LA REGIONE DISPENSATRICE DI “BENEFICI” E PER NULLA RISOLUTRICE DI REALI PROBLEMI
Dall’età borbonica cosa è cambiato tra Nord e Sud: per ora nulla considerato che l’attuale classe dirigente non sa come spendere i fondi europei o quelli del Pnrr
Con il “bonus gas” non soltanto si sprofonda nell’iniquità sociale, ma si trasforma ufficialmente l’Istituzione (quindi la Politica) in un “potere che dispensa benefici invece che risolvere problemi d’interesse generale”. Si realizza così il ritorno al borbonismo, il quale non dava istruzione e servizi al Mezzogiorno (nel 1861, in Basilicata, su 30.545 maschi fra 12 e 15 anni, 25.355 erano analfabeti e 936 dei 5.095 alfabetizzati sapevano solo leggere Il Corriere lucano del 3 giugno), ma ogni tanto-secondo le occasioni- dispensava farina gratis al popolo (definito correntemente “maniaat’ d’pezzient”, da cui “magnat fetient”); e però costruiva la “prima” ferrovia Napoli-Portici per il diporto del sovrano e della Corte! Perciò, ancora oggi, i servizi dati al Sud sono inferiori nettamente a quelli del Nord (per l’istruzione, 1440 euro annui a Mi-1333 a Bo-1153 a Ge-1154 a Fi-1077 a Ve e però 811 a Na-771 a Sa-780 a Fg-784 a Ba-629 a Ta-674 a RC etc-Marco Esposito- il Mattino l7 luglio), con la conseguenza di una classe dirigente che non programma (la nostra Regione se n’è dotata?), che non sa investire i soldi dei Fondi europei e che forse non riuscirà nemmeno con quelli del Pnrr (cosa su cui punta il Nord per risucchiarli, come esplicitato senza peli sulla lingua, dal sindaco di Milano, Sala). Né mancano tali peli sulla lingua di Salvini, il capitano della Lega e dei suoi rappresentanti lucani, che- su la Repubblica del 2 agosto- dice «a ottobre sarà il quinto compleanno del voto di milioni di veneti e lombardi sull’Autonomia e nel tempo Pd etc ce l’hanno tirata lunga, porterò personalmente la proposta dell’Autonomia in mano a Berlusconi e alla Meloni di cui sono sicuro arriveranno le firme, perché autonomia significa efficienza, responsabilità, modernità, sviluppo e territori. Si può fare flaxtax e pace fiscale (a favore dei ricchi e del Nord!)…la burocrazia in meno con l’Autonomia è garantita». Né mancano sulla lingua di Zaia, Presidente (ora Governatore) della regione Veneto, che il 31 luglio, intervistato da M. Cremonesi sul Corsera, proclama «Dobbiamo disegnare il Paese che vogliamo per i prossimi 15 anni. E’ un tema di credibilità irrinunciabile e di efficienza… non un regalo da dare a veneti, lombardi ed emiliano romagnoli, è la dimostrazione della volontà di uscire dalla demagogia (sic!) per disegnare un Paese moderno. Sono passati 5 anni dal referendum, Fdl e Fi hanno sostenuto il sì …il nuovo governo non potrà esimersi dall’approvare l’autonomia. La condizione per stare al governo (come Lega) è l’Autonomia». Così Francesco Lollobrigida, capogruppo alla Camera dei Fratelli d’Italia «presidenzialismo e autonomia devono avere un percorso parallelo»; e Tajani, berlusconiano, aggiunge «è da sempre nel Dna del centrodestra. E’ un tema che abbiamo sempre sostenuto». Chiaro che Autonomia differenziata significa non versare allo Stato il ricavato delle tasse raccolte sul proprio territorio (ricco) a danno di quelli poveri (del Sud) e che la subordinazione di Essa ad un “piano di compensazione” è soltanto chiacchiera, perché lo Stato avrà così ancora meno soldi per finanziarlo? Forse tutto questo- che ho voluto trascrivere-resta ignoto alla gran parte dei cittadini del Sud perché non leggono, tant’è che continuano a dar la maggioranza ai Partiti della Destra, cioè a darsi la zappa sui piedi? La risposta può forse venire dalla vicenda del bonus gas! Non solo voluta dalla Destra che governa la Regione e che ovviamente va a caccia di voti per rafforzare il Nord (per la Lega, Roma resta ladrona come ai tempi di Bossi e tutto il Sud terra di fannulloni burocrazia, irresponsabilità, inefficienza, arretratezza, non sviluppo… se no, cosa significherebbero le parole di Salvini qui riporta-te?). Nonla contrasta l’opinione pubblica, che all’inizio l’ha resa maggioritaria forse per reazione allo sfascio della “Sinistra”, ma che ora è contenta del bonus gas perché in linea con l’abitudine, con la tradizione concezione dello Stato! Sicché, non c’è nemmeno una seria Opposizione, perché, temendo di scontentare i beneficiari del bonus, si limita a segnalare lo svantaggio per coloro che usano legna e carbone per la Comunità del maggior consumo che deriva dalla gratuità. Essa si limita al minimo sindacale di qualche obiezione, che tuttavia la Maggioranza trascura,persino intitolando la legge alla “transizione energetica”, cioè all’esatto opposto del maggior consumo di gas che essa determina! Non c’è alla base di tutto questo (che non possiamo certo definire dibattito!) la convinzione (comune a Maggioranza ed Op-posizione) che la Gente apprezza “i benefici che piovono dal cielo”, come ai tempi dei Borboni; e nemmeno si domanda se questo sia giusto rispetto all’obiettivo generale dello sviluppo (da realizzare con programmi). E proprio per questa via, sulla base di tale maniera di pensare, le Istituzioni restano nel Sud dispensatrici di benefici e noi incapaci di risollevarci! Sicché il fenomeno dei “padri che raggiungono altrove i figli in un’emigrazione alla rovescia” (G.Caser-ta- chat ex Consiglieri regionali)è diventata la regola della nostra Terra: e così dunque normale ed anzi benefico il “bonus gas”.
Nicola Savino
Già sottosegretario di stato