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«SONO LUCANO E LOTTO PER LA LUCANIA»

Terzo Polo, Polese alla vigilia del voto tra obiettivi e proposte per la regione

È il più renziano dei candidati del Terzo Polo. È il più giovane capolista della competizione. È già vicepresidente del Consiglio regionale della Basilicata e ora prova a fare lo scatto verso Roma destinazione Camera dei deputati. Mario Polese, a poche ora prima del silenzio elettorale si è fermato con noi a fare il punto della situazione ad un giorno dal grande voto.

Consigliere questa campagna elettorale l’ha vista protagonista sul territorio con incontri molto partecipati tra cui quello del 15 al Seminario e l’ultimo in piazza Matteotti sempre a Potenza contraddistinti dall’entusiasmo. Se lo aspettava?

«Sono un ottimista e me lo auguravo. Certo vedere tante persone, molte delle quali non conoscevo prima di questa campagna, che mi hanno accolto con affetto è stata una cosa che porterò sempre con me al netto di quello che sarà il risultato, mi auguro positivo. Anche perché credo che non sia casuale questo entusiasmo».

Cioè?

«Il nostro progetto, di Italia Viva con Luca Braia prima e del Terzo Polo poi con Azione e Calenda più il valore aggiunto di Marcelo Pittella, è partito ben tre anni fa con serietà e determinazione. Pian piano ci siamo fatti strada con idee concrete e senza scoraggiarci anche quando gli altri quasi ci deridevano e ci chiamavano quelli del due per cento. Io sapevo che la strada era in salita ma che eravamo dalla parte giusta. Perché in fondo noi abbiamo un punto di forza: puntiamo sulla politica e abbiamo le idee chiare. Credo che siamo fortunati perché siamo tutti protagonisti di un percorso fondativo che si basa su un partito in costruzione che guarda all’Europa e che prova a contrapporre una speranza alle difficoltà del presente. Siamo una ‘casa’ che vogliamo arredare con fantasia e non gli algoritmi, con la lealtà, il rispetto e l’amicizia. E dove il pilastro sia il noi e non l’io»

Belle parole e concetti interessanti. Ma ce la farete a eleggere parlamentari in Basilicata?

«Siamo in democrazia e tutto dipende dalla volontà dei cittadini e da una legge elettorale che presenta le sue incognite. Detto questo io credo di avercela messa tutta e con me tutta la squadra di candidati straordinari in campo, non solo Luca, ma anche i generosi e combattivi Antonietta, Antonella, Mariangela. Aspetterò con tranquillità i risultati perché sono certo che il progetto politico ne uscirà vincente a prescindere. In Basilicata e nei comuni lucani, del resto, già da tempo raccogliamo vittorie importanti e affermazioni di prestigio»

Non c’è dichiarazione e appello in cui voi del Terzo Polo non cerchiate di distinguervi dagli altri. Quali le differenze?

«L’ho spiegato e detto anche nelle piazze. Per noi è fondamentale un concetto: fare successo nella vita non è fare successo per sé stessi. Fare successo è cambiare la vita degli altri. E questo è il nostro principale obiettivo. Tra il voto di testa e il voto di pancia noi vogliamo rappresentare il voto di cuore. Non ci interessano le polemiche. Non siamo quelli delle promesse elettorali irrealizzabili. Noi, unici in questa competizione elettorale, non abbiamo un programma di 2 paginette, ma un intero documento di oltre 60 pagine in cui spieghiamo dettagliatamente cosa si può fare per il nostro Paese e come farlo. Con le risorse contate. Veda noi siamo moderati nei toni ma determinatissimi nelle azioni. Noi siamo in due parole quelli dell’agenda Draghi».

