IL CONSIGLIO IN VIDEOCONFERENZA: QUELL’APPALTO CHE SI TINGE DI GIALLO
Il caso dell’affidamento diretto alla Dromedian Srl: dalla scelta alle fatture liquidate per «non aver svolto alcun servizio»
Tra recente passato e presente, sulla scrivania dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale, la segnalazione su alcune «anomalie» e «stranezze» relative al sistema e alla gestione di certi affidamenti e di determinate gare d’appalto. Tra i casi, anche quello che Cronache Lucane aveva segnalato nel dicembre 2020: la ditta Dromedian S.r.l. con sede a San Giovanni Teatino nella provincia di Chieti, in Abruzzo. C’è chi, sta approfondendo la vicenda per decidere se sottoporre il caso alla Procura della Repubblica del Tribunale di Potenza. La questione Dromedian si è sviluppato all’interno dell’affidamento diretto per la fornitura del servizio di videoconferenza e voto elettronico certificato per le sedute del Consiglio regionale e delle Commissioni permanenti. Ad attirare l’attenzione, alcune fatture inviate dalla Srl e puntualmente liquidate dopo il placet dell’Ufficio risorse strumentali, finanziarie e tecnologiche. Tra i personaggi e in qualità di Dirigente, sia in relazione alle modalità dell’affidamento diretto che al pagamento, Vincenzo Fiore. Considerando la trattativa diretta, l’inizio del “giallo” Dromedian, e la liquidazione un primo approdo dello stesso, allora dal principio alla fine, plurime le zone opache che non consentono di raggiungere, al modus operandi seguito, la piena trasparenza. Con la diffusione del Covid-19 e date le conseguenze sulle attività politiche ed istituzionali in presenza, il Consiglio alla ricerca di soluzioni per di garantire la continuità operatività degli Organi istituzionali, e quindi per lo svolgimento di sedute in modalità telematica, ovvero in videoconferenza. La soluzione, nonostante la celerità che l’allarme sanitario imponeva, fu trovata soltanto mesi dopo, a dicembre del 2020, quando lo stato d’emergenza, in Italia, venne dichiarato nel gennaio dello stesso. Le date vanno a loro modo sottolineate anche perchè in un riscontro chiesto dalla Covel al Dirigente, lo stesso motivava l’affidamento diretto come «soluzione d’urgenza, vista la situazione emergenziale». Ad ogni modo, Fiore, attraverso «una rapida indagine di mercato» individuò la Dromedian Srl che da parte sua, sparò nell’offerta richiesta il prezzo di 750 euro a seduta consiliare Iva esclusa. Così, l’aggiudicazione e l’impegno di spesa per 9mila e 577 euro Iva inclusa. Al di là della «rapida indagine di mercato» e del prezzo offerto, le fatture. Due quelle particolarmente “incriminate”. La prima è relativa all’esordio dell’abruzzese Dromedian in Basilicata: il Consiglio regionale del 4 dicembre 2020. Per la ditta abruzzese, non buona la prima. Nonostante l’affidamento diretto includesse l’utilizzo di una piattaforma per il «voto elettronico certificato», in Assise si votò per alzata di mano. Il disservizio c’è stato ed è facilmente verificabile. Il pagamento liquidato, però non ne dà conto, anzi siccome c’è stato l’«extra time», il costo unitario citato di 750 euro si riferiva ad un’Assemblea dalla durata di massimo 6 ore, il conto è stato anche più salato: mille e 100 euro, Iva esclusa. La seconda fattura è ancora più incredibile: 750 euro per un’Assise fantasma, o come contestato dalla Covel Group Srl per un «Consiglio mai svolto». Dal Consiglio liquidati alla Dromedian Srl, 915 euro per l’Assemblea del «23 aprile 2021». In totale liquidati alla Dromedian Srl, mille e 850 euro netti, per, come sintetizza la Covel, «non aver svolto alcun servizio, anzi, per aver creato un disservizio». Altre «anomalie», riguardanti l’appalto per “un servizio integrato per la gestione delle attività audio, video e di voto dei lavori del Consiglio Regionale e delle Commissioni Consiliari e assistenza tecnica”, sono state segnalate all’Ufficio di presidenza del Consiglio, ma questa è un’altra vicenda ancora.