Tiziana Campisi – Città del Vaticano
Col decollo dall’aeroporto di Roma Fiumicino alle 9.16 ha preso il via il 37.mo viaggio apostolico di Francesco, il secondo Pontefice a visitare il Canada dopo san Giovanni Paolo II che l’ultima volta nel 2002, prese parte alla XVII Giornata mondiale della gioventù a Toronto. Il Papa è partito intorno alle 8 da Casa Santa Marta per raggiungere l’Hub dove lo attendeva l’Airbus A330 di Ita Airways con a bordo un’ottantina di giornalisti. In sedia a rotelle, Francesco ha salutato i vertici della compagnia aerea e poi è salito sull’aeromobile con l’aiuto di un montascale.
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Un viaggio “molto desiderato al centro del quale ci sarà l’abbraccio con le popolazioni indigene e con la Chiesa locale”, ha spiegato a Vatican News il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin. Vicinanza, perdono, riconciliazione, fraternità, speranza sono infatti le parole chiave di sei giorni intensi di incontri e visite dal 24 al 29 luglio, con rientro in Italia previsto all’alba del 30. Un “pellegrinaggio penitenziale”, come detto all’Angelus di domenica scorsa: Francesco va ad “incontrare e abbracciare le popolazioni indigene”, a manifestare la sua concreta vicinanza in quel “cammino di guarigione” intrapreso dalla Chiesa cattolica, che insieme a “molti cristiani” ha contribuito, in passato, alle politiche di assimilazione culturale, con gravi danni, in diversi modi, alle comunità native. E il tweet del Pontefice, in coincidenza con la partenza di questa mattina, ben riassume lo spirito di questo pellegrinaggio: “Cari fratelli e sorelle del Canada, vengo tra voi per incontrare le popolazioni indigene. Spero che, con la grazia di Dio, il mio pellegrinaggio penitenziale possa contribuire al cammino di riconciliazione già intrapreso. Per favore, accompagnatemi con la preghiera”.
L’Angelus in volo con i giornalisti al seguito
“Oggi non c’è l’Angelus ma facciamolo qui” ha detto il Papa parlando ai cronisti in volo con lui e ricordando che quella odierna è la giornata dei nonni, “coloro che hanno trasmesso la storia, le tradizioni, le abitudini e tante cose”. Francesco ha evidenziato che “oggi ci vuole tornare ai nonni”, “che i giovani devono avere contatto con i nonni, riprendere da loro, riprendere le radici”, “come l’albero che prende dalle radici la forza e la porta avanti nei fiori nei frutti”.
Il saluto al popolo italiano e gli altri telegrammi di sorvolo
Dopo il decollo da Roma, sorvolando l’Italia, il Papa ha inviato al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il consueto telegramma di saluto, accompagnato “con fervide preghiere per il bene del popolo italiano”, evidenziando che il suo viaggio in Canada è dettato “soprattutto dal vivo desiderio di incontrare le popolazioni indigene locali”.
Attraversando, poi, lo spazio aereo della Svizzera, Francesco ha fatto partire un telegramma per il presidente della Confederazione elvetica Ignazio Cassis, con un saluto “ai suoi concittadini”, insieme alle sue preghiere affinché Dio onnipotente benedica tutti “con l’unità e la pace”. L’aereo del Papa ha sorvolato anche la Francia, il Regno Unito, l’Islanda e la Danimarca. Al popolo francese e al presidente Emmanuel Macron, il Papa ha assicurato, il suo “ricordo orante”, invocando sulla nazione le benedizioni del Padre Celeste “per la serenità e la gioia”. “Mentre sorvolo il Regno Unito in rotta verso il Canada, invio un saluto di augurio a sua maestà, ai membri della famiglia reale e a tutto il popolo del regno – ha scritto invece il Pontefice alla regina Elisabetta II – prego che Dio Onnipotente vi benedica con i suoi doni di forza, gioia e pace”. E il Papa ha riservato ancora preghiere per la Repubblica d’Islanda, nel telegramma al presidente Guðni Thorlacius Jóhannesson. Infine, in volo sulla Danimarca, Francesco ha esteso il suo saluto alla regina Margherita II e a tutti gli abitanti del Paese.
