ABBATTIMENTO CINGHIALI, I CONTI NON TORNANO
Emergenza infinita, la previsione prevedeva l’uccisione di 80mila capi in 3 anni: nel 2021, eliminati poco più di 8mila
Secondo l’assessore regionale all’Agricoltura, Francesco Cupparo, la nuova iniziativa sull’emergenza cinghiali decisa dalla Commissione Politiche Agricole della Conferenza delle Regioni per domani a Roma è in stretta sintonia e in continuità con le indicazioni emerse al “Tavolo emergenza cinghiali” «che abbiamo tenuto in Regione l’11 maggio scorso».
Circa due mesi fa, su indicazione della commissione Politiche agricole e su delega del ministro alla Transazione ecologica Cingolani, la sottosegretaria Gava aveva proposto una bozza di decreto inter-ministeriale che prevedeva due sostanziali modifiche all’articolo 19 della legge 157 del 1992: l’ampliamento del periodo di caccia al cinghiale e la possibilità da parte delle Regioni di effettuare piani di controllo e selezione nelle aree protette.
«A distanza di due mesi – ha aggiunto Cupparo – non è stato fatto alcun passo avanti mentre specie in questa stagione di maggiori raccolti agricoli continuiamo a registrare danni ingenti provocati dai cinghiali». Nel ricordare che il risarcimento per danni in regione alle colture agricole da ungulati lo scorso anno ha raggiunto 1,250 milioni di euro, Cupparo ha evidenziato che «quello del 14 luglio sarà un evento di denuncia per fare chiarezza su un problema sempre più grave che pone a rischio la stessa incolumità dei cittadini: gli incidenti stradali provocati lo scorso anno sono stati 303».
«Con i colleghi assessori alle Politiche Agricole – ha spiegato Cupparo – abbiamo anche chiesto di demandare ai Presidenti delle Regioni la possibilità di prelevare ungulati anche in aree protette con la nomina di un commissario». Rispetto al piano di previsione di abbattimento di 80mila capi in tre anni lo scorso anno ne sono stati abbattuti poco più di 8mila nelle cinque Atc della regione mentre l’incremento annuo di cinghiali è dell’ordine di 20mila capi.
«Il problema centrale – ha concluso l’assessore regionale all’agricoltura, Cupparo – è di carattere finanziario perché per attuare un programma di contenimento servono trasferimenti di fondi alle Regioni considerato che la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato al fine di poter risarcire i danni causati. Abbiamo raccolto le proposte di tutti i soggetti interessati e condiviso un percorso che prevede interventi stabilendo tutto quello che ciascuno per la propria responsabilità è chiamato a fare. La strategia interdipartimentale e di cooperazione che abbiamo individuato al Tavolo in Regione è sicuramente la migliore per affron-tare il problema in termini nuovi e più efficaci rispetto al passato ma, ripeto, spetta adesso al Governo intervenire».