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GRANDEZZA DI SAN MICHELE NELLA CARITÀ VERSO DIO

Egli è il primo Serafino di carità; la sua carità non si può affatto spiegare

MESE IN ONORE DI SAN MICHELE ARCANGELO

7 settembre

GRANDEZZA DI SAN MICHELE NELLA CARITÀ VERSO DIO

I. Considera che l’Arcangelo Michele nutri un amore sommo verso Dio. Gli Angeli sono la perfe­zione del mondo, perchè sono dotati di doni per­fetti. Perfetti nella scienza, intuiscono in ogni causa i suoi effetti; perfetti nella natura, sono senza mac­chia, colpa, o difetti; perfetti nella potenza, possono rovinare il mondo in un momento; perfetti nella vo­lontà, tendono al Sommo Bene, sono cioè ricchi di carità. Tale si dimostrò S. Michele, come indica il suo nome stesso: Quis ut Deus! Appena uscito dalle mani di Dio, rivolto al suo Creatore, disse nel suo cuore: O mio Signore, io Vi amo, Voi siete la mia fortezza, il mio firmamento, il mio rifugio. Dove potrò trovare, o mio Dio, un oggetto, cui consacrare gli affetti miei, fuorché in Voi?

Chi più di Voi è meritevole d’esser onorato, cie­camente ubbidito, e sinceramente amato?

Nessuno. Bisogna inoltre pensare che l’amore di S. Michele verso Dio non fu pari a quello degli altri. L’amore è sempre in relazione alla cognizione: quanto maggiore è la cognizione di un oggetto, tanto più si ama.
Ora, S. Michele ebbe di Dio e delle sue perfe­zioni una cognizione delle più alte e sublimi che si potessero mai dare: il suo intelletto, illustrato da una luce ineffabile, cominciò ad amare Dio fin dal primo istante con il più ardente amore. E quale do­vette essere la sua carità appena fu ammesso alla visione beatifica della essenza di Dio, a Dio il più vicino, occupando il luogo di Lucifero ?
Egli è il primo Serafino di carità; la sua carità non si può affatto spiegare.

II. Considera come le opere sono la prova della carità: e proprio le opere dimostrano l’ineffabile carità di S. Michele verso Dio. Una guerra suscita Lucifero nel cielo per sbalzare Dio dal suo Trono. Ecco il pericolo e l’ora della prova. S. Michele mo­stra tutto l’ardore del fuoco di cui avvampa. Ode lo squillo di guerra, guarda la ribellione, osserva Lucifero che attenta all’onore di Dio: pieno il cuore di caldo amore, benchè sottoposto a Lucifero, impu­gna una spada di fiammante carità e l’aggredisce co­raggiosamente, dicendogli: Quis ut Deus?

Chi è co­me Dio?

Dio è il principio senza principio; tu, invece, o superbo, venisti poco fa alla luce. 

Quis ut Deus?

Dio è un cumulo infinito di perfezioni. Infinito negli attributi, sommamente semplice, immenso sen­za spazio, eterno nella durata, senza tempo e suc­cessione. Infinito nella intelligenza, infinito nella vo­lontà, senza imperfezione alcuna; tu, invece, o Lu­cifero, e tutti i tuoi seguaci, siete creature finite e limitate: potrete mai rassomigliare a Dio?
Quis ut Deus?

Dio è onnipotente senza mai stancarsi; infi­nitamente buono senza debolezza; infinitamente giu­sto senza severità; illuminato nel dominio, incirco­scritto nella misericordia, indefinito nei beni: contro l’Onnipotente ti sei levato? Potrai tu vincere chi non ha essere superiore a sè? E come Mosè, rivolto ai Leviti, disse: Chi è dalla parte di Dio mi segua, così Michele parlò agli Angeli, dalla maggior parte dei quali seguito, attaccò Lucifero con i suoi seguaci, li vinse, li scacciò dal cielo. Ritorna la pace nel cielo, si rasserena il Paradiso, l’onore di Dio è difeso, il Creatore vien glorificato, due terze parti degli Angeli sono salvate. Che amore grande! Opera, vince, trionfa.

III. Considera, o cristiano, qual’è l’amore che tu nutri verso Dio. S. Agostino insegna che un’anima la quale ama veramente Dio non pensa ad altro che a Dio, tutto disprezza, tutto abborrisce, altro non vuole che Dio. Ora, i tuoi pensieri sono ripieni di Dio? Forse Dio è l’ultimo dei tuoi pen­sieri! L’anima che ama parla sempre di Dio: i tuoi discorsi invece, sono di Dio o del mondo? L’anima che ama disprezza tutto ciò che non conduce a Dio tu, invece, arrivi nel tuo cuore a disprezzare Dio, ed apprezzi quelle cose che ti fanno perdere Dio. L’a­nima che ama si tèdia di tutto, di Dio solo si diletta nel tuo cuore, invece, c’è vero amore se l’orazione – ti annoia? L’anima che ama procura l’onore di Dio, piange quando Lo vede offeso, si arma di zelo per vendicarne l’onore: tu, invece, che cosa fai quando vedi vilipeso Dio? Il tuo cuore arde di amore, ma è un amore mondano, non divino. Umiliati, gettati pentito ai piedi di G. C., domanda perdono per la intercessione del primo Serafino del Cielo e procura in avvenire di amare Dio con tutto il tuo cuore.

