QUARTIERE ARTIERI, DA INCUBATORE DI CULTURA A LUOGO DI SCEMPIO
Resta fermo nei Sassi il progetto per l’“artigianato applicato”, mentre avanza il degrado tra rifiuti e incuria
I Sassi di Matera come si sa, sono sempre più meta di visitatori, soprattutto in questi giorni di ferie. In tanti restano dunque meravigliati dalle bellezze dei Sassi, ma le segnalazioni ricevute di recente da più di qualche operatore turistico materano, si riferiscono alle lamentele di alcuni turisti. Questi ultimi passando per una particolare zona del Sasso Barisano, hanno infatti notato un certo degrado. Ci riferiamo a quello che sarebbe dovuto diventare il “Quartiere degli Artieri” e che invece, dopo che il progetto è stato letteralmente murato insieme alle case grotta che lo avrebbero dovuto ospitare, è tornato ad essere oggetto di atti di vandalismo. Ricordiamo che le travagliate vicende del rione degli “Artieri”, iniziarono già oltre 20 anni fa allorché si pensò di rivitalizzare quell’area, facendone un polo d’eccellenza, un laboratorio di artigianato artistico locale così come tramandatoci dai nostri antenati. Ma oltre all’aspetto prettamente artistico, gli “Artieri” avrebbero anche dovuto rivestire un ruolo primario nel campo delle attività produttive legate all’artigianato locale. Il Comune di Matera, infatti, aveva previsto che tutte quelle case grotta evacuate dallo Stato italiano negli anni ’50 a causa delle pessime condizioni igienico sanitarie in cui vivevano i residenti dell’epoca, venissero recuperate e rivitalizzate. Il progetto degli “Artieri” consisteva così nel realizzare proprio nel cuore dei Sassi, un ‘incubatore’ culturale per la rinascita delle arti applicate come la cartapesta, l’argilla, la ceramica, l’incisione su pietra e via discorrendo. Un progetto in cui venne coinvolta anche la Confederazione Nazionale dell’Artigianato di Basilicata che poi a seguito del seppur motivato passo indietro del Comune di Matera, si è vista sfumare la grande possibilità. Va anche ricordato che oltre allo sgombero che nel rione degli Artieri ci fu negli anni ’50, ce n’è stato un’altro lo scorso dicembre proprio per liberare le storiche case grotte da occupanti abusivi che tra l’altro avevano arrecato danni irreversibili all’impiantistica e alle stesse strutture. In quella occasione, le autorità furono costrette addirittura a murare tutte le entrate della case grotta, ma a quanto pare ciò non è stato sufficiente, visto che oggi in quella zona, i vandali sono tornati e la devastazione ancora una volta è stata sconsiderata. I pannelli e i quadri elettrici sono stati ulteriormente scardinati con il rischio di pericolosi cortocircuiti e spreco di risorse energetiche soprattutto allorché, si è cercato di collegare dei cavi improvvisati per ripristinare la luce nelle case grotta occupate. Gli addetti ai lavori, poi, hanno osservato come non si comprenda perché l’amministrazione comunale materana si dia tanto da fare per reperire progetti da inserire nel PNRR, e non pensi a riproporne uno, quello degli “Artieri”, che incontrerebbe ottimamente più di qualche “missione” del piano governativo di ripresa e resilienza. Ma oltre alle occasioni culturali ed economiche perdute per sempre con la mancata realizzazione del “Quartiere degli Artieri”, vi è anche un’altra e più grave considerazione da fare è cioè che nel frattempo gli artieri e gli artigiani locali vanno scomparendo rimpiazzati inesorabilmente da produzioni e oggettistica dozzinale, fatta in serie e soprattutto che non ha nulla a che fare con l’arte antica, unica e preziosa che i nostri antenati hanno tanto faticosamente cercato di tramandarci.