PD TERREMOTATO, FDI TERREMOTO
Tra Fratelli d’Italia e pentastellati finisce 3 parlamentari a 2. Tra Forza Italia e Partito democratico: 1 a 1. La Basilicata sceglie la destra, ma si risveglia 5stelle: meno Alberto da Giussano, più Meloni.
La notizia che balza subito agli occhi è che questa elezione costituisce la pietra tombale sul Partito Regione. La miopia di La Regina e Letta e la lotta tra Pittella e De Filippo riesce nella straordinaria impresa di far diventare la sinistra lucana “extraparlamentare”. Se non fosse per la assegnazione (ancora provvisoria) di un seggio al paracadutato Amendola. Sembrano politicamente lontani ma, in realtà, sono cronologicamente vicini i tempi in cui “qui era tutto Partito Democratico” e la Basilicata era l’Emilia Romagna del Sud con una classe dirigente capace di unire pragmatismo e visione, controllo del territorio e proposta politica, moderazione e cultura di sinistra e, quindi, era considerata una corazzata invincibile. La Basilicata che sembrava immutabile è cambiata per sempre e ora per la sinistra lucana la strada è in salita con un partito da ricostruire nell’organizzazione ma anche e soprattutto nei contenuti. Perso il potere è venuto meno il consenso, Letta si è di fatto dimesso, lo seguirà anche La Regina o si riterrà totalmente esente da colpe? Sarebbe stato diverso il risultato se alla Camera fosse stato candidato Marcello Pittella e De Filippo avesse potuto contare sul suo sostegno? Forse oggi il Partito Democratico avrebbe un Deputato e un Senatore in più da cui ripartire. Le scelte romane e il rampantismo giovanilistico romano hanno determinato questo azzeramento totale.
IL CENTRODESTRA PERDE 4 PUNTI
Il centrodestra perde quattro punti rispetto alle elezioni regionali e scende sotto il 40%. Il Governatore Bardi nella sua analisi del voto evidenzia come Lega e Forza Italia abbiano tenuto, non nomina Fratelli d’Italia e precisa che il centrodestra ha vinto in Basilicata perché la sinistra era divisa. Una captatio benevolentiae verso Lega e Forza Italia, una voluta cancellazione di Fdi e una sorta di minaccia agli alleati, sul suo essere minoranza in Basilicata fonda la sua assicurazione di sopravvivenza. «Dobbiamo dare continuità all’azione di Governo» scrive il Generale e lo fa senza menzionare il risultato lucano di Fdi, quasi che sia possibile ignorare il Primo Partito in Basilicata.
FRATELLI D’ITALIA VINCE
L’unica certezza nel centrodestra è proprio l’elezione di Gianni Rosa al Senato della Repubblica e di Salvatore Caiata alla Camera dei Deputati, con la ormai intascata elezione di Aldo Mattia alla Camera dei Deputati Fratelli d’Italia elegge tre Parlamentari e costituisce la nervatura della delegazione lucana in Parlamento. All’uninominale Senato viene eletta la Casellati che punta ad una riconferma alla Presidenza del Senato ma che sicuramente non sarà una parlamentare di territorio interessata ai destini della Regione. Lo strano flipper nazionale stava per portare nuovamente Casino in Parlamento e, in quel caso, il centrodestra lucano avrebbe avuto quattro parlamentari, di cui tre di FdI. Un urlo strozzato in gola dall’assegnazione provvisoria di quel seggio a Lomuti dei cinque stelle. Proprio per questo stradominio istituzionale del Partito di Giorgia Meloni appare alquanto inusuale la totale esclusione di qualsiasi riferimento a FdI nella nota del Governatore Bardi
LEGA E FORZA ITALIA TENGONO CON PIRO CHE PREPARA UN RICORSO ELETTORALE
Ad ogni buon conto possono ritenersi soddisfatti della propria performance Pepe, Casino e Piro. Il consigliere regionale forzista di Lagonegro che durante la campagna elettorale ha manifestato più volte un valutazione delle proprie forze un po’ sovrastimata, al di là delle sue enfatizzazioni, può ritenersi soddisfatto del risultato suo e di Casino che portano Forza Italia molto al di sopra della media nazionale. È Piro soprattutto che esce dall’area sud come il più suffragato, non solo al Lagonegro dove si attesta sul 40% circa, uno dei migliori risultati di Italia, ma anche nel resto del territorio. Piro arriva secondo nel centrodestra e annuncia di voler ricorrere nelle sedi competenti di giustizia per la mancata assegnazione del secondo seggio alla coalizione. Non ci spingiamo qui nel tecnicismo, ma il capogruppo di Forza Italia ritiene ci sia un vulnus nella norma che assegni troppi seggi alla coalizione che arriva seconda con molto distacco dalla prima. La stessa considerazione può valere per Pasquale Pepe e per la sua cavalcata solitaria. Con la grinta che lo contraddistingue ha annullato il danno che ha ricevuto dalle fughe dal suo Partito. Un forte consenso personale che parrebbe non essere sufficiente per l’elezione ma che lo rilancia fortemente sul territorio come uomo forte e decisore della Lega. Un grande successo personale che per esempio della sua torre di far raccogliere il 50% circa come centro destra, con un dato della Lega stratosferico. Non è un mistero infatti, che anche nell’area del Metapontino (dove c’è Cariello, tipo Scanzano al 50% dei voti raccolti) il senatore è andato molto forte. Un po’ meno per l’amore della verità negli comuni dell’area, governati da sindaci di riferimento.
I CINQUE STELLE DIMEZZANO MA TENGONO
Si riducono della metà rispetto alle precedenti elezioni politiche ma non scompaiono i cinque stelle in Basilicata, eleggono un senatore ai danni del Pd di De Filippo e con l’exploit di Lomuti, almeno secondo la prima assegnazione del Viminale, anche un seggio alla Camera dei Deputati, proprio con l’uscente senatore. Il loro è comunque un risultato straordinario per una forza politica che tutti davano per spacciata ma che, evidentemente, continua ad ottenere un consenso ormai strutturato in Basilicata come nel resto del Mezzogiorno.
TANTI, TROPPI STRANIERI
L’Assemblea Costituente, grazie alla capacità politica di Colombo, definendo che nessuna regione potesse avere meno di 7 senatori assegnò un peso istituzionale alla Basilicata superiore alla sua reale capacità demografica. La Basilicata era rappresentata, prima del taglio voluto dai cinque stelle, da ben 13 Parlamentari. I nuovi costituenti, malgrado la forte concentrazione di parlamentari lucani di maggioranza, non hanno avuto nei confronti della Basilicata lo stesso garbo e la stessa attenzione che aveva avuto Emilio Colombo in sede di Costituente. La Basilicata, grazie anche ai Cinque Stelle, è passata da 13 a 7 rappresentanti in Parlamento, la sua rappresentanza si è ridotta alla metà (solo Caiata tra i parlamentari lucani non votò favorevolmente al taglio), di questi 7 ben 3 (se non 4, se non si naturalizzano oriundi) Parlamentari non sono lucani. A rappresentare le istanze dei lucani in Parlamento potrebbero essere solo quattro, tre di FdI e uno dei 5 stelle. Casellati, Amendola e Turco già sono partiti per altri lidi sperando che si ricordino della Basilicata almeno per le vacanze.