DA UNA STRAGE, LA GIORNATA DEL MIGRANTE
Quei 368 corpi di adulti e bambini che il mare restituì alla costa furono, e sono, motivo di riflessioni internazionali
Una giornata dedicata ai migranti: In questa stessa data del 2013, l’allora sindaco di Lampedusa, Nicolini, aveva definito “un tappeto di carne umana” i 368 corpi di donne, uomini e bambini che riempivano inermi una delle spiagge dell’isola. Ennesima tragedia in mare.
Quel giorno ha segnato per sempre le coscienze. Raramente era accaduto che il Mediterraneo portasse via la vita a così tante persone in una volta sola. Persone partite con la speranza di un futuro migliore, fuggite dalla guerra, dalla sofferenza e dalla miseria.
Nel 2016 il Senato ha proclamato (il 3 ottobre) la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione; di tutte le vittime dell’immigrazione: donne, uomini, bambini, bambine che hanno perso la vita cercando di oltrepassare un confine e che ancora oggi sono vittime di viaggi rischiosi in cerca di una vita migliore. Se la terra fosse sicura nessuno rischierebbe la vita in una traversata disperata, nessun genitore metterebbe in mare un bambino se il luogo da cui proviene non offrisse alcun tipo di speranza futura.
“La barca passa da mero simbolo delle migrazioni a metafora del mondo nel quale, prima di qualsiasi altra cosa, siamo tutti esseri umani. Da tragedia a motore del cambiamento, l’iniziativa nasce per riempire il vuoto e lo spaesamento etico con la partecipazione attiva delle nuove generazioni al fine di stimolarle a diventare motore di un cambiamento duraturo. Dialogare per creare condivisione: attraverso occasioni di dialogo per andare oltre le differenze e trasformare la relazione con l’altro in un’esperienza collettiva, positiva e consapevole.” Il Comitato 3 ottobre.
La Giornata della Memoria e dell’Accoglienza è una ricorrenza che pone diversi obiettivi, tra questi quello di promuovere una riflessione a livello istituzionale, nazionale ed europeo, per trovare una soluzione congiunta per evitare che tragedie simili possano ripetersi. I Governi europei devono infatti assumersi la responsabilità di fermare le morti in mare e di garantire un porto sicuro a tutte le persone salvate.