MAFIA, CLAN MUTO: OPERAZIONE DELLA DDA DI POTENZA E DELLA QUESTURA DI SALERNO
Nel mirino degli inquirenti i presunti affiliati Vito e Cono Gallo, il maxi sequestro da 1 milione di euro ha riguardato 1 impresa commerciale e 8 unità immobiliari
La sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Potenza su richiesta della Direzione distrettuale antimafia del capoluogo lucano ha disposto il sequestro di un’impresa commerciale e 8 unità immobiliari, per un valore di un milione di euro, nei confronti di Vito e Antonio Gallo, rispettivamente classe 1956 e 1980, a cui è stato altresì notificato l’obbligo obbligo di soggiorno nel comune di residenza, commisurata in 3 anni nei confronti del primo e 2 anni nei confronti del secondo. Le misure sono state eseguite dal personale della Divisione Polizia Anticrimine-Ufficio Misure di Prevenzione della Questura di Salerno e del Gico del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Salerno. Come spiegato dal Procuratore Aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Potenza, Maurizio Cardea, sulla base degli elementi probatori raccolti dalla Polizia di Stato, a carico di Vito Gallo, già condannato, nell’anno 2019, dal Tribunale di Paola alla pena di 26 anni di reclusione per i delitti di tentata estorsione e associazione dedita al traffico di sostanze stupefacenti e con precedenti penali per i reati di rapina, ricettazione e spendita di banconote falsificate, sono stati ritenuti sussistenti gravi indizi di appartenenza alla cosca calabrese nota come “clan Muto”, con base operativa e strategica in provincia di Catanzaro. Nella medesima indagine per traffico di sostanze stupefacenti è risultato coinvolto anche Cono Gallo e, pertanto, ritenuto, connotato, ai sensi delle disposizioni del codice antimafia, da profili di pericolosità sociale qualificata. Gli accertamenti patrimoniali condotti dalle Fiamme Gialle salernitane hanno poi consentito di rilevare in capo ai proposti la titolarità di un cospicuo patrimonio, schermato anche attraverso la formale intestazione di beni immobili ai propri familiari, e la conduzione di un tenore di vita del tutto sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati. Pertanto ritenuti sussistenti dal Tribunale di Potenza i presupposti soggettivi e oggettivi in capo ai proposti sono stati sottoposti a vincolo cautelare: 4 fabbricati siti nel comune di Centola e Sala Consilina, in provincia di Salerno, e Roma, l’intera proprietà di 4 distinti terreni siti nel comune di Sala Consilina ed i beni aziendali riconducibili ad un’attività commerciale di bar.