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CURCIO SMENTISCE IL “QUOTIDIANO DEL SUD”

Pittella: «querelo». Moles: «estraneo». Sileo: «violata la legge, pubblicate intercettazioni non pubblicabili». Nuovo filone dopo gli arresti di venerdì? È una fake news! Cronache ricostruisce la vicenda

Sulla fuga in avanti di parte della stampa regionale in riferimento ai nomi di oltre una ventina di altri indagati nell’inchiesta dell’Antimafia di Potenza sul «disinvolto, diffuso e sistematico mercimonio delle pubbliche funzioni ricoperte dagli indagati» consistente in «un radicato e ramificato progetto criminale in grado di orientare a fini personali politico elettorali l’azione della Pubblica Amministrazione in sede regionale e di reiteratamente portare ad esecuzione numerosi delitti scopo al fine di consolidare e accrescere il potere proprio e dei soggetti appartenenti al gruppo», chiarimenti sono arrivati dal Procuratore distrettuale della Repubblica presso il Tribunale del capoluogo, Francesco Curcio. «Con riferimento alle notizie comparse sul “Quotidiano del Sud” e poi riprese da molti altri organi di stampa anche nazionali, per evitare che si diffondano informazioni infondate ovvero altri fraintendimenti sull’oggetto e la portata dell’investigazione in corso sulla Sanità lucana, che peraltro deve ancora superare numerosi ed ulteriori vagli processuali, sicchè deve essere richiamato il principio di presunzione d’innocenza fino a condanna definitiva, questo ufficio chiarisce che il perimetro oggettivo e soggettivo dell’indagine in questione, salvo sempre possibili nuove acquisizioni investigative dovute allo sviluppo delle indagini in corso, è, allo stato, delineato dalle imputazioni provvisorie elevate nella richiesta cautelare e poi contenute nella successiva ordinanza del Gip di Potenza». «Dunque, gli ulteriori fatti di cui viene dato conto nelle notizie stampa – ha spiegato ancora il Procuratore distrettuale Curcio -, diversi da quelli descritti in tali provvisorie imputazioni, o sono privi di rilevanza penale, ovvero sono relativi a vicende nelle quali, alla iniziale acquisizione della notizia di reato doverosamente ed immediatamente iscritta, non è seguita l’acquisizione di un quadro indiziario univoco o almeno sufficiente». Cronache Lucane, in questi giorni, ha dato notizia solo di fatti e vicende descritte dall’ordinanza citata dal Procuratore distrettuale Curcio, quella del Gip Amodeo. A posteriori è possibile, per quanto in estrema sintesi, una ricostruzione di vari, ma significati, passaggi a partire dall’inchiesta che riguardò l’avvocato Raffaele De Bonis. Da lì, una serie di stralci e, sullo sviluppo delle indagini, fu disposta anche l’acquisizione del telefono cellullare dell’ex presidente della Regione Basilicata, oggi consigliere regionale, Marcello Pittella. Quanto conservato nel cellulare, ha contribuito, unitamente ad altre fonti, a generare una serie di iscrizioni di mere notizie di reato. Alcune, non necessariamente provienienti dal cellulare di Marcello Pittella, approfondite hanno dato origine a un altro stralcio, da ricordare anche l’inchiesta sull’ex sindaco di Ruoti, Angelo Salinardi, con altro Pm titolare delle indagini rispetto a Montemuro A parte c’è l’inchiesta attuale, che vede indagato anche il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi. Nel mezzo, la richiesta, di mesi fa, di proroga delle indagini preliminari che il Pm Vincenzo Montemurro chiese data la «complessità» delle stesse ed anche per via dell’esigenza di compiere ulteriori accertamenti sulla documentazioni acquisita. Una lunga lista di faldoni, in cui a vario titolo e per varie vicende, comparivano molti indagati tanto che i progressivi toccavano quota 90. Con l’ordinanza del Gip Amodeo, c’è un punto fermo. Per altre notizie di reato, la versione del Procuratore distrettuale Curcio: «Non è seguita l’acquisizione di un quadro indiziario univoco o almeno sufficiente».

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