PREMIO GIORNALISTICO NAZIONALE JACOVIELLO
Il “cronista” lucano nacque a Lavello e dal mondo raccontò fatti e politica per le più importanti testate italiane
Torna rinvigorito, dopo lo stop degli eventi pubblici dovuti alla pandemia, il Premio giornalistico nazionale intitolato al noto giornalista lucano Alberto Jacoviello, che si terrà a Lavello il 18 ottobre prossimo alle ore 17:00 presso l’auditorium a lui dedicato, nell’Istituto d’Istruzione superiore “G.Solimene” in via Aldo Moro.
«Era tempo di riprendere – commenta il coordinatore dell’evento Vitantonio Iacoviello, nonché nipote- E noi abbiamo ripreso e alla grande, riteniamo. Quest’anno ospiteremo Gabriella Simoni inviata speciale di “Studio Aperto”, Enrico Franceschini storico corrispondente estero di “Repubblica” e Gian Antonio Stella inviato editorialista “Corriere della Sera”».
Le radici di Alberto Jacoviello, giornalista “cittadino del mondo”, rimasero sempre ben radicate alla sua terra d’origine, la Lucania, ed in particolare a Lavello, paese in cui nacque nel 1920. Iscritto al Pci dal 1944 cominciò la sua attività giornalistica a “La Voce di Napoli”. Fu poi inviato internazionale di prestigio e forgiò il miglior giornalismo militante di quegli anni. Tra gli inviati esteri di punta de l’Unità negli anni Cinquanta e Sessanta, aveva raccontato la rivolta d’ Ungheria e più tardi la rivoluzione culturale cinese, prima di assumere l’incarico di corrispondente da Washington. Tornato a Roma nel 1980 passò a Repubblica: aveva sessant’anni ma ancora la voglia di girare il mondo e di raccontarlo. L’ occasione per quest’ultima avventura gli viene offerta quando Scalfari gli propone di andare a Mosca come corrispondente, da dove descrisse gli anni di Gorbaciov. In seguito divenne editorialista di esteri. Egli stesso amava definirsi soprattutto un “cronista”, esercitando spesso la sua ironia sui tanti “politologi” che da qualche tempo andavano occupando le prime pagine dei quotidiani. In realtà i suoi editoriali in tema di politica estera e interna si riconoscevano sempre per una grande originalità di pensiero e per la capacità di individuare, prima e meglio di altri, a Mosca o a Pechino, a Napoli o a Melfi, i segni del cambiamento della società. Ammalatosi di un brutto male, disse: «Ho girato per il mondo attaccato ad un aquilone mai troppo alto per non vedere mai abbastanza basso per capire e adesso approdo da dove sono partito un paese che non è più il mio». Morì, in una clinica a Roma nel 1996; nella sede de l’Unità, fu allestita la camera ardente e la commemorazione fu tenuta da Giorgio Napolitano, mentre i funerali si celebrarono nella sua Lavello.
In vista della VI^ edizione del Premio, gli organizzatori, la famiglia Iacoviello, l’IISS e l’amministrazione della Città di Lavello sono sicuri che «anche grazie alla partecipazione di quanti vorranno prendere parte all’evento, sarà un altro grande giorno per Lavello e la Basilicata. Nelle precedenti edizioni hanno onorato la memoria di Alberto e ci hanno gratificato della loro presenza a Lavello fior di firme: Rocco Brancati, Bernardo Valli, Antonello Caporale per la prima edizione. Per le quattro successive, Ferruccio De Bortoli, Nico Piro,Giovanna Botteri, Massimo Giannini, Lucia Goracci, Sergio Rizzo, Luciana Castellina e Domenico Quirico». Ad aprire la serata del 18 ottobre, Anna dell’Aquila Dirigente dell’IISS Solimene, Sabino Altobello Sindaco di Lavello, Vito Bardi Governatore della Basilicata, Christian Giordano Presidente della Provincia di Potenza, Mancini Ignazio Marcello Rettore dell’Università di Basilicata e Michele Abbatista Presidente BCC Lavello. «Vi aspettiamo in tantissimi come sempre. Tutti insieme» conclude il coordinatore.
Emanuela Calabrese