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RITRATTO DI ROMEO PORFIDIO: PROTAGONISTA DELLA DESTRA SOCIALE, RIVOLUZIONARIO LUCANO

È stato più volte candidato con MSI-Fiamma Tricolore: al Senato negli anni ’80, al Parlamento Europeo, alla Provincia ed alla Regione, fino agli anni ’90

Romeo Porfidio è nato il 9 gennaio del 1941 a Castronuovo di S. Andrea. Poi si è spostato a Moliterno, dove ha vissuto per tanti anni ed ha diretto, insieme al fratello Walter la paterna tipografia, che fungeva anche da casa editrice, dagli anni Sessanta, dando spazio alla cultura, alle voci del territorio. Oggi è gestita dalla nipote Valentina. Ha insegnato educazione fisica per tanti anni nelle scuole medie, tra cui quella di Castelsaraceno “Ciro Fontana”. Romeo era iscritto al MSI, fondato in Basilicata nel 1947. Quando nel 1977 ci fu la scissione con Fini, Romeo passò con la corrente di Pino Rauti, insieme a Rocco Tauro, Leonardo Giordano di Montalbano Jonico, Vincenzo Belmonte ed altri, mentre con Almirante erano Antonio Martorano di S. Arcangelo, Antonino Laveglia di Grumento e tanti altri. Si è sposato con Antonietta Pugliese di Castelsaraceno. È venuto a mancare il 4 gennaio del 2013. È stato più volte candidato con MSI-Fiamma Tricolore: al Senato negli anni ’80, al Parlamento Europeo, alla Provincia ed alla Regione, fino agli anni ’90. Romeo è stato un grande battagliero ed uno degli ultimi rivoluzionari lucani: voce di uno che grida nel deserto. Come Giovanni Battista, ha sempre denunciato i poteri forti che hanno spadroneggiato nella regione Basilicata. Quale predicatore imperterrito sempre ha onorato la verità. Come sant’Agostino, possiamo dire di lui: La verità è come un leone. Non avrai bisogno di difenderla. Lasciala libera. Si difenderà da sola. Egli è stato sempre la bocca della verità. La ha professata da solo, senza aver paura di nessuno. E come si dice dalle nostre parti: – Chi dice la verità, vuole essere ucciso. Questa nostra Cassandra ci ha detto sempre come stavano le cose. Facevamo finta di ascoltarlo. Ma le sue parole trovano ancora ragione dopo anni. Le battaglie sul petrolio, sui parchi, erano giuste. Cosa chiedeva? Una contrattazione più equa! La zona franca, una ricaduta occupazionale e maggior rispetto per l’ambiente! Era forse sbagliato? Sui palchi, per le strade, con volantini, giornali, libri, si è sempre battuto per la sua terra. In Val d’Agri il partito era ben organizzato e funzionava: amministratori che si sono spesi tanto per il territorio, come Laveglia Antonino, sindaco benemerito di Grumento Nova e Leonardo Giordano, sindaco benemerito di Montalbano. Culturalmente Romeo guardava ad Evola e il filosofo Gentile. Splenger aveva annunziato il “Tramonto dell’Occidente”. I partiti che amministravano in Basilicata, con l’assenso della Sinistra, alimentavano un sistema clientelare. Quello che succede oggi, Romeo lo aveva visto lucidamente già prima, lo aveva predicato con fervore. Lo strapotere supercapitalista delle multinazionali si stava affermando. Porfidio non era asservito al potere e per questo non era scritto sul libro paga di nessuno. Egli definiva il popolo lucano un popolo di pastoracchi: Sai qual è la differenza tra pastori e pastoracchi? I primi hanno le pecore e i secondi non hanno pecore, ma non cambia nulla. Anche da solo combatteva, come Don Chisciotte contro i mulini a vento. Ma sappiamo che i rivoluzionari sono pochi. La sua era la destra anarchica di Stirner e di Nietzsche, che guardava al Mussolini ancorato ancora al sindacalismo di Sorel. Romeo ha assistito alla nascita della Regione Basilicata, ha vissuto tutto il difficile periodo della ricostruzione dopo il terremoto del 1980, fino al fiorire dell’Ateneo lucano, allo sviluppo della Val d’Agri, con le prime speculazioni petrolifere. Egli voleva uno sviluppo sostenibile. Voleva una regione bella, forte, autonoma, autarchica. Abbiamo tutto: acqua, petrolio, mari, boschi, montagne. L’acquedotto lucano doveva nascere prima. In cambio di tutte queste risorse cosa abbiamo ricevuto? Vogliamo ricordare allora quest’uomo, questo politico e questo intellettuale che tanto si è speso per la nostra stupida regione e non ha avuto nessun riconoscimento.

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