Ecco Draghi. In questa campagna elettorale sono tanti che si richiamano a Draghi…

«Italia Viva con Renzi e Azione con Calenda sono le forze politiche che hanno portato Mario Draghi alla presidenza del Consiglio dei ministri e poi lo hanno sempre sostenuto e difeso in tutti i passaggi mediatici e parlamentari. E non abbiamo dubbi: lo rivogliamo alla guida del nostro Paese. Per questo siamo gli unici che davvero possono fregiarsi di portare avanti l’agenda Draghi: non siamo mai venuti meno al nostro impegno mentre gli altri, tutti, lo hanno tradito. Oltretutto solo se il Terzo Polo otterrà un buon risultato si potrà evitare di avere al Governo degli estremisti».

Ha scelto lo slogan #Iovotolucano. Perché?

«È stato un pensiero ad alta voce nato quando abbiamo letto le liste in Basilicata piene di candidati catapultati dal nazionale. Ed è subito saltato all’occhio una differenza: nelle nostre liste, quelle con il simbolo di Azione, Italia Viva e il nome di Calenda, ci sono solo lucani. Siamo gli unici. Una linea di identità ben precisa. La Basilicata è la terra degli statisti come Colombo e dei grandi intellettuali. Dei grandi meridionalisti: Giustino Fortunato e Francesco Saverio Nitti in primis. Eppure per tutti oggi, è diventata terra di conquista».

Parliamo di programmi e proposte?

«Volentieri. Come dicevo noi abbiamo idee realizzabili in tutti i settori. Il punto centrale è quello di tornare a favorire lo sviluppo. Uno dei punti qualificanti è voler rilanciare un vero e proprio piano di rilancio industriale. Non a caso ‘Industria 4.0’, la principale iniziativa di politica industriale degli ultimi 30 anni in Italia, è stata realizzata da Carlo Calenda quando era ministro del Governo Renzi. Poi per quanto riguarda le imprese crediamo che sia fondamentale pagare meno tasse per pagarle tutti. Serve un credito e un fisco agevolato per i giovani che avviano un’attività imprenditoriale. Incentivi volti alla formazione di grande qualità finalizzata all’occupazione e non alle chiacchiere. E poi procedere a una sburocratizzazione per davvero».

Altro?

«Sì. Dobbiamo mettere in campo uno straordinario impegno per realizzare nuove infrastrutture strategiche senza paura delle solite contestazioni. Non a caso abbiamo fatto una grande manifestazione nazionale un paio di settimane fa in cui abbiamo detto ‘Sì’ per che non basta più dire ‘Non nel mio giardino’, ‘Non nel mio mandato. L’Italia deve tornare a essere moderna e competitiva. Poi c’è il tema della sanità. Serve una riforma della medicina del territorio. Basta con lo il numero chiuso a Medicina: come purtroppo è apparso chiaro durante l’emergenza pandemica in Italia servono più medici e più infermieri. E’ necessaria inoltre una reale e virtuosa integrazione tra pubblico e privato accelerando sull’informatizzazione delle Sanità del territorio. Sia chiaro: non si piò avere un ospedale per ogni Comune, ma un cittadino di Fardella non può avere meno diritti di uno di Potenza o Matera. E infine noi crediamo che l’Italia debba tornare a essere un Paese fondato sul lavoro e non sull’assistenzialismo»

Perché votare Polese e il Terzo Polo?

«Perchè sono un lucano che non si stancherà mai di lottare per la propria terra. Perché credo davvero a un mondo migliore. Credo nella contaminazione di popoli e culture e voglio una Basilicata aperta che diventi il crocevia tra il Mediterraneo e l’Europa. Non voglio un Paese chiuso e con le mura perché viviamo in un tempo in cui abbiamo bisogno di investire nella tecnologia e la ricerca per indagare l’infinitamente grande come lo spazio e l’infinitamente piccolo come i vaccini. Il mio impegno sarà dedicato a trasformare in entusiasmo e fiducia l’attuale rassegnazione. Questo voto rappresenta forse una delle ultime occasioni per iniziare a liberare le idee e realizzare i sogni. Un domani migliore lo si inizia a costruire da oggi. Io ci credo. E poi io il 26 settembre sarò in ogni caso in Basilicata, vicino alla gente lucana come sempre»

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