«SI EVITI DI CANDIDARE I FEDELISSIMI, SI PUNTI SULLE TANTE AMMINISTRATRICI DEI COMUNI LUCANI»
La vicesindaca di Picerno, durante l’intervista, analizza il risultato delle politiche e chiede un cambio di rotta per le regionali, soprattutto al Pd. L’appello di Marino alle altre donne: «Necessario fare fronte comune, nessuno ci darà lo spazio che meritiamo»
La vicesindaco di Picerno Carmela Marino con delega alle pari opportunità, scuola e sport, torna a far sentire la sua opinione, tramite le colonne di Cronache. Il tema è “donne in politica, storia di assenza e invisibilità”. «Archiviata l’ennesima delusione per la scarsissima presenza di donne elette -asserisce nello schieramento del centrosinistra solo il 31% degli eletti nel parlamento sono donne, messe da parte anche le lacrime di coccodrillo di chi si erge a paladino della parità di genere o addirittura femminista, solo a chicchere, sarebbe cosa buona e giusta concentrarsi sul futuro prossimo». Questo futuro è il 2024, quando «ci sarà da rieleggere il Consiglio regionale, ed è utile ricordare che anche nel Parlamentino lucano la presenza delle donne è irrisoria. Da trent’anni a questa parte l’unica donna del centrosinistra ad essere stata eletta è l’onorevole Maria Antezza. La nuova legge regionale in materia elettorale – incalza Marino- approvata nel 2018, che prevede la doppia preferenza di genere e la regola sulle quote di genere può aiutare, ma non è sufficiente. Sicuramente candidare un numero elevato di donne sarebbe un bel segnale della politica per invertire la rotta. Ripetere gli errori fatti con le candidature delle scorse elezioni politiche sarebbe rovinoso e perdente in partenza». Quello delle donne in politica è un tema più volte dibattuto, e da più parti. Mentre l’Italia si appresterebbe ad avere per la prima volta una donna alla presidenza del Consiglio, il Parlamento che verrà avrà ancora meno donne di quello uscito dalle urne nel 2018. Negli organigrammi nazionali (inclusi i vertici) c’è un totale di 49 uomini e 9 donne, che si fermano al 15,5%.Persino nel recarsi alle urne c’è disparità: in quasi 9 comuni su 10 (87,18%) l’affluenza maschile è maggiore di quella femminile. «Avere più donne in politica e in posizioni dirigenziali dev’essere obiettivo comune – sottolinea la Vicesindaco- pertanto invito le Donne tutte a far fronte comune, semplicemente perché nessuno mai sarà disposto a darci lo spazio che abbiamo dimostrato di meritare – e sulle prossime regionali spinge Bisognerà evitare di candidare i fedelissimi dei leader o dei capi- corrente, per candidare le tante amministratrici che governano i comuni lucani e che, come dice il sindaco Decaro: “Quotidianamente dimostrano di saper amministrare in modo serio e di tessere relazioni solide e responsabili con i cittadini”. Per ritornare alla guida della Basilicata bisognerà da subito organizzarsi e preparare una alternativa credibile, che sia in grado di affrontare i tanti temi irrisolti, tra i quali lo spopolamento, dovuto alla mancanza di lavoro, divenuto il più urgente e drammatico problema». Marino ha dalla sua anni di impegno politico sul territorio ed era intervenuta sul tema già in agosto, quando chiedeva a Letta «che fine avesse fatto il suo impegno di trasformare il PD tradizionalmente maschilista in un partito femminista» e auspicava, per le donne, «un ruolo da protagoniste e non da riempi liste». Intanto giungono i primi dati – anche se ancora provvisori- delle elette nei vari partiti: è donna il 46% dei futuri parlamentari di Italia viva e Azione, il 45% per il Movimento 5 Stelle, il 31% di Pd e di Alleanza Verdi-Sinistra, il 30% di Forza Italia e Fratelli d’Italia e il 29% della Lega.