PASOLINI “RISORGE” NELLE OPERE DI VERLATO
Matera, inaugurata a palazzo Lanfranchi l’esposizione artistica curata dal celebre critico d’altre Vittorio Sgarbi
Sembra di trovarci sulla scena di un delitto e a terra il disegno della sagoma della vittima, poi subito vediamo prendere forma un volto scolpito nel legno, quindi un corpo in sospensione, capovolto e immortalato nel gesto di precipitare. Tutt’intorno una quinta pittorica, un fregio di sagome umane appena sbozzate col carboncino, che tentano come di liberarsi da un groviglio di corpi agonizzanti.
In realtà un crimine c’è stato, ne vediamo dipinti a chiare tinte i protagonisti. È l’assassinio del geniale regista, scrittore e artista Pier Paolo Pasolini, avvenuto nel 1975 all’idroscalo di Ostia a pochi chilometri da Roma.
Un omicidio destinato a rimanere impresso per sempre nelle cronache italiane e che oggi, nel centenario della nascita di Pasolini, ritorna in vita, grazie ai capolavori dell’artista veronese Nicola Verlato. Questi, proprio come un investigatore da anni si è messo con la sua poliedrica arte sulle tracce dell’omicidio di Pasolini e infine ha elaborato quella che potremmo definire un’opera omnia fatta di dipinti, sculture, scenografie, video multimediali, bozzetti in 3D e perfino una composizione musicale, tutti sul tema pasoliniano.
È dunque quello di Verlato, un imperdibile progetto espositivo dal titolo ‘Hostia. Pier Paolo Pasolini’. Un progetto che curato da Vittorio Sgarbi e Lorenzo Canova è stato inaugurato nelle stanze rinascimentali di palazzo Lanfranchi a Matera, ed è stato prodotto e organizzato dall’ associazione culturale MetaMorfosi presieduta da Pietro Folena e in collaborazione con il Museo nazionale di Matera e il patrocinio della Regione Basilicata.
Un maggiore dettaglio sul progetto c’è l’ha dato Annamaria Mauro direttrice del Museo Nazionale di Matera: -Il progetto nasce da una collaborazione con l’associazione MetaMorfosi, per ricordare la figura di Pasolini, uomo, intellettuale, regista poeta e il dialogo con questa città, la citta dei Sassi che lo stesso Pasolini aveva scelto nel 1964 per il suo film che ha reso questa città esemplare dal punto di vista cinematografico, perché Pasolini è rimasto affascinato dal patrimonio storico artistico e antropologico di Matera-
Il significato del titolo del progetto ‘Hostia. Pier Paolo Pasolini’ ce l’ha poi spiegato in esclusiva lo stesso artista Verlato: -È l’insieme appunto del toponimo del luogo appunto dove Pasolini è stato ucciso però ovviamente c’è questo secondo livello che è appunto quello sacrale. Ci sono delle ipotesi anche forse magari un pò estreme come quella formulata dal pittore Zigaina che era un grande amico di Pasolini,e che disteneva che Pasolini avesse scelto il luogo dove morire in qualche maniera proprio per questo riferimento all’ostia sacra praticamente della Chiesa cattolica- Matera dunque luogo d’elezione per la mostra di Verlato, anche per il legame profondo che Pasolini stesso aveva con la città dei Sassi: -Matera dove Pasolini ha trovato lo spazio ideale per i suoi capolavori cinematografici e quindi anche per l’idea di un’Italia che rimane ferma nel tempo, oltre il progresso oltre la civilizzazione e tecnologica quindi Matera è il luogo di Pasolini, è Matera è il luogo dove questo gioco di Caravaggio che è nella mente di Pasolini trova il suo teatro naturale-
E proprio a proposito di Caravaggio va sottolineato come l’opera cardine di Nicola Verlato sia proprio un dipinto che gli ha realizzato su espressa, avremmo detto in altri tempi, committenza del critico d’arte Vittorio Sgarbi, dipinto che prende spunto proprio dal ‘seppellimento di Santa Lucia’ del Caravaggio e che rappresenta il momento del ritrovamento del corpo di Pierpaolo Pasolini, un corpo in caduta libera, sospeso nel vuoto.
-È un po’ una specie di mia costante nel mio lavoro appunto di queste figure sospese che cadono, l’attimo che viene immobilizzato, praticamente però c’è anche questa idea che è l’attimo immediatamente successivo alla morte. È appunto una specie di discesa in una sorta di Ade che sarebbe una specie di ascensione rovesciata in qualche maniera. L’idea dell’ascensione in termini appunto cristiani e alla morte nei termini appunto del mondo greco romano-
Da ultima, prima di ammirare insieme le opere di Verlato, abbiamo approfittato del gradito ritorno a Matera del nostro amico Vittorio Sgarbi per ricordare la mostra sulla ‘follia’ da lui organizzata con grande successo tempo fa nella città dei Sassi e per chiedergli se anche Pasolini a modo suo fosse un po’ folle: -Forse Pasolini poteva essere un folle in realtà posso dire e non so se lo sappia Folena che organizza questa mostra con me, che sto preparando una mostra sugli eretici e Pasolini insieme a Carmelo Bene né è protagonista quindi folle è troppo dire per un uomo che aveva una ragione così vigile, ma i suoi istinti certamente la liberano e quell’istinto portarlo dentro i limiti della follia, ma direi eretico, eretico, fuori da regole, fuori da misure, fuori anche dal concetto di modernità quindi possiamo correggere il tema della follia nel tema dell’eresia-