VIGGIANO CAPUT MUNDI: RE CICALA E LA RIMPATRIATA DA OLTRE 100 MILA €
Pepe blindò la sua riconferma come presidente del Consiglio: ora il valligiano fa campagna elettorale contro di lui
Viggiano caput mundi, è veramente il caso di dirlo nel momento in cui la Regione Basilicata si prepara a spendere più di 100.000 euro per la gran- de rimpatriata dei Lucani nel Mondo voluta da Cicala nel suo paese. Non vogliamo mettere in dubbio la centralità della fede Mariana cui la nostra Regione è affidata e cui tanti lucani guardano devoti, ma certamente appare quanto meno surreale il tetto spese che il viceré di Viggiano sta sforando nell’organizzazione dell’evento. Né tanto meno è nostra intenzione mancare di rispetto alle centinaia di migliaia di lucani residenti all’estero, ma non è ben chiaro quale sia lo scopo di questa iniziativa che sembra, appunto, una grande rimpatriata come se ne organizzano spesso nei paesi ma che costerà ai contribuenti lucani quanto un grosso evento di levatura internazionale. Anche nelle favole ci insegnano la differenza tra la spendacciona cicala e la parsimoniosa formica, ma almeno nelle favole la morale si deduce dalla fine ingloriosa che la cicala fa all’arrivo dei primi freddi.
PRIMA HAI CANTATO ORA BALLA
Se nella favola la cicala affamata e senza cibo non trova nessun aiuto dalla laboriosa formica che le risponde “prima hai cantato, adesso balla”, per spiegarle che dove aveva passato l’estate godendo avrebbe passato l’inverno soffrendo, non lo stesso destino sembra riguardare il nostro Cicala di Viggiano. La fede Mariana, si sa è fede carica di misteri, siano essi quelli premonitori di Fatima o quelli della coroncina del Rosario, un mistero nuovo deve essere dedicato proprio a Cicala, un mistero doloroso per qualcuno e gaudioso per il Viceré di Viggiano.
IL PRESIDENTE CHE NON PIACEVA A NESSUNO
Non piaceva a nessuno Cicala Presidente del Consiglio, non piaceva alla Lega, non piaceva ai suoi alleati, non piaceva a Bardi, non piaceva all’opposizione, contro tutto e tutti è riuscito ad imporsi e confermarsi nell’unica posizione irremovibile della Legislatura. Nel caos che seguì il doppio rimpasto di Giunta che fece nascere e morire due governi regionali nel giro di poche settimane, sembrava che la conferma di Cicala dovesse essere messa in discussione. Le prime votazioni mostrarono grandi crepe nella maggioranza ma, poi, in uno stanco lunedì la presenza minacciosa e tutrice dei segretari regionali dei partiti di maggioranza ricondusse i consiglieri a più miti consigli. Fu proprio Pepe ad essere il garante di quell’accordo, ne pretese il rispetto da parte di tutti, si mosse con determinazione per difendere quella scelta, fu presente come non mai per impedire qualsiasi ipotesi alternativa, compresa la possibile elezione del suo fidatissimo Pasquale Cariello.
CICALA CANTA DA SOLO
Il risultato della forzatura leghista è stato fantastico : da un lato è riuscito a scontentare Vizziello, Zullino e Sileo, dall’altro ha ottenuto l’elezione di un Presidente del Consiglio che oggi si muove contro di lui in campagna elettorale. Se cogliere due piccioni con una fava è difficile, riuscire a farsi nemici tutti con una sola scelta è quasi impossibile. Eppure è accaduto. Cicala resterà Presidente del Consiglio per tutta la legislatura, non esiste un modo per cambiarlo, non esiste una possibile mozione di sfiducia e resterà là malgrado non piacesse a nessuno, malgrado oggi in molto vorrebbero sostituirlo. Forse non avrà un garbo istituzionale, forse avrà una propensione eccessivamente viggianocentrica ma sicuramente a Cicala non manca la capacità politica di saper superare la bufera. Tirare a campare, diceva Andreotti, è meglio che tirare le cuoia. Cicala evidentemente ha imparato la lezione del Divo