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EX CASERMA DEI VIGILI DEL FUOCO, ALTRO SCEMPIO POTENTINO DELLA NON RIGENERAZIONE URBANA

L’edificio trasferito al patrimonio dell’Acta nei primi anni 2000 è inagibile dal 1987: un altro “non luogo” che si aggiunge alla lunga lista di strutture accantonate all’incuria e al degrado

Continua l’inchiesta di Cronache sui “contenitori” abbandonati in città. Gli edifici e le strutture – prevalentemente pubbliche – che abbiamo preso a chiamare i “non luoghi”, che un po’ la burocrazia e un po’ la tendenza alla procrastinazione delle varie amministrazioni che si sono susseguite in questi anni, hanno accantonato all’incuria e al degrado urbano. Ogni città possiede una lista di edifici in disuso, spesso dimenticati, molti dei quali vengono messi in vendita, vuoti a perdere, ma che rappresentano un patrimonio per la collettività e potrebbero essere riutilizzati come aggregatori di idee e progetti, luoghi di ritrovo per la comunità. Il capoluogo lucano – come segnalato su queste colonne, nero su bianco – non è esente da questa lista. Eppure di idee e progetti su cosa e come fare per restituire alla comunità potentina quelli che sono stati importanti immobili storici e che potrebbero essere importanti contenitori culturali e sociali ve ne sono. Sarebbe necessario un confronto fattivo su quale futuro potrebbe essere assicurato agli edifici, oggi fatiscenti, ormai condannati da tempo al declino e che certamente sono simboli del degrado più generale che riguarda il capoluogo lucano. Come quelli finora resi noti dal nostro reportage – l’ex “Don Uva”, l’ex centrale del latte “Vivalat”, il cinema Fiamma, la “Casa dello studente” del Francioso, l’ex scuola media “Sinisgalli” di via Leoncavallo, l’ex scuola “Albini” di Betlemme, l’ex scuola “Torraca”, l’ex Palazzetto del Coni, l’ex Centro per l’infanzia “Natascia” e la palestra “Leopardi” di rione Lucania – a cui si aggiunge, non da ultimo, l’ex Caserma dei Vigili del Fuoco di rione San Rocco, trasferita al patrimonio dell’Acta nella prima decade degli anni 2000, ma inagibile fin dall’80. Dal 1987, pare. I locali destinati a ospitare un tempo la caserma, sono stati sigillati una volta che la Compagnia dei pompieri vi spostò la sua sede principale e il suo apparato direzionale – quella ancora attuale – in via Via Costa della Gaveta all’ingresso della città di Potenza. Nel lontano 2012 se ne ipotizzava un intervento per farlo diventare un luogo aperto alle esigenze del mondo giovanile e universitario. Poi nulla di fatto. Ad oggi, l’edificio è inserito nell’elenco delle strutture messe a gara dal progetto “Potenza Riusa”, insieme all’ex centro per l’infanzia Natascia e all’ex scuola media statale di via Leoncavallo, di cui abbiamo in precedenza ampiamente scritto. Tutte strutture vuote su cui, però, non si è mai concretamente riusciti a far partire lavori di riqualificazione. Alla base della rigenerazione urbana dovrebbe esserci la comune idea che una politica di recupero possa fattivamente contribuire allo sviluppo culturale, sociale ed economico delle comunità. È da questa prospettiva che bisognerebbe collaborare, senza colori di partito, per valorizzazione e promuovere i beni immobili che questa città possiede e incentivarne così lo sviluppo del territorio.

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