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«IN CAMPO PER COMBATTERE LE DESTRE E DARE MAGGIORE PROTAGONISMO AL SUD»

A Potenza il Partito democratico presenta la sua squadra e traccia le linee guida del suo programma: ambiente, lavoro e diritti civili. De Filippo sulla corsa al Senato che lo vede contrapposto proprio all’ex governatore Pittella ha precisato: «Non è un derby, ci sopporteremo con amicizia»

Dal lavoro all’economia fino ai diritti civili e all’ambiente. Sono alcuni dei pilastri che compongono le proposte del Partito democratico per le prossime elezioni del 25 settembre. A presentare i pilastri di quello che i dem definiscono obiettivi «realistici ma ambiziosi», con strumenti capaci di «garantire una transizione socialmente equa e di rafforzare l’innovazione e la competitività della nostra economia» ci ha pensato la squadra lucana, di donne e uomini, che compongono la coalizione di centrosinistra. Ad aprire i lavori il capolista alla Camera per il proporzionale, l’attuale sottosegretario agli affari europei, già ministro agli affari europei, Vincenzo Amendola. Amendola, pur avendo preso il posto all’ultimo del segretario regionale dem lucano La Regina (costretto a un passo indietro per una polemica per alcuni suoi tweet) ha ben indicato che il Pd «ha tre obiettivi: lavoro, ambiente e servizi pubblici locali. A partire dalla sanità. Siamo quelli che hanno negoziato a livello Europeo i fondi europei, per la Basilicata ci saranno più di due miliardi e mezzo nei prossimi 5 anni». «Noi abbiamo progetti e abbiamo idee. Non perdiamo tempo come la Regione e come il centrodestra a livello nazionale con parole confuse- ha continuato Amendola-. Progetti per trasformare questa regione, per rendere le nostre comunità più coese e per dare servizi pubblici che adesso non ci sono, a partire dalla sanità. E per costruire anche quel futuro di lavoro per le piccole e medie imprese di questa regione che devono investire sul futuro che ovviamente sarà ecosostenibile» conclude. Erano anche presenti gli altri candidati Dem, Ignazio Petrone, che concorrerà per l’uninominale alla Camera per l’intera coalizione di centro sinistra, Beatrice Difesca e Rocco Pergola, candidati nella lista del plurinominale a Montecitorio e l’onorevole Vito De Filippo, Maria Teresa Prestera, rispettivamente capogruppo e seconda in lista per il proporzionale al Senato. L’onorevole dem uscente De Filippo ha parlato di un maggior protagonismo europeo della nazione, mettendo in primo piano la tutela dei diritti con uno sguardo sempre orientato alle esigenze del mezzogiorno. «I nostri obiettivi sono molto chiari e anche molto semplici: battere le peggiori destre che puntano a governare questo Paese nei prossimi anni». Ha esordito così Vito De Filippo che ha sottolineato come l’obiettivo è quello di «ricollocare questo Paese in Europa e in Occidente con una azione forte sui diritti e una massima attenzione al Mezzogiorno. Sono tutti ingredienti che le destre che stanno animando questa campagna elettorale, che noi stiamo combattendo tenacemente, non hanno nelle loro orde e nei loro sentimenti più profondi». Sulla questione voto e sul “derby” tra ex governatori lucani nella stessa quota che vedo contrapposti Marcello Pittella per il “Terzo Polo” e Vito De Filippo per il Pd, quest’ultimo ai giornalisti ha precisato che «Non scendo in campo in questo derby sono concentrato solo sulle enormi differenze che ci sono tra noi e il centrodestra e con queste mi devo confrontare. Tutto il resto provoca solo confusione nel dibattito politico sulla Basilicata, ma lo sopporteremo con amicizia e con un sentimento di affetto per la lunga conoscenza». Vito De Filippo, capolista dem al Senato per il proporzionale, dovà infatti “scontrarsi” con Marcello Pittella, anch’egli ex governatore, passato dal Pd al Terzo Polo, con cui è candidato per la stessa quota. De Filippo è stato presidente della Regione Basilicata dal 2005 al 2013, Pittella dal 2013 al2018. L’onorevole dem uscente sulla questione voto infine ha precisato che «Una volta c’era il voto disgiunto, oggi anche quello indiretto: si può votare la Meloni direttamente o si possono votare quelle forze politiche che non sono capaci di sfidarla e di batterla. Questo è il voto indiretto che comunque va alla Meloni».

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