“UNIONE COMUNI”, SCATTONE INCONTRA BARDI
«Momento di crisi strutturale organizzativo con collocamento a riposo di personale; Chiediamo attuazione Legge 25/2020»
Il Vice Presidente f.f. dell’Unione Comuni Alto Bradano Fernando Scattone, ha rappresentato la situazione di crisi della struttura operativa dell’Unione in un colloquio con il Presidente della Giunta Regionale Vito Bardi, «al quale vanno i miei sinceri ringraziamenti per la tempestività nella convocazione e per l’attenzione mostrata sul tema» afferma Scattone.
Al centro dell’incontro, come dicevamo, lo stato di crisi operativa in cui opera la struttura dell’Unione che raggruppa i Comuni di Acerenza, Banzi, Cancellara, Forenza, Genzano di Lucania, Palazzo San Gervasio, San Chirico Nuovo e Tolve.
Una convocazione, quella con Bardi, che giunge dopo una sollecitazione di Scattone al Presidente, e condivisa dai sindaci aderenti alla Unione, «in cui si ribadiscono le difficoltà dell’Ente sorto nel 2011 in concomitanza con la soppressione della Comunità Montana dell’Alto Bradano. La nostra Unione dei Comuni “Alto Bradano” – ha sottolineato il Vicepresidente- rappresenta dal punto di vita qualitativo e quantitativo, l’unico Ente di programmazione e gestione associata di servizi tra Comuni dell’intero territorio regionale.
Un elenco corposo di servizi gestiti, raccolta e smaltimento rifiuti, mensa scolastica, riscossione tributi, servizio trasporto, servizio gestione finanziaria e amministrativa, riscossione tributi, servizi sociali, servizio catasto, sportello unico attività produttive, centrale di committenza appalti, servizio paghe del personale, oltre ad una serie di altri servizi in itinere e in programmazione, protezione civile, canile comprensoriale e polizia locale».
Dunque cosa accade oggi e quali sono le difficoltà? È ancora Scattone ad entrare nei dettagli: «Oggi, però l’Unione dei Comuni Alto Bradano vive un momento di crisi prettamente di tipo strutturale organizzativo, generato principalmente dal progressivo collocamento a riposo delle 5 unità di personale, 1 dirigente con funzioni di segretario, 2 funzionari e 3 impiegati di concetto, di ruolo regionale e prima dipendenti della Comunità Montana dell’Alto Bradano».
Nell’incontro avvenuto negli uffici del Presidente della Giunta regionale, Scattone nel sottolineare che di certo non rimarrà inascoltato, ribadisce di essere «estremamente fiducioso in una efficace soluzione, avendo lanciato un grido di allarme affinché si tengano in dovuta considerazione gli sforzi fatti dall’Unione sin dal 2011 e si eviti la chiusura della prima e forse unica Unione dei Comuni del territorio regionale».
Oltre all’appello Scattone rilancia anche con la soluzione al problema; «Gli strumenti ci sono e uno di questi è Legge Regionale sull’istituzione del Fondo unico autonomie locali (Fual), legge 25/2020 che ha lo scopo di incentivare e/o supportare l’attività di avvio delle Unioni o fusioni dei Comuni».
Dunque ciò che i Sindaci dell’Alto Bradano, per il tramite del vice presidente dell’Unione dei Comuni chiedono è di porre le giuste attenzioni all’Ente, ribadendo la necessità di usufruire di un contributo per la gestione ordinaria.
Il sindaco Scattone, in conclusione, ha altresì ribadito che «la strada di utilizzare il personale dei comuni associati è inutilizzabile in quanto i nostri piccoli Comuni anche in virtù della cosiddetta ‘quota 100’ sono stati svuotati, meno che mai è immaginabile la chance di assumere nuovo personale, ogni Comune ha spazi finanziari risicati. Il vero pericolo -conclude- è la chiusura dell’Ente per carenza di personale con forti ed inevitabili conseguenze sui tanti servizi gestiti in forma associata ed in particolare sul sistema di raccolta e smaltimento rifiuti gestito da un consorzio, composto non solo dagli 8 Comuni facenti parte dell’Ente ma anche da altri 4 Comuni circostanti, quelli di Venosa, Montemilone, Maschito e Oppido Lucano, che hanno aderito alla raccolta, un servizio che da anni ci vede premiati come “Comuni ricicloni”, l’iniziativa di Legambiente che mette a confronto i Comuni italiani in funzione ai risultati raggiunti in termini di raccolta differenziata. Ed è per questo -conclude Scattone- e per tutto ciò che abbiamo fatto sinora che non vorremmo essere costretti a chiudere un Ente che funziona».