ATTI VANDALICI AL PARCO “BADEN POWELL” L’APPELLO: «NON SMINUIAMOLI A “BRAVATE”»
La presidente della Cooperativa che gestisce l’area verde «ostaggio da mesi diragazzi che sfociano la loro rabbia devastando tutto ciò che possono» chiede aiuto alle Istituzioni
«Qual è il limite tra l’essere un ragazzo vivace e l’essere un vero e proprio vandalo? Quali motivazioni spingono i nostri ragazzi a distruggere ciò che li circonda?». È con questa esortazione che Carmela Di Carlo, presidente della Cooperativa Venere, ente gestore del parco “Baden Powell” a Potenza, ha denunciato l’ennesimo atto vandalico avvenuto nelle scorse ore nella macchia verde frequentata dai più dei potentini. «Io credo – incalza Di Carlo – di chiedere alle nostre coscienze, come genitori e come educatori nonché come adulti di riferimento, in cosa stiamo sbagliando». La presidente della Cooperativa Venere muove un’attenta quanto autocritica analisi sul «senso di solitudine e di noia che ormai pare pervadere la vita dei nostri ragazzi, acuita anche dalle restrizioni dovute alla pandemia». Una questione che «non può lasciarci indifferenti», enfatizza Di Carlo. Non è però neanche più possibile «limitarci – prosegue – a mettere solo dei cerotti laddove invece occorrerebbe una cura». È alla luce di tali eventi che la presidente della Cooperativa Venere chiede esplicitamente alle Istituzioni preposte di «intervenire con azioni concrete al fine di contrastare questo fenomeno che sta raggiungendo ormai livelli che non ci consentono più di girarci dall’altra parte o tantomeno liquidare tutto come delle “bravate”». La faccenda sulla “malagioventù” è un’annosa questione che attanaglia da tempo la nostra società e neppure la città di Potenza è esente da tale problema che, anzi, continua a subire diversi episodi di vandalismo, in centro quanto in periferia. La realtà, palesata anche dall’evidenza delle foto, racconta oramai di un parco «ostaggio da mesi di ragazzi che sfociano la loro rabbia devastando tutto ciò che possono», insiste Di Carlo che sottolinea quanto sia da non trascurare «le conseguenze del vuoto e della mancanza di punti di riferimento stabili nella vita dei nostri ragazzi». «Occorre un patto educativo tra famiglie, Istituzioni, Scuola e associazioni perché – conclude Di Carlo – la responsabilità ricade anche su ognuno di noi. Non possiamo più fare finta di niente».