IL LUCANO ELETTO ALL’ESTERO DI SANZO, COVIELLO E IL COMMENTO AL VETRIOLO
Il cugino di Lacorazza, la reazione dal Canada
Su Facebook, dal Canada, il mio articolo sulle elezioni pubblicato da questo giornale, con riferimento a Christian Di Sanzo, ha ricevuto il commento al vetriolo da parte di Decio Coviello, lucano che lavora a Montreal, e che pubblichiamo integralmente con successiva mia risposta: «Proprio non e’ possibile parlare di un Onorevole provando a giudicare il merito, il CV, e la sua storia professionale prima di parlare della sua famiglia. Per fare “u’titul’ (in calabrese)“ si deve per forza ricorrere al familismo (amorale) diminuendo lo stato dell’Onorevole. Se interessa a qualcuno l’On. Christian Di Sanzo l’ho conosciuto a Montreal agli sgoccioli delle sua campagna elettorale ed e’ stata una scoperta meravigliosa. E’- stato un piacere votare per lui (candidato non locale) e per una donna locale (all’estero vale la doppia preferenza). La sua giovinezza e’ piena di lucania con cui conserva i rapporti d’affetto, ha studiato a Bologna e a Berkeley un dottorato in Ing. ed e’ esperto di Energia. Proprio quello che servirebbe al PD nazionale in un momento dove si sparano cazzate a ripetizione sui temi dell’energia. Christian senza essere il cugino di nessuno si e’guadagnato il ruolo di coordinatore PD del Nord America (le cose qui’ funzionano un pelo diversamente, Leporace), ha lottato come un leone per una candidatura giovane in Nord America dove di solito chi vota sono i vecchi immigrati e si e’ andato a prendere i voti casa casa (come si dice al paese suo) col capo cosparso di cenere perche’ il PD poteva fare meglio, perche’ il PD ha dimenticato i nuovi immigrati all’estero che con i nuovi social media sono super connessi con le realta’ locali di casa non solo per nostalgia ma perche’ hanno casa, famiglia, pagano tasse etc. Leggi questi titoli e pensi che forse Christian non mettera’ mai un piede in Basilicata da Onorevole perche’ stoltamente verra’ affrancato ad una famiglia prima di farlo parlare e quindi sempre giudicato come un privilegiato. Ma forse questi titoli si fanno apposta per tenere lontane le persone brave dalla…“famiglia”». Per fare chiarezza riporto quello che avevo scritto io in merito
IL LUCANO D’AMERICA
Ci consoliamo con la lontana circoscrizione d’America in cui il Pd elegge Christian Di Santo, 39 anni. Nato a Prato da padre lucano e madre toscana. E’ andato a formarsi nelle migliori università americane ed è diventato un’eccellenza di gran livello. È anche cugino di Piero Lacorazza. Magari Di Santo saprà meglio rappresentare i lucani, questo parlamentare simbolo di vecchie e nuove emigrazioni. Decio Coviello è un talento lucano che vive in Canada con titoli blasonati, una brillante carriera. Proviene da un’illustre famiglia politica lucana, che porta nel nome, essendo nipote del mitico Decio Scardacciane e figlio di Romualdo Coviello. Purtroppo devo constatare che il giovane ha un problema con le fonti giornalistiche, tipico di una generazione che s’informa sui social. Il brillante lucano d’America è stato tratto in inganno dal titolo della redazione social de “Le cronache lucane” incentrato sul tema “Il cugino di Lacorazza”. Non attuo la difesa sul fatto che i titoli non li fa l’articolista, perché è stata una buona scelta quella dei miei colleghi se dal Canada Coviello ne ha tratto interesse critico al punto da dedicarci un post al vetriolo nei miei confronti. Faccio notare che è bene prima di entrare nel dibattito pubblico leggerlo per intero un articolo, se si vuole commentare. Il senso del mio ragionamento era l’esatto opposto di quello del giovane, il quale appartenendo a illustre schiatta politica ha qualche problema freudiano con l’argomento familismo amorale, teoria antropologica marxista di marca americana che personalmente contesto da circa trent’anni. Caro Coviello che scivolata però la sua uscita sul mio essere “calabrese”. Un tono razzista misto all’orgoglio da piccola patria presuntamente intaccata. Mi dichiaro da tempo calabrolucano, i miei figli parlano potentino e ho avuto ruggini con il primogenito che si voleva tatuare la Basilicata sul petto (non per l’effige ma per il tatuaggio). Può verificarne la lucanità su un suo blog Instagram dedicato a bellezze e storia regionale. Comunque “’u titul” non mi sembra molto calabrese come dialetto. Ricorda più il “zero tituli” di Mourinho, quelli che prende lei in questa occasione che ha letto solo il titolo. Speriamo invece vivamente che il neo eletto Di Sanzo si occupi molto di Basilicata e di energie. Ci continui a seguire. Senza rancore la saluta il calabrolucano.
Di Paride Leporace