DAL GIP PARLANO TUTTI
Dopo Piro, gli interrogatori di garanzia per gli altri: Di Lascio, Cupparo, Leone e Spera
Seconda e ultima giornata di interrogatori di garanzia nell’ambito dell’inchiesta dell’Antimafia di Potenza sul voto di scambio delle ultime comunali di Lagonegro e su nomine, trasferimenti, promozioni in Sanità, nonchè sulle strategie di controllo clientelare in vista della realizzazione del nuovo ospedale di Lagonegro. Dinanzi al Gip Amodeo, la sindaca di Lagonegro, Maria Di Lascio, l’assessore regionale all’Agricoltura, Francesco Cupparo, il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Rocco Leone, e il Direttore generale dell’Aor San Carlo di Potenza, Giuseppe Spera. Tutti, come aveva fatto anche l’ex capogruppo consiliare di Forza Italia in Regione, hanno risposto al Gip.
DI LASCIO: «NESSUN ACCORDO CORRUTTIVO»
Sugli illeciti contestati dal Pm Vincenzo Montemurro e inerenti alle elezioni di Lagonegro, la sindaca, come hanno spiegato i suoi avvocati Alessandro Singetta e Giuseppe Sabella, ha negato gli scambi negoziali con i candidati portatori di bacino di voti in cambio di utilità di varia natura. «La politica ha delle regole ben precise, che non tutti conoscono». Così ha chiosato l’avvocato Singetta. Contestata anche l’«interpretazione piuttosto capziosa delle intercettazione», come, per esempio, in riferimento all’episodio risalente alla recente campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento italiano che vede la sindaca chiedere a un manutentore di antenna telefonica, se fosse stato possibile creare disagi per un 2 giorni: «In maniera che noi creavamo il problema… premeva creare disservizio un paio di giorni». In sintesi, il progetto prevedeva un’artificiosa creazione di un disservizio, per l’accusa, al fine di intervenire per risolverlo e accreditarsi nei confronti della comunità come abili risolutori di qualsiasi inconveniente e in ultima analisi come ottimi amministratori. Per lei il Gip ha disposto in prima istanza gli arresti domiciliari anche considerando «il suo legame particolarmente stretto con Piro» che, come sostenuto all’interrogatorio di garanzia, rappresentava, al contrario, un normale rapporto tra amministratore locale e referente regionale.
LEONE, IL PREMIO MANCATO E LA POLITICA: «NON MI DIMETTO»
Si aspettava di ricevere una medaglia al valore per «aver difeso la Sanità lucana», e invece si è trovato iscritto nel registro degli indagati. L’ex assessore regionale alla Salute, Rocco Leone, dinanzi al Gip ha parlato, così come pure alla stampa esordendo con «invece di darmi un premio…». Per questo, ha detto: «Non mi dimetto». Al Gip, Leone ritiene di aver chiarito la vicenda delle sue richieste all’ex Dg del San Carlo, Massimo Barresi, per il trasferimento di una anestesista, che rappresenta la genesi dell’inchiesta dell’Antimafia di Potenza, ed anche la questione delle pressioni sull’avvocatura regionale nell’ambito del ricorso al Tar proposto da Spera contro Barresi per la nomina di Dg dell’Aor San Carlo. Dalle dichiarazioni di Leone, più che la colpevolezza o l’innocenza, emerge una certa non conoscenza puntale del funzionamento di una controversia amministrativa. «Ho invitato – ha spiegato a modo suo Leone – l’avvocato Di Giacomo (dell’avvocatura regionale, ndr) che aveva scritto nell’atto di costituzione il Barresi è bravo e bello, asteniamoci e perchè c’è un contenzioso tra l’ingegnere Spera e Barresi, asteniamoci e aspettiamo che decide il magistrato». Cioè, Regione costituita in giudizio, ma così non per difendersi. Difficile, se non impossibile trovare una logica nelle parole di Leone. Ad ogni modo, il suo avvocato ha chiesto la revoca dell’obbligo di dimora nel territorio del Comune di Policoro
CUPPARO, L’AVVOCATO: «FIDUCIOSI»
Anche l’assessore regionale Cupparo ha risposto al Gip, puntando, tra le altre cose, sul fatto che da quando lui è stato eletto, le sue attività economiche sono in perdita. L’unica dichiarazione rilasciata dal suo avvocato Enzo Bonafine è stata: «Siamo sereni e fiduciosi». Chiesta la revoca immediata della misura cautelare dell’obbligo di dimora nel territorio del Comune di Francavilla in Sinni, dove risiede.
IL DG SPERA: «ESTRANEO»
Anche il Dg dell’Aor San Carlo di Potenza, Giuseppe Spera, ha risposto alle domande del Gip Amodeo che per lui in prima battuta aveva disposto il divieto di dimora a Potenza e la sospensione dall’esercizio di pubblici uffici e di pubblici servizi. Chiesta la revoca sia del divieto di dimora che della sospensione. La linea difensiva, al momento, come spiegato dall’avvocato Savino Murro, si sviluppa su due diretti- ve: la dimostrazione della correttezza amministrativa degli atti finiti nell’inchiesta dell’antimafia di Potenza e l’infondatezza delle dichiarazioni di terzi, sul suo coinvolgimento su nomine, trasferimenti, promozioni in Sanità, e altro ancora, sulla scia dei desiderata della politica e non, per l’accusa, sulla base dei criteri di imparzialità, buon andamento ed economicità dell’azione amministrativa.