Il desiderio di Francesco di celebrare sant’Anna in territorio canadese
Invitato dai vescovi nell’ottobre dello scorso anno, Francesco ha confermato di voler compiere un viaggio in Canada in aprile, ricevendo alcuni rappresentanti dei popoli indigeni – Métis, Inuit, First Nations -, dopo tre incontri privati. In quell’occasione aveva manifestato “dolore e vergogna” per gli abusi e la mancanza di rispetto verso la loro identità, la loro cultura e i loro valori spirituali, di cui sono responsabili anche diversi cattolici che si adeguarono alla mentalità coloniale e alle politiche governative di assimilazione culturale dei secoli scorsi. E ricordando la particolare devozione delle popolazioni autoctone verso sant’Anna, il Papa aveva espresso il desiderio di celebrarne la memoria liturgica proprio in territorio canadese, come farà il 26 luglio prossimo. L’annuncio ufficiale del viaggio è poi arrivato a maggio, mentre il programma è stato reso noto il 23 giugno. A rappresentare il pellegrinaggio è un logo che riproduce i simboli stilizzati delle comunità e del territorio canadese, mentre il motto è “Camminiamo insieme” e indica proprio il percorso intrapreso con le comunità indigene sulla strada della riconciliazione e della guarigione.
A Maskwacis il primo appuntamento
Francesco, con al seguito, fra gli altri, due membri della curia romana originari del Canada, i cardinali Marc Ouellet, prefetto del Dicastero per i vescovi, e Michael Czerny, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, arriverà ad Edmonton dopo 10 ore e 20 minuti di volo, alle 11.20 del fuso orario canadese. Non avrà impegni dopo l’accoglienza ufficiale all’aeroporto e si ritirerà per riposare al St. Joseph Seminary. Le sue giornate saranno caratterizzate, per lo più, da incontri con i popoli autoctoni. Non saranno fitte di impegni, dati i suoi problemi alla gamba destra che lo hanno costretto a rinunciare al viaggio in Congo e Sud Sudan programmato dal 2 al 7 luglio. Il Pontefice si sposterà in luoghi tra loro anche molto distanti per visitare le comunità indigene lì dove vivono, con le dovute cautele per le sue condizioni fisiche. Lunedì la prima tappa sarà Maskwacis, dove alle 10 si intratterrà con le popolazioni indigene First Nations, Métis e Inuit. Nel pomeriggio sarà la volta di un altro gruppo nella chiesa del Sacro Cuore, dove poi benedirà una statua di Santa Kateri Tekakwitha, prima indigena del Nord America riconosciuta santa dalla Chiesa cattolica. Martedì, festa dei santi Gioacchino e Anna, nonni di Gesù, Francesco celebrerà la Messa al Commonwealth Stadium di Edmonton. Dopo pranzo, alle 16, un momento atteso e fortemente voluto dal Papa: la partecipazione al tradizionale pellegrinaggio al Lac Ste. Anne, dove da secoli, nella settimana del 26 luglio, migliaia di devoti di sant’Anna si radunano per pregare e ottenere guarigioni nel corpo e nello spirito bagnandosi nelle sue acque. Qui i fedeli prenderanno parte, con il Pontefice, ad una Liturgia della Parola. Quindi il Papa farà rientro al St. Joseph Seminary.
Gli incontri con le autorità civili e la Chiesa locale in Québec
Il Papa si sposterà in aereo due volte, durante la sua visita in Canada. Il 27 luglio, alle 6.30 ora locale, da Edmonton a Québec, dove, dopo poco più di quattro ore di volo, incontrerà il governatore generale del Canada Mary May Simon, il primo ministro Justin Trudeau, le autorità civili, rappresentanti delle popolazioni indigene e il corpo diplomatico. La giornata del Papa si concluderà all’arcivescovado, a Rue Port-Dauphin, dove dimorerà per due notti. Il 28 luglio gli appuntamenti con Francesco sono, alle 10, nella Basilica di Sant’Anna di Beaupreé, dove si celebrerà la Messa, e, alle 17.15, nella Cattedrale di Notre-Dame, per i Vespri con i vescovi, i sacerdoti, i diaconi, i consacrati, i seminaristi e gli operatori pastorali. Il giorno successivo, prima di partire ancora in aereo, alle 12.45, per raggiungere Iqaluit, il Pontefice avrà due incontri in arcivescovado: il primo, in forma privata, con alcuni membri della Compagnia di Gesù, il secondo con una delegazione di indigeni presenti in Québec.
