“VERSO IL METAVERSO”
L’intervista ad Augusto Palombini che si occupa di archeologia del paesaggio, di musei virtuali e la Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum dal 27 al 30 ottobre
Da qualche tempo sto soffermando la mia attenzione sul Metaverso e ho pubblicato tre interviste che spero abbiano reso l’idea di cosa sia il Metaverso anche a coloro che non lo frequentano e non lo conoscono ma non immaginavo che l’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale (Ispc) del Cnr, dove svolgo il mio ruolo di ricercatrice dal 1988, potesse occuparsene così presto e in maniera così importante. Alcuni giorni fa è arrivata una mail a tutti i membri dell’Istituto da parte di Augusto Palombini che è un collega, un Primo Ricercatore che si occupa di archeologia e fa parte del laboratorio DHiLab del-la sede di Roma dell’Ispca. In questa mail vi era l’invito a presentare proposte e a partecipare all’Archeovirtual 2022, mostra multimediale organizzata dal Cnr Ispc all’interno del-la cornice espositiva della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico che si terrà a Paestum dal 27 al 30 Ottobre 2022: quest’anno il tema è “Verso il Metaverso”. Non potevo non intervistare un collega così duttile e pieno di iniziative come Augusto Palombini che è un archeologo ma anche uno scrittore, si occupa di archeologia del paesaggio, di musei virtuali, di informatica e soluzioni multimediali applicate al Patrimonio Culturale con particolare riferimento al mondo open data e open source. Lo studio del paesaggio ci accomuna nel mondo della ricerca, io come storica e Augusto come archeologo. Augusto, cosa bisogna fare per mandare una proposta di partecipa-zione all’Archeovirtual 2022 che ha come tema il Metaverso? «Si possono trovare tutte le informazioni sul sito web dell’evento www.archeovirtual.it basta compilare un form con le caratteristiche della proposta. Archeovirtual è la rassegna di archeologia virtuale che da oltre quindici anni affianca la Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum, in programma dal 27 al 30 ottobre, e curata come sempre dal nostro istituto, all’interno del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Sono candidabili tutte le realizzazioni inerenti il Patrimonio culturale che si pongano, anche in prospettiva, come potenziali scenari di mondi virtuali immersivi: l’idea di dedicare questa edizione al Metaverso nasce infatti dalla constatazione che molto del materiale digitale prodotto negli ultimi decenni può trovare impiego proprio in tale direzione. Il punto non è tanto interrogarsi sulle caratteristiche e le prospettive del Metaverso, ci sono già molti e come te che ne hanno scritto e ne ragionano sotto varie angolazioni ma provare a chiedersi quale utilizzo possa avere per la valorizzazione e la conoscenza dei paesaggi antichi, dell’arte e della storia del passato». Puoi descrivere i laboratori di Archeologia Virtuale dell’Istituto nel quale lavoriamo e che progetti importanti ha portato a termine su questo argomento l’Ispc anche quando aveva altri nomi? «L’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale del Cnr è nato pochi anni fa dall’unione di diverse realtà che si sono per anni occupate del rilievo digitale dei monumenti antichi e della ricostruzione virtuale dei paesaggi del passato. Sono state operate ri-costruzioni di vari contesti archeologici di tutte le epoche. Tutto questo patrimonio di dati è utilizzabile nei musei, nelle applicazioni didattiche e di valorizzazione, ma anche per scopi più vicini al mondo dell’intrattenimento, come le produzioni video, i videogame e – oggi – il metaverso». Ci siamo già detti che la parola Metaverso è molto musicale e di particolare bellezza ma secondo te cos’è il Metaverso e che ruolo potrà avere all’interno del mondo della ricerca? Immagini un Cnr in metaverso? «Il Metaverso è un concetto non ancora ben definito. Potremmo in-dicarlo come un’evoluzione della realtà virtuale, cioè un mondo digitale immersivo nel quale ciascuno può muoversi e comportarsi in modo analogo al mondo reale: frequentare persone, fare acquisti, realizzare delle creazioni che modificano il paesaggio. Attualmente i colossi informatici mondiali stanno dando vita a un consorzio per provare a definire dei formati comuni e degli standard che rendano possibile l’interoperabilità, ma la storia del Metaverso è più antica. Se la parola nasce con il romanzo “Snow Crash” del 1993, di Neil Stephenson, l’idea di una realtà virtuale completamente “avvolgente” risale addirittura al 1940, col romanzo “L’invenzione di Morel” di Alfonso Bioy Casares. La riproducibilità del mondo in cui viviamo è un tema che ha sempre affascinato l’umanità. Le prime esperienze reali le abbiamo poi avute negli anni duemila, con varie iniziative fra cui il celebre fenomeno di Second Life. Ciò che oggi fa la differenza sono novità come la blockchain e i caschi immersivi, che facilitano le transazioni economiche e il coinvolgimento emotivo rispetto al passato. Vista l’enorme potenzialità di questa situazione è probabile che molte realtà e anche istituzioni (e perché no, anche il Cnr) avranno un loro “doppio”; nel mondo virtuale. Il Metaverso è un modo per concedersi esperienze che non potremmo fare nella realtà, come camminare sulle nuvole o sul fondo del mare. E allora perché non utilizzarlo anche come macchina del tempo, per viaggiare nei paesaggi del passato ricostruiti con fedeltà e accuratezza grazie al lavoro di archeologi e storici? È su questo che vorremmo cominciare a interrogarci a Paestum: sul modo per cominciare o forse per portare avanti questo percorso». Nel tuo curriculum c’è scritto che sei anche uno scrittore, mi racconti anche questo tua passione? «In fondo è anche questo un modo per creare dei mondi “immersivi” anche se solo sulla pagina. Il romanzo storico è un laboratorio in cui provare a ricostruire le atmosfere di un momento storico perduto. Ad esempio nel mio ultimo romanzo “Il limite del mondo”, ambientato al tramonto dell’Impero Romano, ho provato a utilizzare il punto di vista di una spia, un agente segreto al servizio dell’impero, necessariamente attento a tutti i dettagli dei paesaggi, per raccontare un’epoca poco frequentata dalla narrativa come il quarto secolo della nostra era. Credo, tornando al metaverso, che in futuro una delle sfide sarà proprio la ricostruzione di quei momenti storici di transizione che anche il nostro immaginario non ha associato a eroi o grandi saghe letterarie. Inoltre, avremo la possibilità di ricostruire anche contesti storico-geografici meno noti, quelli che i libri talvolta liquidano in poche righe: anche in quei mondi ci sono stati uomini e donne che hanno vissuto i loro drammi e le loro emozioni, e oggi la tecnologia ci dà i mezzi per provare ad avvicinarci a ciò che loro hanno visto e percepito». Insieme ad Augusto ci sarò anche io a Paestum per la Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico dal 27 al 30 Ottobre 2022. Chiunque può partecipare e mandare la propria domanda collegandosi a www.archeovirtual.it e immaginare di poter mostrare le proprie creazioni in metaverso o guardare quelle degli altri o ascoltare seminari e confronti o, semplicemente, incontrare esperti e cultori della materia. Vi aspettiamo!
Antonella Pellettieri