XIX LEGISLATURA 1ª SEDUTA 13 OTTOBRE 2022
In Aula al Senato Liliana Segre :
“Oggi sono particolarmente emozionata di fronte al ruolo che in questa giornata la sorte mi riserva”
SENATO DELLA REPUBBLICA ITALIANA
Accoglienza dei senatori
Sono iniziate lunedì 10 ottobre le procedure di accreditamento dei senatori. L’accoglienza, che proseguirà fino a venerdì 14, ha luogo nella Sala Caduti di Nassiriya di Palazzo Madama, con ingresso da Piazza Madama, dalle 9,00 alle 20,30. Sono richiesti il telegramma di convocazione e un documento di identità valido. Gli eletti al Senato possono avere tutte le informazioni relative agli adempimenti di inizio Legislatura telefonando al numero 06.6706.2255, attivo dal lunedì al venerdì, dalle 9,00 alle 20,30.
Liliana Segre e i Presidenti provvisori
Nella prima seduta dopo le elezioni il Senato è presieduto provvisoriamente dal più anziano di età (articolo 2, comma 1, del Regolamento). In occasione della prima seduta della XIX legislatura, una pubblicazione speciale è dedicata alla senatrice a vita Liliana Segre con brani tratti dai suoi interventi in Aula, da libri e conferenze. L’elezione del Presidente del Senato è invece un nuovo volume della collana Biblioteca Italia che raccoglie, dalla I alla XVIII legislatura, i discorsi dei Presidenti provvisori e dei Presidenti eletti.
Prima seduta XIX legislatura
La seduta è aperta. La senatrice a vita Liliana Segre presiede l’Assemblea: è in corso il suo discorso inaugurale della nuova legislatura. ll Senato è convocato oggi per la costituzione dell’Ufficio di Presidenza provvisorio e della Giunta provvisoria per la verifica dei poteri e proclamazione dei Senatori subentranti e per la votazione per l’elezione del Presidente.
ORDINE DEL GIORNO
Giovedì 13 ottobre 2022
alle ore 10,30
1a Seduta Pubblica
I. Costituzione dell’Ufficio di Presidenza provvisorio
II. Costituzione della Giunta provvisoria per la verifica dei poteri e proclamazione dei Senatori subentranti
III. Votazione per l’elezione del Presidente
Senato: Liliana Segre, tocca a me presidenza in anniversario marcia Roma
Provo vertigine, in ottobre 1938 fascisti mi cacciarono da scuola
“In questo mese di ottobre nel quale cade il centenario della Marcia su Roma, che dette inizio alla dittatura fascista, tocca proprio ad una come me assumere momentaneamente la presidenza di questo tempio della democrazia che è il Senato della Repubblica”
“Ed il valore simbolico di questa circostanza casuale si amplifica nella mia mente perché, vedete, ai miei tempi la scuola iniziava in ottobre; ed è impossibile per me non provare una sorta di vertigine ricordando che quella stessa bambina che in un giorno come questo del 1938, sconsolata e smarrita, fu costretta dalle leggi razziste a lasciare vuoto il suo banco delle scuole elementari, oggi si trova per uno strano destino addirittura sul banco più prestigioso del Senato!”
«Rivolgo un caloroso saluto al presidente della Repubblica, a quest’aula e rivolgo un pensiero a Papa Francesco». Liliana Segre ha aperto così la XIX legislatura da presidente provvisorio del Senato. Ha poi letto un messaggio del presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano.
Di seguito il discorso pronunciato a Palazzo Madama :
«Su tutti noi in queste settimane l’atmosfera agghiacciante della guerra tornata nella nostra Europa, con tutto il suo carico di morte, distruzione, crudeltà, terrore in una follia senza fine. Mi unisco alle parole di Mattarella.
La pace è urgente e necessaria, la via per ricostruirla passa dal perseguimento di verità, diritto internazionale, libertà del popolo ucraino.
Oggi sono particolarmente emozionata di fronte al ruolo che in questa giornata la sorte mi riserva. In questo mese di ottobre nel quale cade il centenario della marcia su Roma e diede inizio alla dittatura fascista toca proprio a me assumere la presidenza di questo tempi o della democrazia è che il Senato della Repubblica.
Il valore simbolico di questa circostanza casuale si amplifica nella mia mente perché la scuola ai miei tempi iniziava a ottobre ed è impossibile per me non provare una specie di vertigine ricordando quella stessa bambina che in un giorno come questo nel 1938 sconsolata e smarrita fu costretta dalle leggi razziste a lasciare vuoto il suo banco della scuola elementare. E quella stessa oggi si trova per uno strano destino addirittura sul banco più prestigioso del Senato.
Il Senato nella XIX legislatura è una istituzione profondamente rinnovata, non solo perché per la prima volta hanno potuto votare per la prima volta anche i giovani diciottenni, ma perché i numeri sono diversi.
L’appartenenza a un così rarefatto consesso non può non accrescere in noi la consapevolezza della nostra responsabilità.
Stare qui non significa fare il nostro dovere, con disciplina e onore; dovremo anche concederci di lasciare fuori da questa assemblea la politica urlata che tanto ha fatto crescere la disaffezione al voto, interpretando la politica alta e nobile. Siate sinceramente in ascolto, con gentilezza e mitezza.
Le elezioni del 25 settembre hanno visto come giusto che sia una vivace competizione tra forze che hanno presentate programmi alternativi e visioni contrapposte.
