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IL SIMME ‘E NAPOLI PAISÀ IN VERSIONE PD

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A parte il cenotafio politico a Giuseppe Moles come segno soccombente d’amicizia, dobbiamo riconoscere che nell’intervista che il governatore Vito Bardi ha dato alla nostra direttrice Maria Fedota c’è molto di più del semplice bon ton istituzionale con cui ha voluto rispondere alla bella provocazione sui candidati napoletani calati sulla testa dei lucani solo per quadrare le diavolerie di corrente che i soliti capetti di partito hanno ordito contro merito, genere e territori. Ora però l’imperturbabilità mostrata da Bardi può avere anche qualcosa di serafico e rinunciatario e non gustare il sapore fresco della vendetta politica, ma la porcheria di avere a spasso elettorale e con tutta la sua ingombrante supponenza di giovane comunista il napoletano Vincenzo Amendola, peraltro  spacciato per lucano adottivo solo per via del furbesco cambio di casacca regionale fatto con Roberto Speranza, lucano candidato a Napoli, la dice lunga sul grado di attenzione che Enrico Letta ha voluto riservare ai lucani, considerati perfino incapaci di provare indignazione e resistenza democratica proprio contro lo straniero paracadutato. Ritorna ancora più forte la voce di Massimo Ranieri, ma stavolta in versione PD:  “Simme ‘e Napule paisá! Basta cace sta ‘o sole. Ca c’è rimasto ‘o mare”.

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