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VIVALAT, IL PIANO DELLA SALA OPERATIVA FANTASMA DI UNA RIQUALIFICAZIONE CHE STENTA AD AVVIARSI

Continua il viaggio di Cronache tra il degrado urbano: l’ex centrale del latte che dal 1994 ha chiuso i battenti e dovrebbe diventare chissà quando sede della Protezione Civile

Sulla cementificazione della città si sono spesi già fiumi di inchiostro da parte degli attori politici nonché dei cronisti del palcoscenico potentino. Ma, su queste colonne, ci limitiamo a segnalare i “non luoghi” – indiscussi protagonisti del capoluogo lucano – provando ad evitare la retorica. Sicché, dopo il Palazzo D’Olivo – più comune-mente noto ai potentini come l’ex Ospedale psichiatrico “Don Uva” – continua il viaggio di Cronache tra gli edifici abbandonati e i relitti di quelli che un tempo rappresentavano l’identità della città e che ora ne stanno trasformando la sua fisionomia in un modo che di certo non incentiva la buona riuscita del tentativo di porre un freno, per quanto possibile, alla deriva urbanistica del capoluogo lucano. E risulta ancora in stato di perenne abbandono anche l’ex capannone “Vivalat” la nota Centrale del Latte di Potenza che fino all’anno 1994 produceva e vendeva latte raccolto dalle piccole società cooperative lucane. Un grande mercato stroncato, a partire degli anni ‘70 dalla concorrenza che comincia a farsi forte: è il tempo della Parmalat e della Granarolo, per inteso. Da allora – da quando iniziarono a partirono dal 1994 i primi licenziamenti – questo capannone è rimasto abbandonato, in balia dell’incuria e del vandalismo. Diventando uno degli archetipi tra gli edifici della città di Potenza per il suo fatiscente stato di degrado per cui occorrerebbe sul serio un piano di sostenibile riqualificazione urbana che possa intersecarsi con le esigenze e i fabbisogni della cittadinanza potentina. Anche qui, attraversando i suoi di scheletri, sembra che il tempo si sia fermato. E anche qui, gli anni ormai non si contano più.  Da decenni non funziona, con gli annessi suoi macchinari d’acciaio. L’abbandono e il degrado hanno fatto poi tutto il resto. Si attende di smantellare tutto perché dovrebbe diventare questa, in un futuro non si sa quanto prossimo, la sede del Centro operativo regionale della Protezione civile con funzioni di Soup (Sala operativa unificata permanente) nei periodi a rischio di incendio boschivo. Questo, almeno, è quanto deciso dalla Regione della Basilicata anni or sono ma nulla pare essersi mosso ad oggi. Questo, almeno, è quanto deciso dalla Regione della Basilicata anni or sono ma nulla pare essersi mosso ad oggi. Di sicuro occorre svuotare i capannoni, smantellare quei macchinari ad oggi non più utilizzabili, liberare il piazzale, rottamare i mezzi e vendere quegli impianti ancora utilizzabili, se mai ne fosse rimasto integro e funzionante qualcuno. Poi si procederà alle opere di urbanizzazione e alla realizzazione del Centro operativo. Pare che la Regione sia rientrata in possesso della ex Centrale dopo un lungo lavoro di ricucitura istituzionale dell’Ufficio Provveditorato e patrimonio, concluso con la decisione della sezione civile del Tribunale di Potenza di autorizzare il curatore fallimentare a cedere i beni mobili dell’azienda ancora custoditi nello stabilimento. Per riavere i locali, la Giunta di allora avrebbe acquisito, ad un prezzo simbolico, le attrezzature dell’azienda fallita, in quanto la mancata utilizzazione dei locali è di gran lunga superiore al valore reale dei beni mobili e al costo di smontaggio e rottamazione. Beni in gran parte inutilizzabili, ad oggi. L’ex Centrale dal punto di vista logistico sarebbe, considerata la sua posizione strategica, una situazione ottimale per accessibilità, viabilità e parcheggi ed è a ridosso della città. Stando ai Piani, sulla carta quanto meno, il Centro operativo regionale della Protezione civile dovrebbe essere ospitato nell’archivio ex Esab, a piano terra della palazzina uffici, su una superficie di circa 160 mq. I capannoni serviranno per le attrezzature e i mezzi con una postazione per Vigili del fuoco e Corpo forestale dello Stato. All’interno della struttura, l’ingresso e il front office presidiato h 24 per acquisire informazioni e segnalare eventi, la Sala operativa, attiva h 24, in grado di monitorare e far fronte a qualunque evento calamitoso con funzioni che vanno dal monitoraggio, ai soccorsi, dall’informazione e sensibilizzazione al volontariato, dall’organizzazione dei mezzi, al-la predisposizione delle vie di fuga, al coordinamento degli interventi e dei diversi centri e enti che operano sul territorio, al censimento dei danni, all’assistenza alla popolazione.  Previste anche una sala strategie, una sala regia e una sala radio. Sembrerebbe questo un mirabile modo di riqualificare e di salvaguardare l’ambiente urbano – ci si augura concreto – la cui fattiva realizzazione rappresenterebbe un’opera significativa da poter prendere ad esempio, a cominciare dalle tante altre aree e fabbricati che versano da anni nel medesimo stato di abbandono, donando finanche nuova dignità alla città di Potenza.

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