PER CICALA LA MELONI DEL PECCATO
La premier in pectore saluta a malapena il Generale a Matera e rivolgendosi ai suoi: “Che ci fa questo qui qua?” Re Carmine tra FI e FdI, la leader dice forse. La condizione è il far cadere Bardi?
Prima dell’arrivo della Meloni a Matera (la cui cronaca su queste colonne oggi è sapientemente fatta da Michele Zasa), fuori dalle transenne che delimitavano l’area dove potevano accedere le autorità, è arrivato Bardi. Non munito di nessun pass per entrare e accolto freddamente dalla base del Partito, ha atteso l’arrivo di Quarto per entrare con lui e salutare la Meloni. Il Generale ha aspettato diligentemente davanti la portiera della macchina da cui è scesa la Meloni insieme ad una folla di dirigenti ed è riuscito a stringere la mano a quella che tra una settimana potrebbe essere il primo Presidente donna del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana. Si è limitata ad una stretta di mano fugace Giorgia Meloni senza trattenersi neanche pochi secondi a parlare col Presidente che, dopo aver promesso il secondo assessorato a Fdi, ha risolto la crisi del Primo Governo Bardi revocando ogni presenza del Partito della Fiamma Tricolore nell’esecutivo, assecondando le richieste in tal sensi di Giampiero Perri. Crisi che poi sappiamo tutti come si è risolta con la marcia indietro dopo neanche 10 giorni. Pare che la Meloni si sia legata al dito la cosa, al punto che, raccontano i presenti, dopo aver stretto la mano a Bardi e andandosene trafelata, abbia detto ai suoi: “Che ci fa questo qui qua”.
TRA POLITICHE E REGIONALI
Tra politiche e regionali si muove il confronto con la piazza e tra le forze del centrodestra e del centro-sinistra. FdI ha vinto abbondantemente la sfida delle piazze, mentre Pd e Lega sono stati abbondantemente superati anche da Pittella e Polese. Domani iniziano gli ultimi 5 giorni di campagna elettorale, poi il classico silenzio ed, infine, si apriranno le urne. Nel frattempo con i rinnovati rapporti di forza si inizia a parlare anche di ciò che accadrà a via Anzio. E la posizione di Cicala, se verrà accolto o no da Fratelli d’Italia, potrebbe dirci se questo governo regionale dura o meno, come spieghiamo più avanti.
CICALA NEL PARTERRE
A un certo punto a Matera è arrivato anche Amedeo Cicala, il sindaco di Viggiano, il fratello del Presidente del Consiglio regionale, che nei giorni scorsi ha comunicato di essere uscito (come Cronache aveva abbondantemente previsto e anticipato) dalla Lega rimanendo nel perimetro del centrodestra. Il sindaco di Viggiano nei giorni scorsi è stato alle manifestazioni di Forza Italia, ieri al comizio di Fratelli d’Italia, accolto da Tommaso Coviello. Annunciata la sua uscita dalla Lega e il suo muoversi nel perimetro del centrodestra, il sindaco di Viggiano ha iniziato a muoversi tra i meandri della politica del centrodestra mettendosi in vetrina e cercando di capire chi è intenzionato ad acquisirne le prestazioni. Una partita da cui dipenderà anche il proseguo della legislatura, la scelta di andare in Fratelli d’Italia o di andare in Forza Italia determinerà una maggiore o minore forza del Presidente sia in chiave del probabile prossimo rimpasto di Giunta, sia dell’eventuale chiusura anticipata della legislatura, sia della scelta del prossimo Presidente della Regione. C’è chi giura infatti che la condizione per la quale la Meloni apra le porte a Cicala, visto che ha già una nutrita pattuglia, sia quella di andare all’opposizione e far cadere il governo regionale. Perché come si diceva in incipit, la storia degli assessorati pare se la sia legata al dito. Se a ciò si aggiunge che anche il gruppo del Terzo polo in Consiglio pare che dopo il 25 settembre si rinforzerà, allora i numeri davvero non ci saranno più. Insomma dopo le politiche, per chi le agognava, saranno tutt’altro che vacanze.