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FINCHÈ NUOVA LITE NON LI SEPARI NEL CDX PACE FATTA, MA NEI LIMITI

Come l’armata Brancaleone la maggioranza governativa avanza senza meta, ma ciascuno dalla sua parte

Pace precaria fatta nella maggioranza, almeno fino alla prossima lite: questa la sintesi della riunione di maggioranza che si è tenuta l’altro ieri con la presenza a distanza del Generale e le assenze di Cicala, Vizziello Zullino.

L’ARPAB PLACA BALDASSARRE?

A quanto sembrerebbe di capire la nomina di Donato Ramunno quale Direttore Generale di Arpab avrebbe placato la sete di spazio di Baldassarre. Il condizionale è d’obbligo perché, malgrado anche lo stesso Di Ioia, consigliere supplente durato solo pochi giorni, è sistemato al gruppo di Bardi presidente e ora si libera anche un altro posto nel gruppo Idea, quello lasciato da Ramunno all’Arpab, voci di corridoio dicono che, in realtà, tutt’altro che placati sarebbero i desiderata dell’ex sindaco di San Chirico Nuovo che, comunque, punterebbe all’assessorato. In questa storia è interessante notare che, Ramunno per molti anni, Baldassarre per qualche mese, sono stati in FdI prima dell’approdo a Idea. E il primo partito a complimentarsi con Bardi per la nomina di Ramunno, è stato proprio FdI. A sottoscrivere le congratulazioni anche Alessandro Galella che con Ramunno ha condiviso lo spazio nella segreteria di Rosa e che da quest’ultimo è stato indicato come assessore. Se il potere logora chi non ce l’ha, l’allontanamento dal Dipartimento sta logorando Rosa anche nei rapporti umani tra i suoi più stretti collaboratori. Non è un mistero per nessuno, infatti, che l’ex assessore abbia rapporti tesissimi con il neo Direttore Arpab e certamente la cosa non è ignota a Galella che, però, ha preferito unirsi ai peana sulla sua nomina.

PIRO VERSO PALAMARA E LA FINE DI FORZA ITALIA

Se ogni giorno ha la sua pena, le pene di Bardi non sembrano concludersi mai. A quanto pare Piro potrebbe virare verso il movimento dell’ex magistrato approdato in politi-ca. Se ciò dovesse accadere Forza Italia avrebbe una rappresentanza in Consiglio ridotta al lumicino di un solo consigliere. Parlando di Forza Italia è impossibile non notare che da un po’ di tempo a questa parte, il Presidente ha iniziato a parlare del partito di Berlusconi come del “suo partito”, riscoprendo un senso di appartenenza che non era mai emerso nei primi anni di legislatura. Segnale evidente che il Generale stia puntando seriamente all’ipotesi di staccare il biglietto per Montecitorio o per Palazzo Madama riscoprendo gli antichi legami con gli uomini di Berlusconi. A quanto pare, infatti, Lega e Fratelli d’Italia avrebbero mandato segnali piuttosto inequivocabili sul fatto che l’esperienza di Bardi come governatore finisce alla fine della legislatura se dovesse arrivarci e così, a meno di clamorose smentite, la fuga a Roma resta l’unica ipotesi di salvezza e Forza Italia l’unica collocazione possibile per Bardi.

CICALA, VIZZIELLO E ZULLINO

Assenti dalla riunione di maggioranza i leghisti Cicala, Zullino e Vizziello, con gli ultimi due che ad oggi sono rimasti gli unici a bocca asciutta nello scenario del Bardi ter e delle nomine di “sottogoverno”. La loro rabbia e le loro posizioni politiche sono servite soltanto per rinforzare la capacità contrattuale di Baldassare e consegnargli l’Arpab. Usati e gettati via dal consigliere di Idea, periferizzati nella Lega anche a seguito della sconfitta di Policoro, ora devono decidere che fare. Possono scegliere se tornare in buon ordine e col capo coperto di cenere all’ovile o se alzare il tiro fino ad ottenere qualche risposta politica dal governo regionale e dal partito. Una scelta difficile che dovranno prendere in fretta se non vogliono essere ricordati come i traghettatori delle fortune altrui. Su Cicala, che oggi perde un altro pezzo importante dei suoi uffici, Arturo Agostino, poco si può di-re perché ogni considera-ione è talmente fuori logica che non è contenibile in una riflessione sensata.

SI VA AVANTI SENZA META

Come l’armata Brancaleone, la maggioranza avanza senza meta ma ciascuno dalla sua parte. Intanto il cambiamento stenta ad arrivare. In 3 anni nulla è cambiato sulla Sanità, sull’Agricoltura e sull’Ambiente mentre la vicenda Stellantis rischia di scoppiare fragorosamente sull’economia e i livelli occupazionali della Basilicata. Per fortuna su almeno alcuni fronti, tra cui quello empatico, la musica sembra cambiata. In attesa del gas gratis, la strada è in salita.

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