L’INNOCENZA PERDUTA DI MOLES
Tacco&Spillo
Si sa che in campagna elettorale la lingua si fa doppia se non tripla perché s’inseguono le virtù facili della politica come la propaganda piuttosto che quelle etiche come la coerenza, ma pensavamo che almeno un parlamentare scafato come Giuseppe Moles avesse un minimo di pudore per non ricadere nella trappola mortale delle parole svolazzanti nel ridicolo. Ora che il forzista non si stato all’altezza del suo compito da sottosegretario all’editoria è sotto gli occhi di tutti perché in questi difficilissimi anni di crisi e pandemia la sua opera istituzionale è stata sempre ininfluente e del tutto anonima. Ancora peggio ne ha combinate come coordinatore regionale dei berlusconiani, quando ha aperto il contendere polemico con tale strabismo politico da bersagliare i suoi stessi amici di partito Francesco Cupparo e Vito Bardi ed in tutta risposta ricevere da loro così tante legnate politiche da perdere la faccia. Eppure il pacchetto di svarioni ed insuccessi che avrebbe piegato alle dimissioni pure un poltronista come Scilipoti non lo ha scalfito nemmeno nell’orgoglio che anzi ha ritrovato con la solita ipocrita baldanza tuonando contro tutti i trasformisti d’Italia, eccetto naturalmente quelli che in Basilicata lo dovranno votare come Baldassarre, Quarto, Vizziello, Leone e Coviello. Canta il grande Vasco Rossi: “Non difenderti con l’innocenza che tra l’altro non hai!”.