APPARIZIONE DI S. MICHELE A MARCIANO IMPERATORE

Meravigliosa l’apparizione di S. Michele a Mar­ciano Imperatore, il quale si era dedicato ad onorare l’Arcangelo nel Tempio di Conas. In tutte le sue in­fermità Marciano non si serviva d’altra medicina che del patrocinio di S. Michele, perché ricorrere a quel­lo, subito risanava. Ma per mostrare maggiormente il Signore il gran potere dato al suo santo Arcangelo permise che una volta Marciano si ammalasse molto gravemente; anche allora l’Imperatore ricusò ogni medicina che gli veniva suggerita, e volle solo che non fosse allontanato da quel venerabile Santuario. Pareva ciò ad un medico temerità, ed ordinò che an­corché l’Imperatore fosse contrario, gli si applicas­sero fomenti da lui ordinati.

La notte, rapito in estasi, Marciano vide che si aprivano le porte della Chiesa, e che S. Michele sopra di un bel destriero calava dal cielo, e smontò sopra un pilastr che era in quella Chiesa accompagnato da Angeli e riempien­do tutta l’aria di soavissima fraganza, giunse dove stava l’infermo Marciano. Dato uno sguardo a quei medicamenti che erano stati ordinati dal medico, do­mandò cosa fossero quelle cose. Rispose Marciano la verità: e S. Michele rivoltosi a due Angeli che gli stavano a lato, ingiunse loro di colpire quel medico, e di togliere i medicamenti; indi toccando con un dito l’olio di una lampada che ardeva avanti alla sua immagine, fece con quello il segno della Croce in fronte a Marciano e scomparve. La mattina Marciano raccontò ciò che aveva veduto ad un Sacerdote, il quale notando sulla fronte di Marciano la forma del­la Croce che il S. Arcangelo gli aveva fatto, e non trovando i medicamenti ordinati dal medico nella, notte precedente volle recarsi dal medico stesso. Ar­rivato alla sua casa udì pianti ed urla, perché il me­dico stava morendo con la bocca piena di pustole.

Dopo che fu udita la relazione del Sacerdote, il medico fu portato sullo stesso letto alla Chiesa di S. Michele. A tale strepito tornò in sé Marciano, e si trovò totalmente guarito, e levandosi tutto contenta si recò dal medico, che stava chiedendo aiuto a S. Michele. Gli unse la fronte con l’olio della lampada della sua Immagine, e di subito cessò il dolore, svanirono le pustole, restando in perfetta sanità. D’allora in poi divenne così divoto a S. Michele, che per gra­titudine si dedicò a servire Dio ed il S. Arcanngelo nel tempio, finché visse.


PREGHIERA

Ah mio Dio, non Vi ho amato! Ho amato le crea­ture ed ho disprezzato Voi, mio Creatore e Signore che Vi mostrate onnipotente più nel perdonare, che nel punire. Alzate la vostra destra misericordiosa, e concedetemi il perdono, mentre io mi dolgo di non averVi amato, e propongo di consacrare a Voi solo tutti i miei pensieri e i miei affetti. E Voi, primo Serafino di carità, Arcangelo S. Michele, intercedete per me presso il trono di Dio ed infiammate il mio cuore con le fiamme del vostro santo amore. Inse­gnateci a disprezzare i beni transitori e ad amare l’eterno, sommo ed infinito Bene.

SALUTAZIONE

Io Vi saluto, o S. Michele, che siete il primo tra i Serafini.

FIORETTO

Dirai ogni ora la giaculatoria: “O mio Dio, Voi siete per me ogni bene”.

Preghiamo l’Angelo Custode: Angelo di Dio, che sei il mio custode, illu­mina, custodisci, reggi e governa me, che ti fui affidato dalla pietà celeste. Amen.

INNO

Virtù del Padre e gloria, Gesù, vita ai redenti, Te noi lodiam fra gli angeli Dal labbro tuo pendenti. Di duci schiera innumera Pugna per te fedele; Ma della croce il labaro Invitto erge Michele. Ei caccia all’imo tartaro Il capo del dragone; dall’alto il duce fulmina e insiem lo stuol fellone Contro il superbo demone seguiam noi questo Duce, Onde l’Agnel ci prodighi Serti d’eterna luce. Al Padre e insieme al Fi­lglio, a Te Consolatore Per gli infiniti secoli, Siccome fu, sia onore. Così sia.

I GRAZIA

Vi domandiamo, o Arcangelo Michele, insieme col Principe del primo Coro dei Serafini, che vogliaTe accendere il nostro cuore con le fiamme del Santo amore, e che per mezzo Vostro possiamo disprez­zare i lusinghevoli piaceri del mondo. Pater, tre Ave e un Gloria.

