IN SETTIMANA VIA AI LAVORI SUL PLESSO DELLA “ALBINI”
L’opera costerà un milione e ottocento mila euro
Cominceranno in questa settimana, e dureranno 15 mesi, i lavori di demolizione e ricostruzione della scuola primaria “Albini” di via San Vincenzo de’ Paoli, a Potenza.
L’opera costerà un milione e ottocento mila euro e permetterà a circa 120 studenti di tornare a frequentare le lezioni in una scuola chiusa dal 2011: lo ha annunciato l’assessore all’edilizia scolastica del Comune di Potenza, Antonio Vigilante. Il progetto è stato presentato ai giornalisti nel pomeriggio, nel palazzo della Cultura del capoluogo, alla presenza anche dell’assessore comunale alla pubblica istruzione, Alessandra Sagarese. La scuola primaria Albini, che fa capo al plesso dell’istituto compressivo Giacomo Leopardi, è una struttura che risale ai primi anni del 1900 e – ha spiegato Vigilante, che ha svolto una ricerca storica sulle origini dell’istituto – “nacque durante una fase di qualificazione del centro storico, quando – ha aggiunto – circa tremila persone che vivevano in 678 ‘sottani’ del centro storico, vennero trasferiti nella zona di Betlemme”.
La nuova scuola, che “non occuperà spazi ulteriori rispetto all’attuale struttura”, sarà composta da sei aule, suddivise su due livelli, e da un corpo centrale che arriverà al terzo livello, per una superfice complessiva di 1.240 metri quadrati, e “rientra in un programma di riqualificazione urbana dell’intera zona. La scuola – ha evidenziato Vigilante – si presta ad una serie di attività collaterali che vanno a rispondere ai nuovi requisiti della didattica, con laboratori multi funzionali, interattività, percorsi tattili (guide artificiali) e guide naturali per gli ipovedenti”.
Per Sagarese, si tratta di una “opportunità per la zona est della città per vedere un nuovo presidio scolastico e potrà dare un po’ di respiro alle famiglie non solo della zona di via Appia inferiore e dello stesso rione Lucania – ha concluso l’assessore – ma potrebbe rivolgersi anche a quel bacino di utenza del rione di Macchia Romana”