendo secondo tutti i sondaggi, a un raffreddamento della sensibilità nei confronti della popolazione ucraina, che continua a essere bombardata tutti i giorni ma che si sente meno tra di noi, nella popolazione, perché ci sono le bollette, ci sono gli stipendi… Non crede che l’Europa sia troppo timida e non stia facendo sentire la sua forza anche sul fronte economico?
Presidente Draghi: Innanzitutto sapete che noi continuiamo a porre, in ogni Consiglio Europeo, in ogni occasione di riunione, la necessità di avere una capacità fiscale comune, cioè di avere la possibilità che sia la Commissione Europea a finanziarsi sui mercati per poter poi prestare – si parla di prestiti, non più di aiuti – questi soldi ai vari Paesi europei, per avviare programmi che riguardano l’energia e gli investimenti pubblici. In altre parole ripetere, solo per la parte prestiti, quello che è stato fatto con il PNRR. È una discussione che vede l’opinione di vari Paesi spaccata e quindi continuiamo a parlarne. Lei ha perfettamente ragione: quanto più la situazione viene resa difficile anche per mancanza di questo intervento europeo, tanto più si attenua, comprensibilmente, la sensibilità dei cittadini verso la guerra, verso quello che sta succedendo in Ucraina. Il governo italiano e io personalmente stiamo lavorando continuamente alla possibilità, per esempio, di avere un meccanismo tipo Sure, di nuovo, in azione. Ci stiamo lavorando, ma che questi possano essere gli effetti è vero. Nello stesso tempo, i governi alleati e amici dell’Ucraina continuano a fare il loro dovere di sostenere, nei nostri limiti e con i nostri mezzi, sia gli ucraini sia i rifugiati, che come sapete in Italia continuano ad arrivare. Oggi siamo a circa 160mila rifugiati.
“Come ho già detto il governo con gli ultimatum non lavora e non ha senso. Il resto bisogna chiederlo a Mattarella”
Lo ha detto il premier Mario Draghi in conferenza stampa dopo l’incontro con i sindacati e replicando a una domanda sulle fibrillazioni nel governo e su un eventuale suo rinvio alle Camere in caso di astensione di M5s sul DL AIUTI
“Ho già detto che per me non c’è un governo senza M5s e non c’è un governo Draghi altro che l’attuale, questa è la situazione”
“Queste fibrillazioni sono importanti riguardano l’esistenza del governo ma sarebbe ancora più importante se il governo non riuscisse a lavorare”
“Quando ho letto la lettera (dei 5 stelle) – ha detto in un altro passaggio – ho trovato molti punti di convergenza con l’agenda di governo, quindi l’incontro di oggi con le forze sociali va esattamente in quella direzione”, Draghi ha aggiunto che quelli erano “punti che era necessario sollevare”
“Abbiamo presentato ai sindacati le linee guida su temi chiave come i contratti collettivi e il cuneo fiscale. Abbiamo concordato di rivederci tra due settimane quando il governo presenterà un provvedimento corposo e in quell’occasione, prima di discuterlo in cdm, avremo un altro incontro con le forze sociali”
Mario Draghi ha aggiunto subito però che
“il governo non è che non ha fatto nulla: abbiamo già fatto molto per famiglie e imprese con interventi da 33 mld. Cifra che una volta era di una-due manovre di bilancio mentre ora sono per mitigare i prezzi per i più fragili”
Il governo intende intervenire sul
“cuneo fiscale per i lavoratori a partire dai salari più bassi: intendiamo intervenire in maniera decisa grazie agli spazi nella finanza pubblica”
Lo dice il premier Mario Draghi in conferenza stampa aggiungendo:
“non vogliamo però che aumentino i tassi di interesse”
“Nei mesi scorsi ho auspicato un nuovo patto sociale per gestire la fase che attraversiamo e che attraverseremo nei prossimi mesi.
Lo scopo del patto è la continuazione della crescita e la protezione del potere d’acquisto per i lavoratori i pensionati e le famiglie. L’economia italiana continua a crescere ma le previsioni sono piene di rischi, prime tra tutte aumento costo della vita”
ha detto Draghi in conferenza stampa :
“Dobbiamo intervenire per favorire l’occupazione”
per lottare contro le “diseguaglianze che si aggravano gravemente e difendere salari e pensioni e per fare questo occorre essere insieme: serve il coinvolgimento pieno del governo con le parti sociali”
“Nella riunione di oggi abbiamo stabilito prima di tutto un metodo di lavoro: prevediamo incontri su una serie di temi, l’energia prima di tutto, la trasformazione di settori produttivi importanti, come automotive e acciaio, poi il Pnrr, su cui esiste un tavolo permanente ma si vuole renderlo più attivo e importante, e poi la legge di bilancio. Ma anche un tavolo sul precariato, alla luce degli ultimi dati emersi negli ultimi giorni”
È quanto scrive sui social il sottosegretario Sibilia :
“Da giorni ci definiscono irresponsabili perché chiediamo con forza il salario minimo. Oggi Draghi annuncia un provvedimento sul salario minimo. L’azione politica del M5S è seria ed efficace. Così si aiutano milioni di lavoratori che hanno paghe ‘da fame’. Altro che papeete bis”
Il segretario del Pd, Enrico Letta ha incontrato questo pomeriggio a Palazzo Chigi il presidente del Consiglio Mario Draghi
Intanto Giuseppe Conte ribadisce :
“Contiamo come Movimento 5 Stelle di ricevere delle pronte risposte, quindi adesso ci aggiorneremo prima possibile”
Alla domanda su come si comporterà il Movimento in Senato sulla questione di fiducia per il dl aiuti, l’ex premier ha preferito glissare:
“Sono venuto a controllare il caro prezzi di persona”
L’Aula del Senato esaminerà giovedì il provvedimento.
È stato stabilito dalla conferenza dei capigruppo di palazzo Madama, dove il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà ha preannunciato che il governo porrà la questione di fiducia sul testo, che scade venerdì.
Insieme a Simona Malpezzi e Debora Serracchiani abbiamo convocato per domani alle 14.30 alla Sala della Regina della Camera l’Assemblea congiunta dei Gruppi Parlamentari del Partito Democratico
Lo annuncia su Twitter il segretario del Pd, Enrico Letta.