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IL NODO SANITÀ APPRODA IN CONSIGLIO: IN 10 GIORNI IMPEGNI PER EVITARE IL COLLASSO

La manifestazione di associazioni e sindacati in via Verrastro ha accompagnato i lavori dell’Assise. All’unanimità approvata risoluzione «per garantire la salute dei cittadini»

Il nodo sanità riesce a far stoppare almeno per mezza giornata la campagna elettorale per le prossime politiche. Il tema delle liste d’attesa e sulla difficoltà del comparto privato a causa dei tetti di spesa per le prestazioni in regime di convenzione. Approda in Consiglio regionale e mette tutti d’accordo, maggioranza e opposizione, sullla necessità di rapidi interventi. Dopo una lunga mattinata di confronto viene approvata all’unanimità la risoluzione con cui «Il consiglio regionale e la giunta si impegnano ad adottare entro 10 giorni provvedimenti per garantire rapidamente la tutela della salute della popolazione». Una seduta che è stata anticipata dalla protesta dei lavoratori e degli imprenditori del comparto sanitario privato che ormai da mesi denunciano le difficoltà che vive il settore, sia per la mancanza di soluzioni alla situazione di grave emergenza venutasi a creare, che rischia di aggravarsi ulteriormente. D’altronde, gli ultimi numeri forniti sulla situazione sanitaria delle strutture private, parlano in maniera chiara: il blocco, al momento, va a colpire ben 44.630 pazienti distribuiti sul territorio lucano. Diverse aziende hanno già superato il budget e hanno stoppato le prestazioni. Più di 130 i posti a rischio secondo la Uil Fpl In questa occasione, il Consiglio regionale ha incontrato una delegazione composta dal portavoce dell’Unità di Crisi, Michele Cataldi, dal segretario regionale della Uil Fpl, Giuseppe Verrastro, e da un rappresentante dei pazienti. Si è raggiunta, così, una tappa del percorso che vuole raggiungere la soluzione definitiva all’emergenza sanitaria e alla crisi occupazionale. A seguito della discussione si è deciso di convocare nei prossimi giorni la Commissione consiliare competente per esaminare e licenziare il disegno di legge varato dalla Giunta regionale e finalizzato a utilizzare le economie rinvenienti dall’assistenza ospedaliera per acuti da privato accreditato, per la remunerazione delle prestazioni di specialistica ambulatoriale erogate nel corso del 2022 dalle strutture private accreditate e a convocare la task force entro la prossima settimana. Il testo approvato in consiglio è il frutto della mediazione. Cinque milioni di euro recuperati dai fondi non spesi che dovrebbero essere dirottati sulla specialista ambulatoriale. «Altri 5, inoltre – ha ricordato l’assessore alla Sanità Francesco Fanelli – serviranno allo smaltimento delle liste di attesa di tutte le aziende regionali ». Tra gli impegni assunti, la definizione dei criteri per il prossimo riparto dei fondi. Per il triennio fino al 2025 l’obiettivo è rimodulare la spesa tenendo conto, soprattutto, degli scenari post pandemia e delle caratteristiche della popolazione. Con il documento si chiede, inoltre, di «considerare, nella programmazione futura, lo studio di Crea Sanità per l’individuazione del criterio di determinazione dei tetti di spesa per l’acquisto di prestazioni sanitarie da soggetti privati accreditati per la specialistica ambulatoriale in quanto suddetto studio ha sviluppato modelli che forniscono uno strumento utile a quantificare il bisogno di prestazioni specialistiche ambulatoriali, in base alle caratteristiche della popolazione residente ». Il punto, però, resta la tempistica per l’approvazione. L’iter scelto, quello legislativo, richiede alcuni approfondimenti. Il provvedimento andrà in commissione e poi tornerà in aula Sotto accusa, ripetono dal presidio, le ripartizioni e i massimali decisi ad agosto scorso. Un limite tarato da viale Verrastro sul target del 2014, considerato legittimo dalla Regione dopo una sentenza del Consiglio di Stato. Dopo l’approvazione all’unanimità (17 voti favorevoli su 17 presenti) di una risoluzione, la riunione del Consiglio regionale della Basilicata sulle liste d’attesa e sulla situazione delle strutture sanitarie private è stata aggiornata. Al termine di una Conferenza dei capigruppo, l’assessore regionale alla sanità, Francesco Fanelli, aveva evidenziato la necessità di aggiornare i lavori del Consiglio e di riunire «nei tempi più brevi possibili» la Commissione competente e la task force per fare ulteriori approfondimenti.

VIZZIELLO E ZULLINO: «FINALMENTE SI INTRAVEDE LA LUCE IN FONDO AL TUNNEL» Sono stati tra i promotori del Consiglio regionale straordinario, contravvenendo alla decisione della Capigruppo (soprattutto votato dalla maggioranza di centrodestra) di rinviare i lavori a dopo le elezioni Politiche: i leghisti Vizziello e Zullino si dicono soddosfatti per un primo risultato raggiunto. «Aver acceso i riflettori sulla tematica delle liste di attesa è servito a far comprendere che i tempi biblici con cui vengono erogate in Basilicata molte prestazioni sanitarie rappresenta il problema dei problemi del nostro sistema sanitario e cheoccorre concentrare ogni sforzo nella direzione del superamento di questa criticità, per evitare che si curino solo quelli che possono permettersi di pagare 100 euro una ecografia o un elettrocardiogramma presso uno studio privato, mentre gli altri, quelli cioè che possono permettersi di pagare solo il ticket di 36 euro in ospedale, dovendo attendere mesi o addirittura anni per ricevere un esame, di fatto non si curino ». «Lecito chiedersi che cosa sarebbe successo-aggiungono Vizziello e Zullino- se non avessimo sollevato il problema attraverso le convocazioni della Quarta Commissione e del Consiglio regionale odierno.Probabilmente la Basilicata avrebbe perso l’ennesima occasione di migliorare il proprio sistema sanitario, offrendo ai cittadini servizi adeguati ai loro bisogni di salute e i soldi del Decreto 104 avrebbero fatto la stessa fine che hanno fatto le risorse del Decreto 34 durante la gestione dell’Assessore Leone, cioè non sarebbero stati utilizzati o sarebbero stati utilizzati per scopi diversi da quelli previsti dal Decreto». «Lo sforzo ulteriore che dobbiamo compiere -concludono Vizziello eZullino-“ è quello di responsabilizzare i direttori Generali delle aziende sanitarie e ospedaliere regionali rispetto al raggiungimento degli obiettividi salute connessi alle liste di attesa, mandando a casa quelli che non riescono a garantire un idoneo governo delle liste di attesa, evitando di concedere loro, come purtroppo avvenuto recentemente, incrementi di retribuzione slegati da ogni valutazione dei risultati conseguiti in termini di miglioramento dei servizi sanitari».

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