Ai confini del Circolo Polare Artico per abbracciare altre comunità indigene
L’arrivo a Iqaluit, vicina al Circolo Polare Artico, è previsto alle 15.50, circa mezz’ora dopo l’incontro privato con alcuni alunni delle ex scuole residenziali, che, affidate alle Chiese cristiane, tra cui quella cattolica, erano riservate ai bambini delle comunità indigene, prelevati il più delle volte con la forza dalle loro case, perché apprendessero la cultura occidentale. In tali strutture agli alunni era vietato parlare nella loro lingua di nascita e seguire la propria fede religiosa. Gli studenti, inoltre, subivano abusi nel sovraffollamento, in scarse condizioni igienico-sanitarie e senza un’assistenza medica. Infine, saranno giovani e anziani ad incontrare Francesco prima della sua partenza per l’Italia alle 18.45. Il Papa arriverà a Roma la mattina del 30 luglio per fare poi rientro in Vaticano.
Angelus sul volo verso il Canada. Il Papa: un viaggio da fare con spirito penitenziale
Consueto saluto di Francesco ai giornalisti che lo accompagnano e che racconteranno il suo lungo “pellegrinaggio” in Canada, da oggi fino al 30 luglio, data del rientro. Al centro delle parole del Pontefice che ribadisce il carattere di questo ” pellegrinaggio”, c’è la preghiera per non dimenticare i nonni che ci hanno donato tanto, anche quelli della vita consacrata
Gabriella Ceraso – Città del Vaticano
Buona domenica, benvenuti e grazie della compagnia e del servizio. Sono queste in sintesi le prime parole che Francesco scambia, come di consueto, con i giornalisti che lo accompagnano sul volo diretto in Canada. Sono un’ottantina circa e il Papa non rinuncia a passare tra i sedili per i saluti e le strette di mano.
Saranno loro a raccontare ogni tappa di questo lungo viaggio in Canada appena iniziato. Un pellegrinaggio “penitenziale” da compiere con questo “spirito”, tiene subito a raccomandare, come già fatto domenica scorsa all’Angelus. E proprio per l’impossibilità di recitare in Piazza San Pietro la preghiera mariana, Francesco decide di farlo a bordo e la dedica all’odierna Giornata mondiale dei nonni, voluta sul tema del salmo 92, “Nella vecchiaia daranno ancora frutti”.
“Nonni e nonne sono coloro che hanno trasmesso la storia, le tradizioni, le abitudini e tante cose”: “tornare” a loro col pensiero oggi è importante, un ” leitmotiv” nel senso che – spiega il Papa – ” i giovani devono avere contatto con i nonni, riprendere da loro, riprendere le radici, non per rimanere lì, no, ma per portarli avanti, come l’albero che prende dalle radici la forza e la porta avanti nei fiori, nei frutti”.
La ricchezza dei nonni della vita consacrata
A questo proposito Francesco cita le parole del poema di Francisco Luis Bernárdez: “Tutto quello che l’albero ha di fiorito gli viene da quello ha di sotterrato, che sono i nonni”. Nel ricordo del Papa, in qualità di “religioso” in questa Giornata in cui, su suo mandato il cardinale vicario Angelo De Donatis ha celebrato la Messa in San Pietro, ci sono in particolare ” i vecchi e le vecchie religiosi, i nonni della vita consacrata”. Per loro la doppia raccomandazione di “non nasconderli”, perchè sono”la saggezza di una famiglia religiosa” e, ai novizi e ai nuovi religiosi, di “avere contatti con loro”:
Loro ci daranno tutta un’esperienza di vita che ci aiuterà tanto, tanto ad andare avanti. Per questo, ognuno di noi ha dei nonni e delle nonne, alcuni sono andati, altri sono vivi, ma ricordiamoli oggi in un modo speciale: da loro abbiamo ricevuto tante cose, prima di tutto la storia.