TERAMO, MORTI BIANCHE LAVORATORI IN PIAZZA
In circa 300 alla manifestazione organizzata dai sindacati
Uomini sdraiati a terra, su lenzuoli e bandiere, come morti. Fiaccole accese a fare da contorno e una sirena da fabbrica che suona in segno di lutto. E’ andata in scena in questo modo a Teramo, la protesta dei lavoratori sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Circa 300 i lavoratori in piazza Martiri che hanno denunciato le morti sul lavoro a pochi giorni dalla tragedia di Mosciano Sant’Angelo, in cui un operaio è morto schiacciato da una lastra. Uno sciopero organizzato da Cgil Cisl e Sicurezza sul lavoro. Nel 2022 sono già stati superati i 450 morti e l’anno ancora non è finito. “Lo stipendio medio di un operaio è di 1.400 euro al mese, tuonano sul palco i sindacati, quando c’è un infortunio non muore solo un uomo, ma un’intera famiglia. Siamo nel paese delle scorciatoie per il profitto. La sicurezza deve essere la condizione base del lavoro. È troppo facile fare politica sui proclami il giorno dell’incidente e il giorno dopo dimenticare tutto”. L’adesione allo sciopero è stata alta, un grido unito non solo alla tragedia del territorio, ma anche a quelle dalla nazione.