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PISCINA COMUNALE E MAXI DANNO ERARIALE: PER ORA PAGANO IN 2

La Corte dei Conti condanna per 35mila euro Colangelo e Caposicco, ma vari i responsabili del buco degli oltre 400mila

Piscina comunale di Rionero in Vulture: parte dei pasticci inizia a salire a galla. A battere un colpo, anche se non nella misura invocata dalla Procura regionale, la Corte dei Conti di Basilicata. Il procedimento contabile che ha tratto origine da 2 esposti del Comando di Polizia Locale, le indagini sono state svolta dalla Guardia di Finanza, ha riguardato l’ipotesi di responsabilità erariale collegata alla contestata «protratta inerzia amministrativa» del geometra Amedeo Colangelo, in qualità di responsabile comunale del Servizio Tecnico per la Vivibilità, e del ragioniere Domenico Caposicco, in qualità di responsabile comunale del Servizio Finanziario, per aver loro omesso di attivarsi adeguatamente nel tempo per recuperare dal gestore di fatto della piscina comunale di Rionero in Vulture, la somma corrispondente alle quote di compartecipazione alle spese per consumi utenze, acqua, luce e gas, negozialmente stabilita per il periodo 2011-2017.  Il Comune pagava e anticipava, ma il gestore di fatto dell’impianto natatorio, la società Cooperativa Pegaso Arl, no. Il conseguente danno erariale è stato quantificato dalla Procura Contabile nella somma di oltre 440mila euro, per l’accusa da addebitarsi a titolo di colpa grave per 135mila euro a Colangelo e per 59mila euro a Caposicco. I due, tra le altre cose, si sono difesi sostenendo che, sotto il profilo del danno, pende giudizio civile per il recupero del dovuto, «peraltro non essendo stata eccepita l’intervenuta prescrizione del credito vantato dal Comune». Ma, la giustizia contabile segue altro binario e per la Procura, evidente il modus procedendi di Colangelo e Caposicco in termini di «grave trascuratezza nel perseguimento dell’interesse pubblico e di grave distonia rispetto al parametro delle “comuni regole di  comportamento” e di “deviazione dal modello di condotta connesso ai propri compiti”». Evidente anche per il collegio giudicante che, però, ma ai fini della quantificazione del risarcimento in capo a Colangelo e Caposicco, condividendo le osservazioni dei loro difensori per cui nella «fattispecie hanno inciso le condotte di altri soggetti, con evidenza concausali di un risultato tanto abnorme come è l’avere inevasi dei costi utenze per oltre 400milla euro e risalenti ad un periodo lungamente protrattosi dal 2011 al 2017», ha  applicato il potere riduttivo della condanna, determinando in danno erariale  equitativamente in 10mila euro a carico del ragioniere Caposicco e in 25mila euro in capo al geometra Colangelo. La Corte dei Conti di Basilicata ha sottolineato l’inerzia, in riferimento agli altri soggetti, dei Segretari comunali dei periodi di afferenza che hanno «certamente» contribuito in modo assolutamente rilevante a questo esito di mancato recupero di ingenti spese anticipate dal Comune. Solo nel giugno del 2018, con la richiesta a Pegaso da parte del nuovo responsabile del servizio Vivibilità, l’architetto Di Lucchio,  delle somme maturate tra il 2011 ed il 2017 e definite in 477mila e 888 euro, era stata possibile una quantificazione «non parziale o meramente ipotetica del debito». Del resto, inoltre, soltanto nel 2019 è stato affidato incarico legale per il recupero dei costi utenze sostenuti: 193mila euro per le annualità 2011-2013, e 233mila euro in riferimento ai costi utenze per i periodi 2014- 2017.  Per cui, ravvisato anche un «oggettivo rilevantissimo ritardo» nell’assumere le pertinenti iniziative giudiziali volte al recupero e di esclusiva spettanza dell’Ufficio legale. Nel finale, la clamorosa “curiosità”. In sintesi, la società cooperativa Pegaso Arl dal 2003 si aggiudicava la gestione della piscina comunale, così in diritto fino al 30 giugno del 2007, data di scadenza della seconda proroga negoziale, e, successivamente, di fatto, peraltro addirittura intervenendo dal novembre 2011 «l’illegittimo subentro» della società Cooperativa Sportiva dilettantistica Rigel. In proposito, il contratto di affidamento prevedeva da parte del privato concessionario la compartecipazione, «rimasta inevasa», alle spese per gas, luce ed acqua nella misura del 42,52% del costo totale delle utenze. Per la Corte dei Conti di Basilicata, alla luce di quanto emerso, ha un ruolo concausale nella vicenda del danno erariale in questione, il ragioniere Viggiano per, tra le altre cose, il «suo non risolto conflitto di interessi». Il ragioniere Maurizio Viggiano, fino al passaggio di competenze al Servizio Vivibilità, avendo curato per il triennio 2011-2013 le utenze in generale, si era occupato contestualmente  di due interessi contrapposti: quello del Comune e quello della cooperativa Pegaso di cui era presidente, «paradossalmente» contestando, da presidente, con l’atto di opposizione al decreto ingiuntivo, la documentazione contabile da lui stesso gestita registrata come intraneus all’Ente In conclusione, la Corte dei Conti di Basilicata ha condannato Caposicco e Colangelo al pagamento in favore del Comune di Rionero in Vulture, nella misura rispettivamente di 10mila e 25mila euro.

Ferdinando Moliterni

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