PD, AMBIGUITÀ E INCONSISTENZA
L’analisi
Oltre che all’incapacità dei leader di aggregare posizioni fra di loro meno distanti di quelle esistenti tra FdI, Lega e FI, il crollo del 25 settembre può essere attribuito soltanto all’inconsistenza strategica del Pd o anche agli analoghi equivoci degli altri protagonisti del Centro-Sinistra? Iv ed Azione si sono proposti come «un Centro che guarda a Sinistra», slogan a suo tempo della Dc, oppure, come Polese senza «preclusioni con gli amici (?) di centrosinistra e centrodestra», con un’identità opportunistica? E quanto al M5S (che si è aggrappato al populismo protestatario, dilagando nell’area della «Sinistra-Sinistra», la quale, a sua volta, attende da sempre le spoglie Pd!), vorrà continuare su questa strada o convertire i voti “conservati” in una proposta di governo del Paese? La risposta a queste domande dipende non poco dalle soluzioniche il Pd saprà darsi, anche nella consapevolezza che i “compagni di versante” aspirano di fatto alle sue spoglie! Sia Cacciari che Cuperlo, hanno sottolineato la necessità di una radicale rifondazione; il Secondo ricordando che il Pd non vince un’elezione nazionale dal 2006 “ma è stato al governo 10 anni”. Voleva forse definirlo “governista” e basta? Ora si andrà al Congresso! Ma con quale “procedura”…..e per scegliere tra liberalsocialismo e socialdemocrazia di tipo europeo o per restare ancora “sbandato”? Bosco e Ramella definiscono l’alternativa «tra un marcato declino economico accompagnato da ..altrettanto forte crescita delle disuguaglianze ed una “via alta” allo sviluppo, in grado di parlare non solo ai ceti produttivi , ma anche ai lavoratori e a chi è rimasto marginalizzato». Primo è il problema delle regole per il Congresso, e dunque di liberare da equivoci il Regolamento vigente! Si sceglieranno- programmi-identità ed infine i vari Organi direttivi e lo stesso Segretario nazionale tra loro collegati; oppure s’insisterà sulla «elezione diretta del Segretario ..da parte di una platea indistinta e mutevole di generici elettori ..una delle cause della legittimazione plebiscitaria della leadership…»? Si devono filtrare o no le domande d’iscrizione, come avveniva quando i Partiti rispettavano gli Statuti? Si riserveranno ad una platea selezionata, deliberante “con metodo democratico”, come prescrive l’art. 49 del Codice civile, i programmi e le candidature da sottoporre dopo al suffragio elettorale? Con due i momenti di decisione “a suffragio universale: all’inizio, per la definizione dell’identità- programma con dibattiti aperti a tutti (Prodi) ed al termine con il suffragio universale, il Partito essendo un «collegamento», secondo la prescrizione costituzionale! In ballo la concezione stessa della democrazia, che non può degenerare nell’irresponsabilità del populismo con il principio dell’«uno vale uno», persino accantonato dai suoi autori: ma persistente in procedure che sarebbe semplicemente insensato conservare alla base di un’associazione responsabilmente al servizio della Cosa pubblica! Il “popolo delle primarie” non è forse indotto dallo slogan originario del M5S? Fino a che punto il Pd ne vuol subire l’influenza dopo aver persino votato il taglio dei parlamentari etc etc…., (mentre per ampliare e sorreggere la partecipazione-dovrebbe invece imitarne l’adozione dei collegamenti informatici). A voler considerare che la “coalizione impossibile” del Centro Sinistra ha raccolto 13,8 e 13,5 milioni di voti, rispettivamente per Camera e Senato, a fronte di 12,3 e 12,1 del Centro Destra (Demos); e che il fallimento dell’alleanza ha implicato lo scontro fra i suoi componenti (i minori essendosi accaniti con maggiore furia contro il maggiore e più antico di essi!), si può intuire come- in assenza di un adeguato recupero del Pd-si potrebbe delineare uno scenario (anche di filing con chi è al governo, forse cominciando dalle Regioni))che amplierebbe i fossati e dissolverebbe per lungo tempo la sana alternanza, con danno sul futuro della Ue e degli equilibri complessivi nelle sue relazioni internazionali! Tutto questo dipenderà dalle decisioni che competono al Pd entro poche settimane: al punto che c’è chi ipotizza (ibidem) una rifondazione preceduta dallo scioglimento. Anche in questo caso, a non voler continuamente cadere nel populismo dilagante nel M5S (con il quale è tuttavia obbligatorio fare i conti!), sarebbe comunque necessario che tutto il pro- cesso- ad evitare le “infiltrazioni di corpi impropri” che hanno spesso negativizzato la pur breve vicenda del Pd- sia guidato fin dall’inizio- da Comitati anche territoriali di “probi viri”, magari scelti tra gli eletti con adeguato profilo culturale. Essendo fondamentale per le sorti della Repubblica che i Partiti garantiscano una Rappresentanza adeguata alla cura dell’interesse pubblico. E dunque si facciano finalmente carico di «filtrare» nuovi iscritti per un partito socialdemocratico italiano ed europeista (Psie).
Di Nicola Savino
Già sottosegretario di Stato