IL «FRETTOLOSO» CENTRODESTRA FA LEGGI «OPACHE», «SENZA MOTIVAZIONI» E PURE «SENZA COPERTURA»
Le «criticità» rilevate dalla Cor te dei Conti di Basilicata sull’attività legislativa regionale caratterizzata da un insolito ricorso all’«urgenza»
In Basilicata, l’emergenza infinita: affiorano conferme sul traballante incedere del centrodestra regionale, dal proliferare del legiferare d’urgenza. Non solo «l’iniziativa legislativa regionale è accompagnata in molti casi da dichiarazioni d’urgenza », ma le stesse, le dichiarazioni, sono risultate anche «non sempre congruamente motivate». È uno dei passaggi più pregnanti dell’approvata, dalla Sezione regionale di Controllo della Corte dei Conti per la Basilicata, relazione sulla tipologia delle coperture finanziarie adottate e sulle tecniche di quantificazione degli oneri delle leggi della Regione Basilicata approvate nell’anno 2020. Si tratta di un’importante attività della magistratura contabile volto a far emergere e segnalare eventuali criticità in grado di incidere negativamente sugli equilibri di bilanci. Dato che, come più volte evidenziato nella relazione in questione, il Consiglio dei Ministri ha in plurime occasioni impugnato leggi regionali sui Rendiconti pluriennali varati dal centrodestra, ottenendo, tra l’altro, riconosciuta la ragione dalla Corte Costituzionale, l’ultima pronuncia sfavorevole a via Verrastro è stata depositata soltanto il 5 luglio scorso, dichiarati illegittimi alcuni articoli della legge lucana sul Bilancio di previsione finanziario per il triennio 2021-2023, il vaglio analitico della Corte dei Conti, risulta ancora più essenziale.
L’«URGENZA» DEL CENTRODESTRA Riprendendo le fila della relazione citata, rimarcato, pertanto, come tra le «criticità» riscontrate, ci sia quella della «dichiarazione d’urgenza». Nel corso del solo 2020, «le fattispecie normative dichiarate d’urgenza senza motivazione sono 19». Quasi tutta la normativa è stata dichiarata d’urgenza attraverso il «frequente ricorso a mere clausole di stile quali, ad esempio, “l’urgenza è motivata dalla natura stessa della legge regionale”; “la dichiarazione d’urgenza è data dai contenuti della legge medesima”». Si desume, già solo a colpo d’occhio, l’assenza dunque di una idonea motivazione in ordine alla «reale» necessità di ricorrere alla dichiarazione d’urgenza che consente l’immediata entrata in vigore della norma. Reiterate, di conseguenza, le elementari puntualizzazioni già fatte in precedenza, come per esempio nella relazione sul 2019. Il ricorso alla procedura dichiarazione d’urgenza non può essere giustificato dalla natura delle leggi approvate, ma richiede «specifiche motivazioni, e ciò al fine di evitare che tale procedura abbreviata non sia più un’eccezione ma il normale iter deliberativo delle leggi, ivi incluse quelle, come le leggi di spesa, comportanti un particolare impatto in termini di tutela dei saldi e dell’equilibrio di bilancio, con tutti gli effetti a questo connessi». E ancora: «Il legislatore regionale deve essere particolarmente attento e agire con motivazioni rafforzate che illustrino con la massima trasparenza e completezza i presupposti dell’urgenza e i limiti finanziari degli oneri». Come nel caso del centrodestra lucano, il ricorso alla dichiarazione d’urgenza in assenza di specifica e rigorosa motivazione costituisce «indice sintomatico di iniziative legislative frettolose caratterizzate da opache indicazioni anche con riferimento agli oneri e alle relative coperture finanziarie». Non è tutto, c’è di più perchè in alcuni casi la dichiarazione d’urgenza è stata persino utilizzata per «sanare ex post provvedimenti rientranti nella ordinaria attività amministrativa dell’Ente». Tra i riferimenti, quello alle proroghe, che già in via generica sono segno di ritardo, fatte, paradossalmente, per l’appunto in ritardo. Come quella, recante una «sommaria» dichiarazione d’urgenza volta, in realtà, a sanare una «negligente condotta da parte dell’Ente» in ordine alla proroga delle gestioni liquidatorie delle ex Comunità Montane. La legge di proroga, a tutto voler concedere, sarebbe dovuta intervenire «antecedentemente » alla scadenza del termine fissato al 30 settembre 2019 dalla precedende proroga, e non 5 mesi dopo, ovvero nel mese di febbraio 2020.
I CONFUSI CAPITOLI OMNIBUS Ancora una volta, la Corte dei Conti, nonostante le note di riscontro del Consiglio regionale e della Direzione generale per la programmazione e la gestione delle risorse strumentali e finanziarie, entrambe inviate nel giugno scorso, non ha potuto non rilevare la «reiterata prassi, già diffusa negli anni precedenti», di coperture finanziarie supportate da capitoli cosiddetti omnibus nell’ambito dei quali risulta «complesso verificare l’effettiva sussistenza e capienza degli oneri». Oltre a quella di non motivare le decisioni volte ad attribuire immediata vigenza alla normativa, persiste anche la criticità, «riscontrata in diverse occasioni », di non indicare il capitolo di spesa dedicato. Tra gli esempi, la mancata adozione da parte della Giunta degli atti di variazione al Bilancio necessari allo storno di fondi ed alla creazione del nuovo capitolo di spesa con la conseguente, sopravvenuta, necessità di provvedere ex post a dare copertura a spese che diversamente «sarebbero rimaste prive di copertura finanziaria ». In alcune leggi regionali, evidenti le «carenze di copertura », come avvenuto per quella che ha istituito un fondo per incentivare ed o supportare l’attività di avvio delle unioni o fusioni dei comuni e per l’esercizio della gestione associata di funzioni e servizi delle stesse e un fondo rotativo denominato “Basilicata si progetta” a favore degli enti locali. La non indicazione della copertura di spesa, come ricordato dalla Corte dei Conti di Basilicata, rappresenta una «lesione del legittimo affidamento della collettività amministrata rispetto all’attuazione dei programmi di spesa e di allocazione delle risorse stanziate dalla norma a tutela dei diritti costituzionalmente garantiti». Tra l’altro, la mancata quantificazione degli oneri o la eventuale sottostima degli stessi, producono l’effetto di «svuotare di contenuto la legge in considerazione della insostenibilità finanziaria dei programmi da essa previsti ». Rilevate anche «scoperture “ab origine”». A 3 anni dall’inizio dell’attuale legislatura regionale, tutt’altro che terminato, per il centrodestra lucano, il «cammino di perfezionamento delle tecniche normative». La coalizione governativa non ha ancora imparato a «migliorare la dinamica della spesa sia a “monte”, nella fase di formazione della legge onerosa, sia a “valle”, nella gestione del sistema di bilancio dell’ente e nella tutela dei relativi equilibri attuali e prospettici».