CASTELLO TRAMONTANO, IL “RISCATTO” MANCATO
Matera, vandalismo, degrado e incuria a danno della celebre architettura fortificata del XVI secolo
Il castello di Matera è un’opera di edilizia fortificata risalente al XVI secolo e realizzata per volere del conte Giancarlo Tramontano.
Ora, che quest’ultimo non fosse ben voluto dai cittadini materani non è una novità, ma che il fossato difensivo del suo castello sia diventato una discarica è senz’altro un’ulteriore vendetta nei confronti del malvoluto conte, che non rende giustizia alla città e alla civiltà di Matera, e che sconfina in atti di vandalismo fine a se stesso. La recinzione provvisoria intorno al castello è stata abbattuta e nel fossato si è gettato di tutto, e in particolare dei profilati in alluminio di finestre smantellate da qualche altra parte e smaltite illegalmente nell’area storica del castello, inquinando tra l’altro un habitat naturalistico protetto.
Quella del castello Tramontano è una delle architetture fortificate più belle della città di Matera, caratterizzata dal grande e imponente mastio più le due torri laterali minori tutte ingentilite sì da arcatelle e merlettature guelfe, ma potentemente rafforzare da muri a scarpa per consentire la difesa da eventuali attacchi di nemici e malintenzionati.
La maestosità di questo castello fu voluta, si diceva, dal Conte Giancarlo Tramontano che salì per così dire al potere nella città di Matera nel 1497 con il sostegno di Filippo II d’Aragona. I lavori di realizzazione poi comportarono un grande dispendio di risorse, si trattava di un’opera molto ambiziosa il cui finanziamento il conte Tramontano fece ricadere tutto sui materani costretti a pagare dei tributi sempre più eccessivi. Certo, il risultato fu quello di un’opera architettonica di grande pregio e oltre ai bastioni si vede ancora la struttura dove era incardinato il ponte levatoio, ma purtroppo si vedono anche nelle immediate vicinanze delle lattine arrugginite e dei rifiuti che sono stati gettati nel parco, frutto di scampagnate improvvisate e di bivacchi notturni
Ulteriori danni sono poi stati arrecati a quelle che sembrano delle finestrelle laterali sui muri di scarpa, ma che in realtà erano due piccole feritoie di visuale per orientare dal basso le cannoniere.
E ancora il muro di contenimento perimetrale esterno del fossato, presenta una vistosa crepa-lesione verticale dalla cui sommità sono venuti giù dei blocchi di tufo destabilizzando il muro e mettendone a serio repentaglio la staticità
Nelle basi delle torri e del maschio poi si sono radicati cespugli, piante selvatiche e sterpaglie che hanno cominciato ad arrampicarsi alle torri insinuandosi nelle intercapedini murarie e nelle parti di congiunzione sui muri di scarpa.
Addentrandoci poi nel versante ovest del fossato possiamo notare che anche qui miste a vegetazione e rifiuti di ogni genere ci sono escrementi umani che lasciano intuire che questa zona sua utilizzata dagli avventuri notturni come vero e proprio bagno, e non mancano buste di plastica e immondizie varie conferite impropriamente in questa zona.
Eppure questa doveva essere la zona più bella del castello e della collina su cui esso sorge ed è un peccato vederla in un certo abbandono e degrado tanto più che la stessa realizzazione del castello Tramontano costò tanti sacrifici e privazioni ai nostri antenati materani che arrivarono, per tanto, addirittura a commettere nel 1514 l’assassinio del Conte Giancarlo Tramontano. Cittadini che per questo e per riscattare il crimine commesso, dovettero rinunciare alla demanialità e pagare un’ammenda di 10.000 ducati al re d’Aragona.
Così come è un peccato infine che il castello Tramontano dopo tanti progetti mai realizzati che prevedevano di adibirne gli spazi interni a manifestazioni, esposizioni, attività museali e culturali, resti ancora vuoto, inutilizzato e dimenticato, e soprattutto fa male constatare che dopo cinquecento anni il castello non sia ancora riuscito a trovare il suo vero “riscatto” di cultura e civiltà.