II GRAZIA

Vi chiediamo umilmente, o Principe della cele­ste Gerusalemme insieme col capo dei Cherubini, che vi ricordiate di noi, specialmente quando sare­mo assaliti dalle suggestioni del nemico infernale; onde col vostro aiuto divenuti vincitori di Satana, facciamo di noi stessi un intero olocausto a Dio no­stro Signore. Pater, tre Ave e un Gloria.

III GRAZIA

Devotamente Vi supplichiamo, o invitto Campio­ne del Paradiso insieme col Principe del Terzo Coro, cioè dei Troni, che non permettiate che noi, vostri fedeli, siamo oppressi dagli spiriti infernali. Pater, tre Ave e un Gloria.

IV GRAZIA

Umilmente in terra prostrati Vi preghiamo, o pri­mo Ministro della Croce dell’Empireo insieme col Principe del quarto Coro, cioè delle Dominazioni, che difendiate tutta la Cristianità in ogni sua oc­correnza, ed in particolare quelli che ci governano, dando loro grazie di saggezza e di prudenza. Pater, tre Ave e un Gloria.

V GRAZIA

Vi preghiamo, Santo Arcangelo, che insieme col Principe del quinto Coro, cioè delle Virtù, vogliate liberare noi, vostri servi, dalle mani di tutti i nostri nemici, dai falsi testimoni, dalle lingue cattive, dalle discordie: la nostra patria ed in particolare questa città dalla fame, dalla peste, dalla guerra e da ogni male che il nemico delle anime suole suscitare a nostro danno. Pater, tre Ave e un Gloria.

VI GRAZIA

Vi scongiuriamo, o Condottiero delle Angeliche milizie e Vi preghiamo insieme col Principe che tie­ne il primo luogo fra le Potestà, le quali costitui­scono il sesto Coro, che vogliate provvedere alle necessità di noi, vostri servi, e di tutta questa città, dando alla terra la fecondità desiderata, e pace e concordia ai principi Cristiani. Pater, tre Ave e un Gloria.

VII GRAZIA

Vi preghiamo, o Primicerio degli Arcangeli, Mi­chele, insieme col Principe del massimo Coro, cioè dei Principati, che vogliate liberar noi, vostri servi, ed in particolare questa città dalle infermità cor­porali, e molto più dalle spirituali. Pater, tre Ave e un Gloria.

VIII GRAZIA

Vi supplichiamo, o Santo Arcangelo insieme col capo di questo Ottavo Coro degli Arcangeli, e con tutti i nove Cori, che abbiate cura di noi in vita, e ci assistiate nell’ora della nostra agonia, special­mente quando saremo per esalare l’ultimo respiro, in modo che, rimasti vincitori di Satana, veniamo a godere con Voi nel Santo Paradiso la Divina Bontà. Pater, tre Ave e un Gloria.

IX GRAZIA

Vi preghiamo finalmente, o gloriosissimo Princi­pe, difensore della Chiesa militante e trionfante, che vogliate, in compagnia del capo del nono Coro degli Angeli, custodire e patrocinare i vostri devoti, le nostre famiglie, coloro che si sono raccomandati alle vostre orazioni, affinché menando con il vostro aiuto una vita pura, possiamo poi godere la bella faccia di Dio insieme con Voi e con tutti gli Angeli per tutti i secoli dei secoli. Pater, tre Ave e un Gloria.

OFFERTA

O Arcangelo S. Michele, Principe di tutti i Cori Angelici, umilmente Vi adoro, perché Vi ammiro do­tato di tanta grazia e gloria, che giustamente la San­ta Chiesa Vi riverisce come Vicario dell’Altissimo e primo Ministro del Paradiso. Sia perciò lodata la Santissima Trinità che, in premio della vostra fe­delissima circostanza, V’innalzò a tanta altezza di glo­ria; sia anche benedetta la vostra carità che si com­piace d’essere il nostro più grande Benefattore du­rante la vita, il più gran Difensore nel punto di mor­te, e sollievo nelle stesse fiamme del Purgatorio. Ec­co, o Arcangelo S. Michele, che io mi offro tutto al vostro servizio. Consideratemi nel numero dei vostri devoti, impetratemi grazia che non più cada in peccato. Illuminatemi per mezzo del mio S. An­gelo Custode, perchè possa camminare perseveran­temente nella strada del santo timore ed amore di Dio. Proteggete questa Città che Vi venera per suo Protettore amoroso. Stendete lo scudo del vostro Pa­trocinio sopra la casa e famiglia mia, e per l’amore che portate alla vostra gran Regina Maria, impe­tratemi questa grazia che umilmente Vi cerco… (qui si pensi alla grazia che si desidera) affinché, conso­lato in vita dalla vostra pietà, possa dalla stessa essere accompagnato dinanzi al Tribunale di Dio e divenire cittadino del cielo, dove loderò in eterno la Santissima Trinità, Gesù e Maria, e Voi gran Principe degli Angeli S. Michele. Amen.

Preghiamo l’Angelo Custode: Angelo di Dio, che sei il mio custode, illu­mina, custodisci, reggi e governa me, che ti fui affidato dalla pietà celeste. Amen.

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