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IL PIONERE DELLA LEGA LUCANA CAPPIELLO SI PENTE DI SALVINI E SCEGLIE PITTELLA

Il materano spiega il perchè del voto al terzo polo.

Per chi ricorda quella che è stata la storia della Lega in Basilicata, Antonio Cappiello ha ragione da vendere. Quando alla Lega non credeva nessuno e Pasquale Pepe girovagava tra Fratelli d’Italia e i centristi all’epoca guidati da Fitto, Antonio Cappiello fu il primo a provare a costruire la Lega. Fanelli era in Forza Italia, Coviello in Futuro e Libertà, Cicala faceva il pittelliano mentre Antonio Cappiello macinava chilometri e affrontava battaglie per la Lega in Basilicata. Non erano tempi facili per la Lega al Sud, la Lega era ancora Nord, Salvini ancora non aveva deciso di fare il grande passo nazionale e Antonio Cappiello si candidava sindaco di Matera per la Lega. Poi arrivò il successo improvviso e non annunciato e sul carroccio dei vincitori salirono tutti, Pasquale Pepe con l’astuzia scelse di candidarsi al Senato lasciando al povero Cappiello la Camera, il sindaco di Tolve fu eletto, il fondatore della Lega rimase a casa. Vennero le regionali e Cappiello ci riprovò, il Carroccio era diventato un posto ambito e personalità lontane dalla Lega ma con molte preferenze salirono a bordo, complice una legge elettorale che premiava solo la provincia di Potenza, non fu eletto neanche in Regione. Non furono clementi con lui quelli che gli avevano chiesto sangue e sacrifici, erano arrivati i nuovi, quelli che avevano portato il pacco di preferenze. Se Fratelli d’Italia non dimenticò Rosa che fu nominato assessore anche da non eletto, Cappiello fu lasciato da solo, commissariato ed escluso dal bacchetto di potere che aveva contribuito ad apparecchiare quando nessuno voleva fare sacrifici.

IL SOSTEGNO A PITTELLA

Dopo anni di silenzio ha deciso di riprendere la parola Antonio Cappiello e si firma proprio come “fondatore della Lega in Basilicata” a rivendicare l’orgoglio del precursore. Una lunga lettera che denuncia tutta la crisi di identità politica della Lega, la scelta di via Bellerio di imbarcare chiunque, senza nessun rispetto per la storia, rescindendo ogni radice. Una lettera nella quale da un’indicazione di voto chiara, chiede di votare Pittella e lo fa rivendicando la scelta territoriale, il “prima la Basilicata” che era lo slogan con il quale è partito sul territorio il pioniere leghista. Lo avevamo detto che paradossalmente, nel suo rivendicare l’autonomia da Roma, Pittella sembrava un leghista della prima ora, ne incarna lo spirito rivoluzionario. Ora è certificato da chi la Lega l’ha fondata.

IL TRACOLLO LEGHISTA

La percezione è che la Lega in Basilicata sia davanti ad un tracollo politico ed elettorale, i vecchi si sono allontanati, i nuovi dispersi. Il Senatore Pepe che raccoglieva consensi ovunque ora sembra isolato. Eppure soltanto pochi anni fa il centrodestra lucano era a trazione leghista ma si sa, il tempo fugge e chi non semina non raccoglie. Quello di Cappiello è soltanto l’ultimo sfogo di una Lega che si sente tradita dai propri rappresentanti.

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