UNIRE I RIFORMISTI PER UN LARGO CONSENSO
Azione, l’invito
Le elezioni politiche, nonostante qualche strascico non di poco conto per il bilancio delle urne, sono ormai acqua passata. I partiti pensano già al futuro e in Basilicata la prossima prova del fuoco ci sarà con le prossime elezioni regionali. Un banco di prova non di poco conto, tanto per il centrodestra che proverà a riottenere una riconferma dall’elettorato quanto per il centrosinistra pronto a riconquistarsi la fiducia dell’elettorato ormai sbiadita. In regione, però, dopo l’ottima performance ottenuta proprio grazie alle elezioni politiche a farsi strada è il Terzo Polo. In Basilicata ha espresso percentuali per la coalizione sorta dall’accordo tra Renzi e Calenda, assestarsi con un 9,76% di consensi alla Camera, con 23.870 voti e un con 12.07% al Senato. Qui, il progetto politico centrista, è stato scelto da 30.006 elettori, anche grazie al contributo dell’ex governatore della regione Basilicata, Marcello Pittella (passate a poche settimane dal voto dal Pad ad Azione). Gli obiettivi futuri per il Terzo Polo diventano così ambiziosi. In attesa anche di conoscere se in Consiglio regionale sorgerà un unico gruppo politico tra Italia Viva e Azione (con i renziani Luca Braia e Mario Polese, e l’uomo di Calenda Marcello Pittella) si provano a buttare le basi di possibili alleanze. A scendere in campo e fare una disamina politica di quello che potrebbe essere un futuro di possibili relazioni è il segretario regionale di Azione, Donato Pessolano: «Non è mio interesse entrare nelle dinamiche interne del Pd di Basilicata, ma è chiaro a tutti che se i democratici lucani dovessero scegliere un profilo riformista, abbandonando l’abbraccio populista dell’ultima stagione, troverebbero in noi un alleato solido e pronto con cui costruire l’alternativa alla destra di Bardi per vincere le prossime elezioni regionali». Pessolano lancia così l’amo ai dem lucani. Alla base c’è certamente una esca appetibile considerate anche le situazioni in casa dem. Il Partito democratico da queste elezioni ne esce sicuramente sconfitto, in quanto ha visto il centrosinistra lucano conquistare uno solo dei sette seggi in palio all’interno della rappresentanza lucana nel nuovo Parlamento. Peraltro a favore di un candidato “paracadutato” da fuori regione, il napoletano Enzo Amendola. Non solo. In casa dem c’è da fare i conti con chi chiede maggiore autonomia dalle scelte romane, come accaduto per le ultime candidature, e la necessità di fare i conti con i numerosi addii, come quello dei fratelli Pittella. Il segretario regionale di Azione ha ben compreso che il Pd non è più quello di una volta e che per ritornare competitivo sul territorio ha bisogno delle giuste alleanze. «Il dato delle elezioni politiche in Basilicata – si legge nel post di Pessolano – ha ben evidenziato che una proposta politica riformista, quale quella del Terzo Polo, è in grado di raccogliere da sola un largo consenso ed è centrale per determinare i nuovi assetti politici regionali». L’analisi di Pessolano, basata soprattutto da numeri non di poco conto e dalla certezza che ormai il Terzo Polo è una forza dirompente nello scenario della politica lucana, si chiude con un appello ai vertici dem: «Mi auguro che la discussione tra i dem, che leggiamo sulla stampa e sui social, possa condurli verso il recupero di un profilo più consono ad una forza nata con la vocazione maggioritaria e con la quale vorremmo lavorare per dare alla Regione una leadership autorevole, competente e orgogliosamente lucana». Tra le righe sembrerebbe di scorgere una frecciatina alla alleanza che il Pd ha fatto con i 5Stelle per la presidenza della Provincia di Potenza, che li ha visti trionfare con la vittoria di Giordano. Molto probabilmente l’alleanza non è detto che possa ripetersi anche per le regionali, considerato che i 5Stelle sono sempre stati chiari nel dire: ok l’accordo ma con un candidato nostro. Questa volta però il Pd avrebbe in mente di puntare su un suo uomo casoami del materano. Con i 5Stelle l’accordo potrebbe essere lontano e non è concepibile una scalata in solitaria. L’unico mezzo per essere competitivi per il Pd è una forte alleanza che non può comprendere solamente i pentastellati ma deve aprire ad le tre forze politiche, per combattere verso un centrodestra che unito ha dimostrato di avere numeri e appeal sul territorio ormai lontani per quel famoso “partito regione”.
Di Donato Pessolano