EX CENTRO INFANZIA “NATASCIA” , DOVE UN TEMPO S’ACCOGLIEVANO MINORI ORA SI RACCOGLIE POLVERE
L’edificio di rione Lucania a Potenza è stato messo in vendita nel 2013 ma ha visto tre aste andare deserte. Un ultimo spiraglio di riqualificazione con il progetto “Potenza Riusa”
Ex centro per l’infanzia Natascia, messo in vendita nel 2013, tre aste andate deserte. È da quest’altro edificio dimenticato che prosegue il viaggio di Cronache tra quelli che abbiamo preso a definire i “non luoghi”, gli immobili del Comune di Potenza abbandonati al degrado e all’incuria. Su queste colonne stiamo – da settimane ormai – segnalando, con tanto di reportage fotografico, su quanto sia lungo l’elenco degli edifici pubblici e privati nel capoluogo lucano che attendono da tempo una riqualificazione che non arriva. Vuoi perché mancano i fondi per ristrutturarli, vuoi perché incatenati in una destinazione d’uso che li rende di fatto inutilizzabili o poco appetibili per un eventuale acquirente. Su questo fronte il Comune di Potenza ha predisposto un ennesimo intervento mirato alla semplificazione delle procedure per il cambiamento di destinazione d’uso. L’iniziativa è stata denominata “Potenza Riusa”, promossa dall’assessore comunale con delega all’Urbanistica Antonio Vigilante e dal dirigente dell’ufficio Urbanistica e Gestione del territorio, Giu seppe D’Onofrio. Ma in che modo tale progetto, il cui intento sarebbe quello di semplificare la burocrazia, potrà influire sulle sorti del patrimonio edilizio in abbandono, tra cui compare anche l’edificio di Rione Lucania a Potenza, tra piazza Gianturco e via G. Fortunato? La misura promossa dall’Amministrazione Guarente consisterebbe in un bando pubblico al quale hanno potuto accedervi – la Manifestazione d’Interesse è stata avviata a marzo scorso – soggetti pubblici ma anche privati, in possesso di immobili classificati come Srau, ovvero “Suoli riservati all’armatura urbana”, destinati a servizi e infrastrutture. Molto del patrimonio pubblico in dismissione, ad oggi, ha visto diverse procedure di gara andate deserte; come nel caso – come premesso poc’anzi – dell’ex centro per l’infanzia Natascia. L’auspicio è che ora questi immobili potranno ottenere l’interesse da parte del mercato immobiliare, ma pare che finora non sia pervenuta nessuna comunicazione ufficiale sullo stato di fatto. Fatta questa triste ma doverosa premessa, ad onor di cronaca, sempre lo scorso marzo – all’indomani della guerra in Ucraina – l’ex Centro Natascia di Rione Lucania è stato segnalato dal consigliere regionale del M5S, Gianni Leggieri, come possibile struttura da poter mettere a disposizione per i profughi ucraini. Il consigliere, con una nota ufficiale rivolta all’allora presidente della Provincia di Potenza, Rocco Guarino, in quanto l’Ente è il proprietario dell’immobile, affinché ciò potesse avvenire. Da più parti le istituzioni pubbliche e le organizzazioni umanitarie si sono, di fatto, mobilitate in favore della popolazione ucraina. Molti amministratori comunali si sono approntati con impegno e generosità per mettere in moto la macchina dell’ospitalità con punti di assistenza sul loro territorio, grazie al sostegno dei cittadini, giovani e non, che forse ancora ricordano i giorni del terremoto del 1980, dove il nemico non c’era. Era invisibile ma ugualmente impietoso. Ma non bisognerebbe andare troppo lontano per trovare una ragione valida per recuperare risorse per rimettere in funzione e rendere nuovamente agibile uno riportare in vita uno spazio che sì, richiederebbe di gran lunga molti interventi. Ma sarebbe un’occasione per dimostrare la concretezza di chi rappresenta le Istituzioni, non abbandonando allo spreco uno spazio un tempo adibito all’accoglienza, ospitando già un tempo madri nubili e bambini. L’ex Centro per l’infanzia Natascia ha cessato il suo servizio socio assistenziale nel dicembre del 2006; la struttura è poi confluita poi nell’Ufficio di Formazione, Lavoro e Politiche sociali fino al 2010. Da all’ora i suoi cancelli sono chiusi, lasciando all’interno dell’immobile, accantonati tra i diversi locali, alcuni beni mobili – consistenti in arredi e mobilio, suppellettili, giocattoli, pupazzi e libri per l’infanzia – come si evince dall’inventario reso pubblico all’epoca dalla Provincia di Potenza. Ora ricoperti di polvere e macerie.