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SALUTE PROSTATICA E ALIMENTAZIONE: ESISTE UNA RELAZIONE? IL RUOLO DELLA PREVENZIONE

Su Cronache TV, ospite di “Nutrigenere” il dott. Falabella. La nutrizione incontra l’urologia: puntata sulla connessione tra prostata, cibo, fattori protettivi e di rischio

“NutriGenere” dedica una puntata alla salute declinata al maschile. Ospite in studio il dott. Roberto Falabella, Dirigente Medico dell’Unità Operativa di Urologia dell’Azienda Ospedaliera Regionale San Carlo, focus sulla relazione tra ghiandola prostatica e alimentazione. La puntata si apre con un momento dedicato all’importanza della prevenzione anche in ambito urologico, secondo il file rouge che lega tutti gli appuntamenti del programma ideato e condotto dalla dott.ssa Maria Carmela Padula, Biologa Nutrizionista. Il dott. Falabella spiega che esistono comportamenti quotidiani, buona idratazione giornaliera in primis, in grado di prevenire l’insorgenza di condizioni quali la calcolosi renale, ma anche quanto la prevenzione sia un potente mezzo per mitigare i rischi di patologie più gravi, come il carcinoma prostatico, passando per l’iperplasia prostatica benigna. Quest’ultima è una patologia molto comune negli uomini, caratterizzata da un aumento del volume della prostata, dovuta all’invecchiamento e ai cambiamenti ormonali tipici dell’età adulta, oltre che correlata a predisposizione genetica e familiarità. La stessa può essere reversibile, ma è in grado di impattare la qualità di vita in maniera importante, alla luce dei sintomi caratterizzanti quali: difficoltà a iniziare la minzione, incompleto svuotamento della vescica, flusso urinario debole o intermittente, sforzo nella minzione, aumentata frequenza nell’urinare (pollachiuria), aumentato bisogno di urinare durante la notte (nicturia), urgenza minzionale e bruciore all’atto urinario stesso. Oltre ad idratarsi adeguatamente, non fumare e svolgere attività fisica moderata e costante, seguire un regime alimentare vario ed equilibrato, soprattutto povero di grassi saturi (carne rossa e insaccati, formaggi), evitando peperoncino, alcolici e superalcolici, nonché alcuni tipi di spezie, possono rappresentare contributi fondamentali per ridurre i sintomi e migliorare la qualità di vita del paziente affetto. Durante la puntata, l’attenzione si sposta sul cancro alla prostata, tumore più diffuso nella popolazione maschile, con un rischio di ammalarsi pari al doppio di chi ha un parente con la malattia rispetto ai casi in cui tale familiarità è assente. La prevenzione per il tumore prostatico consiste nella diagnosi precoce. La malattia è, in esordio asintomatica, pertanto è necessario, attraverso dosaggio del PSA, esplorazione rettale e visita urologica in generale, stabilire un rischio per cui sottoporre il paziente a biopsia e concludere l’iter diagnostico. Il dott. Falabella sottolinea il ruolo dei fattori ambientali nella patologia neoplastica oggetto di discussione, tra i quali il fumo e riporta una distribuzione di malattia, in termini di incidenza e prevalenza, molto variabile nel mondo, attribuibile anche a differenze nelle abitudini alimentari. La dott.ssa Padula continua ponendo l’accento sulla grande possibilità offerta dall’applicare regole comportamentali sane nel quotidiano, sul modello mediterraneo, in contrasto con abitudini poco salutari sempre più diffuse nel mondo occidentale, favorenti lo sviluppo e la progressione neoplastica. La nutrizionista pone l’attenzione su sostanze nutritive, inclusi grassi, proteine, carboidrati, vitamine (vitamina A, D ed E) e antiossidanti naturali di varia natura, potenzialmente in grado di influenzare la patogenesi e la progressione del tumore prostatico. Ruolo fondamentale sembra essere svolto dal licopene, antiossidante presente soprattutto nei pomodori (soprattutto cotti), ma anche in altri vegetali dal colore rosso. Gli effetti di alimenti ricchi di molecole bioattive, soprattutto derivanti dal mondo vegetale (frutta e verdure, ma anche cereali poco raffinati), unitamente a molecole quali gli acidi grassi omega-3, possono manifestarsi attraverso vari meccanismi, tra cui l’azione antinfiammatoria, antiossidante e ormono-modulante, elementi che continuano ad essere gli attori protagonisti sulla linea tematica delle varie puntate. Gli stessi effetti, secondo studi recenti, potrebbero essere mediati dal microbiota intestinale, in quanto la composizione della dieta e lo stile di vita possono avere un effetto diretto e significativo sul pool di microrganismi che vivono nel nostro intestino. Nonostante le differenze di genere emerse nelle varie puntate del programma, il messaggio finale continua ad essere univoco: ciascuno può esercitare a tavola la possibilità di raggiungere uno

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