Il popolo ha deciso, è l’essenza della democrazia.
La maggioranza ha il diritto dovere di governare, le minoranze di fare opposizione. Comune a tutti l’imperativo di preservare la Repubblica e le sue istituzioni, che sono di tutti, non sono proprietà di nessuno. Le grandi democrazie mature dimostrano di essere tali se, al di sopra delle espressioni partitiche, sanno ritrovarsi unite in un nucleo essenziale di valori condivisi, istituzioni rispettati, emblemi riconosciuti.
In Italia il principale ancoraggio è la Costituzione repubblicana che, come disse Piero Calamandrei, non è un pezzo di carta, ma il testamento di 100 mila morti caduti nella lunga lotta per la libertà, che non inizia nel settembre 1943 ma che vide come capofila Giacomo Matteotti.
II popolo italiano l’ha sempre sentita amica, e l’ha sempre difesa, perché se ne sentiva difeso.
Naturalmente tutto è perfettibile, e anche la Costituzione può essere emendata, ma consentitemi di osservare che se le energie che da decenni vengono spese per correggere la Costituzione fossero state spese per attuarla il nostro sarebbe un Paese più giusto e anche più felice.
Il pensiero scorre inevitabilmente all’articolo 3, nelle aule i padri e le madri costituenti non si limitarono a bandire le discriminazioni legati a sesso, condizioni sociali, politiche.
Essi vollero anche lasciare il compito a tutta la Repubblica: rimuovere gli ostacoli economici e sociali che limitano la partecipazione di tutti all’organizzazione politia, economica e sociale del Paese.
Non poesia, non è filosofia. Anche se abbiamo programmi diversi per perseguirlo, il compito è questo: rimuovere gli ostacoli.
Le grandi nazioni si riconoscono anche intorno alle festività civili. Perché non dovrebbe essere così anche per noi?
Perché mai dovrebbero essere vissute come date divisive, anziché con autentico spirito repubblicano il 25 aprileFesta della Liberazione, 1 maggio, Festa del Lavoro, 2 giugno, Festa della Repubblica. Anche la piena condivisione delle feste nazionali, delle date che scandiscono un patto tra generazioni, tra memoria e futuro, grande potrebbe essere il valore dell’esempio.
Altro tema sul quale è auspicabile superare ogni steccato politico è quello della lotta contro la diffusione del linguaggio dell’odio, contro l’imbarbarimento del dibattito pubblico.
Concludo con due auguri.
Mi auguro che la nuova legislatura tenga alto il prestigio del Senato, tutelare le prerogative. Da molto tempo viene lamentata da più parti la mortificazione del ruolo del potere legislativo a causa dell’abuso di decretazione d’urgenza. Ma nella mia ingenuità di madre di famiglia, credo che occorra interrompere la lunga serie di errori del passato, e basterebbe che la maggioranza si ricordasse di quanto denunciava quando era minoranza, e che la minoranza facesse lo stesso.
Una sana e leale collaborazione istituzionale, senza nulla togliere alla fisiologica distinzione dei ruoli, consentirebbe di riportare nel suo alveo naturale la gran parte dell’attività legislativa, garantendo al tempo stesso tempi certi per le votazioni.
Auspico infine che tutto il Parlamento sappia mettere in campo in collaborazione con il governo un impegno straordinario e urgentissimo per rispondere al grido di dolore che giunge da famiglie e imprese che si battono contro i costi dell’inflazione, che vedono un futuro nero, che temono che disuguaglianze e ingiustizie si dilatino invece che ridursi.
In questo senso avremo sempre al nostro fianco l’Unione europea, con la solidarietà di cui si è dimostrata capace negli ultimi anni. Non c’è un momento da perdere.: dalle istituzioni democratiche deve venire il messaggio che nessuno sarà lasciato solo prima che la paura e la rabbia possano raggiungere livelli di guardia e tracimare.
Senatrici e senatori, cari colleghi, buon lavoro»
Un discorso memorabile. Grazie Liliana Segre
SILVIA ROGGIANI :
“Oggi primo giorno tra i banchi della Camera dei Deputati.
Qui, è nata la nostra Costituzione, il nostro Paese è uscito dalle grandi crisi ed emergenze e ha vissuto momenti indimenticabili della storia. Questi banchi sono stati attraversati negli anni da rappresentanti lungimiranti, politiche e politici che hanno saputo rappresentare pensieri e richieste delle italiane e degli italiani. Per me essere qui è un grande onore.
In questo momento stiamo votando per chi dovrà sedere sul banco più autorevole della Camera ma i pensieri vanno, inevitabilmente, al lavoro che dovremo fare all’opposizione e sui problemi reali che le persone vivono ogni giorno. Il caro vita, le opportunità ancora per troppe e per troppi non garantite in modo equo e uniforme, il lavoro precario, nero e povero, la guerra in Ucraina e la crisi climatica, sono priorità su cui dobbiamo intervenire subito.
Porteremo in Aula la voce di tutte e tutti, anche di chi, disaffezionato dalla politica, ha deciso di non andare a votare. Con loro abbiamo un ulteriore impegno, quello di dimostrare che la politica è ancora la risposta.
Il discorso straordinario di Liliana Segre al Senato di questa mattina ci ha indicato la strada. Grazie per la sua testimonianza e per la sua guida. Ora, al lavoro!”
VOTAZIONE