SEZIONI PRIMAVERA, FANELLI NON PAGA
Tetti di spesa e livelli occupazionali, l’unità di crisi sanitaria chiama ma l’assessore ancora non risponde. Il servizio è dedicato ai bimbi tra i 24 e i 36 mesi: l’ultima liquidazione ai gestori, l’estate 2021
La famiglia al centro delle scelte politiche è uno slogan trito e ritrito, usato fortemente dalla destra in tutte le campagne elettorali che è stato ripreso alla grande dalla Lega negli anni passati. In Basilicata, però, questa affermazione rischia di essere soltanto uno slogan senza alcun significato, una locandina da usare in campagna elettorale che non si trasforma in atti amministrativi. Mettere la famiglia al centro delle scelte politiche, infatti, se non vuole ridursi ad un esercizio di mera propaganda, significa fare in modo che le famiglie possano far coincidere lavoro e famiglia senza dover scegliere tra una cosa e l’altra, compito della politica, di una politica attenta alle esigenze familiari è proprio quella di garantire alle famiglie i servizi che consentano la conciliazione tra le due esigenze.
LE SEZIONI PRIMAVERA
Prima dell’accesso a quello che un tempo veniva chiamato asilo che è garantito dal servizio pubblico, c’è la possibilità per le famiglie di affidare i propri figli alle sezioni primavera. Un servizio garantito da enti privati che vengono pagati con le rette mensili delle famiglie integrate dai fondi che la Regione Basilicata e il Miur devono versare ad inizio anno scolastico agli enti gestori in modo da consentire a questi ultimi di garantire il servizio ad un prezzo accessibile per le famiglie. In Basilicata è un servizio che riguarda dai 900 ai 1000 bambini divisi in circa 50 sezioni primavera che crea un indotto occupazionale di quasi 200 unità. Non un servizio trascurabile, soprattutto in una Regione come la nostra dove sempre difficile è la possibilità di integrare lavoro e famiglia e dove non sono tantissime le opportunità lavorative.
LA PRIMAVERA IN RITARDO DEL LEGHISTA FANELLI
La competenza in materia è in capo all’assessore regionale Francesco Fanelli, rappresentante della Lega, partito che da sempre si fa portavoce delle istanze della famiglia almeno durante le campagne elettorali. Questa istanza, questo mettere le famiglie al centro delle politiche sociali non si è tradotto in atti amministrativi. Il Dipartimento guidato dal leghista Francesco Fanelli, infatti, ha accumulato ben due anni e mezzo di ritardo nel pagamento di quanto di spettanza agli enti che gestiscono il servizio. L’ultimo pagamento risale all’estate del 2021 per l’anno scolastico 2019/2020 e da quanto ci risulta il pagamento non sarà immediato, tenuto conto che la Regione Basilicata ha dimenticato di mettere le somme in bilancio e necessita di approvare un assestamento di bilancio per poter procedere alla liquidazione di quanto di spettanza per un servizio già avviato e concluso. La situazione appare alquanto complicata per gli enti gestori, piccole e medie imprese che hanno dovuto sopportare l’aumento dei costi e la riduzione degli incassi dovuti dalla pandemia ma che hanno garantito il servizio malgrado le mille difficoltà.
IL LEGHISTA GUARENTE E LE MENSE SCOLASTICHE A POTENZA
Né meglio va la situazione per quanto riguarda le mense scolastiche a Potenza. Con l’inizio dell’anno scolastico le famiglie potentine si sono trovate la spiacevole sorpresa dell’aumento delle tariffe per il servizio. Un pasto alla mensa scolastica per chi ha un ISEE superiore ai 18.000 euro supera i 6 euro, senza nessuna riduzione per chi ha più figli che usufruiscono del servizio. Una famiglia con due figli in età scolastica ha dovuto sborsare più di € 300,00 solo per poter accedere al servizio e dovrà pagare una somma simile ogni mese, una vera e propria esosa tassazione che mal si concilia con l’attuale situazione economica, né il Sindaco ha aperto alla possibilità per gli studenti di portarsi il pasto da casa. Allo stato attuale, infatti, il servizio mensa è quasi obbligatorio per chi frequenta l’asilo, considerato che l’alternativa offerta a ciascun genitore sarebbe quella di prendere i figli alle 11.45, orario incompatibile con la vita lavorativa. Ci sarebbe da chiedersi quali siano le politiche per la famiglia messe in campo dalla Lega di governo in Basilicata e al Comune di Potenza, tenuto conto che i servizi necessari sono diventati servizi di lusso.