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EX PROVVEDITORATO, LA “CITTADELLA DELLA CULTURA” MAI REALIZZATA

Settore Opere Pubbliche annaspa tra sostituzioni dei “Rup” e progetti incompiuti

Si fanno sempre più ricorrenti in questi giorni le determine del Settore Opere pubbliche del comune di Matera, finalizzate alla sostituzione dei dirigenti che, a seguito dell’inchiesta “Allattamento” della Procura della Repubblica di Matera, risultano “impossibilitati a svolgere i loro compiti per sopravvenuti ed inderogabili motivi ostativi”. Una circostanza questa che se da un lato costringe il Comune a modificare di volta in volta i componenti dei “RUP”, i responsabili unici dei vari progetti in corso, dall’altro consente di fare delle utili ricognizioni sulle Opere pubbliche materane che, nella loro realizzazione, necessitano di un cambio di passo. Cronache Lucane si è così concentrata sull’immobile dell’ex-provveditorato agli studi. Quest’ultimo, che ancor più anticamente era il Convitto nazionale “Duni”, avrebbe dovuto ospitare, dopo il restauro, nel livello seminterrato e al piano terra, il nuovo Archivio di stato, mentre ai piani superiori si sarebbero dovuti realizzare, grazie a un fondo di 1.8mln di euro, gli alloggi destinati alla “Scuola di alta formazione per il restauro” e del “Centro sperimentale di cinematografia”. Tale progetto venne confermato anche nel 2020 allorché la Giunta comunale della passata amministrazione materana, diede l’edificio dell’ex-provveditorato in comodato d’uso gratuito per 30 anni, alla Direzione generale Archivi del MiC, il Ministero della Cultura. Sempre in quella circostanza poi, il Comune di Matera si dichiarò prossimo a completare gli aspetti tecnici e burocratici dei lavori e lasciò ad intendere che le opere di ampliamento e ristrutturazione dell’immobile sarebbero iniziate quanto prima. La coabitazione dell’archivio di Stato e del convitto avrebbe inoltre fatto nascere in quel luogo la prestigiosa “Cittadella della cultura”. Ma tutto ciò, a distanza di 3 anni, è rimasto solo sulla carta, perché i lavori sono ancora fermi e per giunta l’edificio dell’ex-convitto, incustodito, è oggetto di continui atti di vandalismo e vituperio. Dappertutto all’interno, abbandonati, giacciono centinaia di fascicoli riguardanti le pratiche professionali e pensionistiche di tanti docenti e funzionari scolastici lucani. Sono tutti documenti riservati e contenenti dati sensibili che invece di essere custoditi sono stati abbandonati alla mercé di tutti. Al piano superiore la situazione dell’immobile non è affatto migliore. Tutti i locali sono stati messi a soqquadro, le porte addirittura scardinate e gettate a parte, e si è fatto scempio degli oggetti di arredo, e altri documenti sono stati sparpagliati alla rinfusa quanto non sottratti o distrutti. Risulta anche insostenibile il lezzo di escrementi animali e umani che si avverte all’interno dell’edificio, che evidentemente è frequentato indistintamente da bestie e persone, entrambi infatti vi trovano rifugio. Tutta l’area circostante, poi, un tempo adibita a parcheggio per i dipendenti e gli utenti del provveditorato, e abbellita da ulivi secolari, ora è inaridita, distrutta quasi interamente da un recente incendio e soprattutto adibita a discarica e alle rimanenze di proibiti svaghi notturni. Una fine quella dell’ex provveditorato senz’altro non consona alla città della cultura europea e che stride con le tante candidature in cui il Comune si lancia per intercettare i nuovi fondi del Pnrr.

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