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ARCHIVIO DI STATO IN CERCA DI “DESTINAZIONE”

MATERA, cavilli tecnici e burocratici rendono più incombente lo sfratto della storica sede documentaristica

La recente inchiesta di Cronache che ha svelato le reali e drammatiche condizioni di incuria, degrado e abbandono in cui si trova l’ex Convitto ‘Duni’ di Matera, nonché ex Provveditorato agli studi, ha riportato l’attenzione sull’Archivio di Stato su cui pendono uno sfratto dall’immobile in cui l’archivio stessi è collocato e un destino quanto mai incerto.
A legare a filo doppio le sorti dell’ex Provveditorato a quelle dell’Archivio di Stato è la circostanza che i centomila cartacei dell’archivio, vale a dire i suoi 18 km lineari di scaffali, sarebbero dovuti essere trasferiti nel seminterrato e nel pianterreno del provveditorato, ovviamente, dopo che quest’ultimo fosse stato riqualificato e ingrandito con l’aggiunta di un corpo di fabbrica di circa 800 m quadri, disponendo a tal riguardo il Comune di Matera di 1,8mln di euro.
Ma come le immagini di Cronache hanno dimostrato essendo l’ex provveditorato nel più totale abbandono, ci vorranno anni prima che la sua riqualificazione venga effettuata e dunque l’Archivio di Stato resta tutt’ora orfano di una nuova sede. Eppure una soluzione per salvare l’archivio e lasciare tutti i suoi preziosi documenti nell’edificio storico degli anni ‘50, in cui attualmente si trovano, l’avevano prospettata al Comune gli stessi proprietari dell’immobile, prima di procedere con lo sfratto. Si era suggerito infatti all’Amministrazione materana, considerando il vincolo di interesse pubblico che permane dal 1975 su quello spazio urbano, di acquisire l’immobile per esproprio oppure mediante la cosiddetta compensazione. A quanto pare il Comune invece, avrebbe modificato la ‘destinazione’ d’uso a interesse pubblico dell’area, trasformandola in destinazione residenziale, passando quindi da un uso esclusivo per pubblici servizi di interesse comune a un uso rientrante nella categoria di ‘civile abitazione, attrezzature commerciali, pubblici esercizi, bar, ristoranti, ricettiva alberghiera’. L’Amministrazione però non ha confermato questa ricostruzione tecnica e procedurale sulla ‘destinazione d’uso’ dell’immobile che ospita l’archivio e dunque è tuttora in atto una diatriba tra maggioranza e opposizione politica cittadina. Uno acceso confronto che si è arenata sui dettagli tecnici e burocratici del Piano urbanistico, di quello regolatore e di mobilità sostenibile. Certo è che se il Comune di Matera acquisisse la proprietà dell’immobile, intanto entrerebbe in possesso di un’altro bene di gran valore architettonico degli anni ‘50, salvaguarderebbe la memoria del cinema Quinto che quell’edificio, prima dell’archivio, ospitava e inoltre, il Comune concedendo esso stesso l’immobile in locazione alla Direzione archivi dello Stato, potrebbe ammortizzare nel tempo le spese sostenute per l’acquisizione. Ma niente di tutto ciò per il momento sembra essere in vista tranne il rischio che l’archivio venga sfrattato definitivamente e al suo posto spunti un bar o, perché no, l’ennesima casa vacanze con tanto di idro-massaggio mentre oltre 100mila documenti storici e preziosissimi rischiano di finire abbandonati proprio come quei faldoni polverosi che ora giacciono nei locali vandalizzati del provveditorato.

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