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ATER, GRAVINA E LE SUE «DIPENDENTI FAVORITE»: I NO DI CRISTALLO CHE INCRINARONO IL “SISTEMA”

Dopo il Comune di Matera, la fissa fatale dell’ex Dirigente per l’Ente per l’edilizia residenziale

Il Gip che ha vagliato l’inchiesta della Procura di Matera su incarichi e appalti pilotati, ha ravvisato per l’ex Dirigente dell’Ufficio comunale Opere Pubbliche, Francesco Paolo Gravina, un concreto rischio di inquinamento probatorio soprattutto, ma non solo, per via delle emergenze investigative relative alla vicenda Ater, dove lui, che era stato nominato, nel 2017, Direttore, «anche dopo aver cessato le funzioni ha cercato di influire sui successivi dirigenti per far salve le sue determinazioni». Dato, per il Gip, che, in riferimento al Comune di Matera, «rende assai probabile che, pur se andato in pensione, possa far di tutto per tenere sotto controllo i lavori e i progetti dell’amministrazione comunale». Dalle intercettazioni, è emerso come Gravina aveva «in assoluto spregio la figura del nuovo dirigente Ater», che chiamava «la rossa», quale lo è l’attuale Au Guida. Tra le altre cose, Gravina ha mostrato «un deciso attaccamento al “destino” delle dipendenti favorite che sperava che riuscissero a fare un periodo minimo all’Ater in vista di futuri benefici». Le “gole profonde” dell’Ater, hanno raccontato agli inquirenti come avesse «continuato a “manovrare” il personale», anche, ma non solo, allo scopo di far ottenere l’incarico a tempo indeterminato in particolar modo a 2 dipendenti: quella che chiamava «la bionda», Vincenza Ferrara, e Perrone, con la quale, dato lo «stretto rapporto di amicizia», si «confidava e nel contempo raccoglieva notizie sulle questioni dell’Ater, pur se egli ne era ormai fuori». Secondo il teorema accusatorio, a «favorire» la nomina di Gravina all’Ater, fu «quale esponente politico locale», l’ex segretario cittadino del Pd, Muscaridola. Proprio all’Ater di Matera, però, per Gravina iniziano i guai, trovandosi dinanzi alla ferma opposizione all’attuazione dei suoi piani del funzionario addetto all’unità operativa “risorse umane”, Massimo Cristallo che alla fine lo ha denunciato nel 2018. A Cristallo, Gravina contestava la mancanza del «rispetto gerarchico»: «Stai molto attento… questa cosa ti costerà caro». Prima, da Gravina, «pur incompetente funzionalmente a emanarli», vari addebiti disciplinari e poi, ad agosto del 2018, per l’accusa non casualmente, in danno di Cristallo la sospensione dal servizio con privazione della retribuzione per 15 giorni. Causa vinta, però, da Cristallo dinanzi al Giudice del Lavoro di Matera. Per Gravina, fatale l’atto sulla programmazione del fabbisogno del personale per il triennio 2018-2020. «priva di nuova relazione tecnico-finanziaria e del visto di regolarità tecnica del Rup», con cui veniva «illegittimamente disposta l’attivazione delle procedure selettive per la progressione del personale», anche per una unità dalla categoria C alla categoria D alla cui progressione verticale doveva accedere la Perrone, «già agevolata dal Gravina in una procedura di progressione orizzontale dalla posizione economica C4 a quella C5». Gravina fallì, per «il rifiuto opposto da Cristallo». Ci provò Gravina a “agevolare” l’amica, adottando «autonomamente» l’atto che poi, però, annullato dalla Giunta Regionale. Dei suoi «tre dipendenti», il terzo, stando alle indagini, era Lionetti. Cristallo adombrò «il so-spetto» che il bando di concorso per un dirigente a tempo pieno e indeterminato per l’ufficio tecnico «fosse “cucito addosso” a Lionetti, date le anomalie nei requisiti e nell’iter procedurale, come per esempio le convocazioni delle prove scritte con preavviso di 13 giorni, anziché 15, e senza che nemmeno fosse pubblicata la data sul portale istituzionale. La procedura concorsuale, tuttavia, fu «vinta da Lionetti» che tra l’altro, attestò che non sussistevano cause di incompatibilità, ma per l’accusa «falsamente» poichè alla data di presentazione della dichiarazione e sino all’agosto del 2020 svolgeva le funzioni di consigliere comunale di Matera che «erano incompatibili con un incarico dirigenziale nella P.A.».

Ferdinando Moliterni

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